Analisi: "San Sebastiano" di Perugino
In questo articolo analizzeremo il quadro "San Sebastiano" di Perugino.
1) Introduzione
2) Storia dell'Opera
3) Analisi dell'Opera
4) Approfondimento sull'Autore
Introduzione
Il capolavoro di San Sebastiano è opera del celebre Perugino, rappresentando una delle versioni di un'opera simile creata su tavola di legno nei tumultuosi anni '90 del XV secolo. Questo capolavoro del maestro un tempo arricchiva la preziosa collezione d'arte del cardinale Colonna di Sciarra e ora trova dimora nel rinomato Museo del Louvre. Un'altra affascinante replica di questa opera, dipinta su tela, è stata realizzata in collaborazione con Perugino e costituisce un'importante parte della collezione del Museo d'Arte di San Paolo, in Brasile.
Storia dell'Opera
Non esistono molte informazioni affidabili riguardo ai primi anni di formazione di Perugino. Alcuni studiosi suggeriscono che, durante la giovinezza, abbia acquisito le basi dell'arte pittorica nella bottega di Fiorenzo di Lorenzo (1440-1525), un artista perugino. Durante il suo periodo ad Arezzo, il suo mentore fu Piero della Francesca (1420-1492), il cui lavoro a sua volta fu influenzato da Luca Signorelli, uno dei pittori più importanti del suo tempo. Entrambi i maestri hanno senza dubbio plasmato la formazione e lo sviluppo del giovane artista, conferendo sicurezza e chiarezza alle linee dei disegni di Perugino.
Le fonti documentarie confermano la sua presenza e attività a Firenze nel 1472, periodo in cui molto probabilmente lavorò nella bottega di Andrea del Verrocchio, noto pittore e scultore. Tra gli allievi illustri di Verrocchio c'era il giovane Leonardo da Vinci. Un esempio inequivocabile delle prime opere di Perugino è l'affresco di San Sebastiano, realizzato nel 1478 per decorare la Chiesa di Santa Maria Maddalena a Cerqueto, vicino a Perugia, mostra chiaramente lo stile già consolidato del pittore.
Le prime opere di Perugino si caratterizzavano per una struttura compositiva simmetrica, evidente già nella pittura murale della Basilica di Santa Maria Maddalena a Cerqueto, in cui il martire Sebastiano è collocato tra le figure di Santi Rocco e Pietro. L'eroe è posizionato su un terrazzo, incorniciato da un bellissimo arco decorato con lesene e balaustre. La base della lastra di marmo reca un'iscrizione in latino: SAGITTAE. TUAE.INFIXAE. SUNT. MIHI., citazione dal salmo 37, versetto 3: "Poiché le tue frecce mi hanno trafitto e tu hai stabilito la tua mano su di me.". Lo sfondo dell'immagine presenta un grazioso paesaggio, una caratteristica ricorrente nelle opere del maestro, con colline e montagne dipinte sullo sfondo. Sul lato sinistro dell'opera, si osserva un pilastro fatiscente e un arco danneggiato, simboli della distruzione delle idee pagane sull'universo.
I ricercatori contemporanei sostengono che la versione di San Sebastiano esposta alla Galleria Borghese rappresenti una riproduzione antica dell'originale di Perugino. Nella prima interpretazione, le colonne sul lato destro e sinistro appaiono intere, senza frammenti e i loro pannelli frontali sono riccamente decorati con ornamenti complessi. Altre differenze includono solamente due frecce che trapassano la parte superiore del corpo del santo.
Analisi dell'Opera
La figura del martire, posta in corrispondenza della colonna, lo sguardo rivolto al cielo, la testa sollevata: tutti questi dettagli e l'immagine del santo stesso si ritrovano in un'altra opera dell'artista, realizzata per decorare l'altare della Basilica di San Domenico nella città di Fiesole. Il dipinto risale al 1493 e fa ora parte della collezione della Galleria degli Uffizi.
Già nel 1650 l'opera San Sebastiano era inclusa nella collezione del cardinale Borghese. Successivamente la paternità del dipinto fu attribuita a Perugino. Tuttavia, nel 1928, il critico d'arte italiano Roberto Longhi mise in dubbio questa versione.
Approfondimento sull'Autore
Pietro Perugino (1446/1452 - 1523), con il vero nome Pietro Vannucci, è stato un noto pittore del Rinascimento e un rappresentante significativo della scuola pittorica umbra. Il celebre artista ha prodotto numerosi dipinti a tematica religiosa, lavorando in varie città. Lo stile distintivo delle sue opere ha avuto un impatto considerevole sul lavoro degli artisti attivi nell'Italia centrale alla fine del XV secolo.
Le opere di Perugino sono caratterizzate da tratti che si manifestano pienamente nelle arti visive dell'Alto Rinascimento. Fu uno dei primi pittori italiani a introdurre l'uso dei colori ad olio nella pittura. Alcuni studiosi sostengono che nel suo primo periodo, a partire dal 1470, Perugino abbia studiato l'arte della pittura con Piero della Francesca. Insieme a Leonardo da Vinci, Sandro Botticelli e Domenico Ghirlandaio, si formò presso la bottega di Andrea del Verrocchio, diventando poi maestro di Raffaello Santi.
Negli anni 1480-1482, Perugino guidò un gruppo di artisti nella decorazione delle pareti della Cappella Sistina a Roma. Tuttavia, alcuni dei suoi affreschi, situati all'altare, furono distrutti per fare spazio al "Giudizio Universale" di Michelangelo (1535-1541).
Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti