Analisi: "San Girolamo" di Federico Barocci


Immagine Quadro San Girolamo
In questo articolo analizzeremo il quadro "San Girolamo" di Federico Barocci.
1) Introduzione
2) Storia dell'Opera
3) Descrizione del Quadro
4) Analisi dell'Opera
5) Approfondimento sull'Autore

Introduzione

Il quadro a olio su tela intitolato "San Girolamo" è opera di Federico Barocci, noto anche come Federico Fiori. Quest'opera preziosa trova la sua collocazione all'interno della prestigiosa collezione d'arte della Galleria Borghese di Roma. Le sue dimensioni, pari a 97x67 cm, ne sottolineano la maestosità.


Storia dell'Opera

Un vasto numero di schizzi realizzati dal maestro ha pervaso l'epoca fino ai nostri giorni. Le fonti documentali riportano che il capolavoro di Barocci, San Girolamo, fece parte del patrimonio Borghese alla fine del XVII secolo. Le tecniche artistiche impiegate dal pittore, unitamente al periodo di creazione dell'opera, denotano una perfetta aderenza allo stile barocco. Il dipinto fu completato nel 1598, quando il maestro aveva già raggiunto i 70 anni d'età.


Descrizione del Quadro

Le opere di Federico Barocci, il rinomato maestro nella galassia di artisti attivi nel Ducato di Urbino, sono notevoli per una caratteristica di grande rilievo: la maestria esecutiva che si presenta come naturale nel contesto delle tradizioni della sua terra natia, un centro rinascimentale di sviluppo e prosperità del pensiero scientifico.
Piuttosto che sovraccaricare lo spettatore con un eccesso di emozioni, la scelta è stata orientata verso l'accuratezza e la chiarezza dell'immagine. Tale decisione apparentemente amplifica l'intensità emotiva in modo insolito ma allo stesso tempo convincente, raggiungendo un'armonia tra le figure, lo spazio, il colore e il chiaroscuro.
Colpisce l'eccellenza con cui Barocci padroneggia un vasto repertorio di tecniche, metodi e strumenti artistici, molti dei quali sono veramente innovativi. Questa caratteristica si evidenzia nelle sue opere risalenti al periodo trascorso ad Urbino e successivamente a Roma dove si recò dopo aver appreso le leggi della geometria e della prospettiva dallo zio, l'architetto Bartolomeo Genga. Tornò ad Urbino a causa di gravi problemi di salute, causati ironicamente, dal veleno somministratogli da amici e colleghi invidiosi del suo talento e successo. Fino alla sua morte nel 1612, Barocci continuò a vivere e lavorare nella sua città natale, sostenuto dal patrocinio dell'ultimo duca, Francesco Maria II della Rovere.
Un'altra peculiarità del lavoro di Barocci è la sua straordinaria gestione della tavolozza dei colori. Le tonalità e i mezzi toni accuratamente selezionati, insieme a un incredibile virtuosismo nel trasmettere il chiaroscuro, creano profondità e volume su vari piani spaziali.
Nonostante l'evidente influenza di maestri come Raffaello, Michelangelo, Correggio e Tiziano, Barocci può giustamente essere considerato un riformatore delle arti. Pur rimanendo un ammiratore della pittura rinascimentale e imitando i geni dell'epoca, Barocci fu in grado di anticipare il suo tempo in molti aspetti, evitando le limitazioni del manierismo "pretenzioso". Molti critici d'arte lo definiscono il fondatore dello stile barocco. Adorando l'idea umanistica di raggiungere un'armonia assoluta tra la natura spirituale e corporea, il pittore si sforzò di incarnare gli ideali rinascimentali nei suoi dipinti in modo incredibilmente abile. Il desiderio di perfezione in ogni opera spiega la precisione, completezza e accuratezza quasi matematica con cui Barocci si avvicinava alla realizzazione dei dipinti, persino nella fase preparatoria.
Prima di trasformare le immagini sulla tela, il pittore si dedicava sempre a comprendere l'essenza profonda dei personaggi rappresentati. Grazie a questo approccio meticoloso, le opere di Barocci erano prive di artifici, caratterizzate invece da straordinaria leggerezza, spontaneità e naturalezza. Questa attitudine al processo creativo ricorda il grande Leonardo da Vinci.


Analisi dell'Opera

Il manto roseo e delicato dell'eroe emerge in modo unico nel buio della cella del santo. La piccola stanza è illuminata solo dalla tenue luce di una candela in una lanterna appesa al lato destro del muro. Barocci ha reso con cura diversi dettagli considerati essenziali per l'immagine di San Girolamo: una pietra saldamente tenuta nella mano dell'anziano, pronta a colpire il petto, una croce di legno, insieme a un teschio e un berretto cardinalizio. Questi ultimi due oggetti sono appena visibili all'ombra della cella della grotta. La figura richiama l'eroe rappresentato nell'opera "Fuga di Enea da Troia" di Barocci, esposta nella sala 13 della Galleria Borghese.
Prima di dare vita a San Girolamo, Barocci ha completato una serie di schizzi preliminari. La tela è autografata dall'artista: FED.BAROCIVS / VRBasPING. Apparentemente, il dipinto risale agli ultimi anni del XVI secolo.
La prima menzione documentata di questa opera risale al 1693, quando fu redatto un inventario delle opere d'arte nella Galleria Borghese. È noto anche che nel 1600 l'artista italiano Francesco Villamena realizzò un'incisione basata sul dipinto di Barocci.
Altre due opere di Federico Barocci sono giunte fino a noi: una decora le pareti del Palazzo del Giardino a Parma mentre l'altra si trova nel Palazzo dei Priori a Perugia.


Approfondimento sull'Autore

Federico Barocci (1535-1612) è stato un pittore e incisore italiano del periodo rinascimentale. Originariamente chiamato Federico Fiori e soprannominato Il Barocci, ha tratto ispirazione da una vasta gamma di maestri rinascimentali tra cui Raffaello, Correggio, Tintoretto e Tiziano. Barocci ha sviluppato uno stile unico caratterizzato dall'uso di colori insoliti accostati a figure in pose dinamiche e drammatiche. La sua creatività si distingue per l'intensità emotiva e la profonda spiritualità. Appassionato disegnatore, Barocci ha introdotto nuovi approcci al disegno, sperimentando tecniche pittoriche insolite. Amante del colore, è stato il primo pittore italiano a utilizzare sistematicamente pastelli colorati e oli come parte del processo preparatorio.

Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti

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