Analisi: "Melissa" di Dosso Dossi
In questo articolo analizzeremo il quadro "Melissa" di Dosso Dossi.
1) Introduzione
2) Storia dell'Opera
3) Descrizione del Quadro
4) Analisi dell'Opera
5) Approfondimento sull'Autore
Introduzione
Quadro a olio su tela, Melissa è frutto della maestria di Dosso Dossi. Quest'opera d'arte risale al 1518 e presenta dimensioni di 172×153 cm.
Storia dell'Opera
Dosso Dossi, pseudonimo di Giovanni Francesco di Niccolò Luteri (circa 1479 – 1542), figura come uno dei massimi esponenti dell'arte del tardo Rinascimento italiano. Le prime fasi della sua vita restano avvolte nel mistero ma sappiamo che nacque nella regione settentrionale dell'Italia, precisamente nel Trentino-Alto Adige. Il giovane Dosso studiò sotto la guida di Lorenzo Costa, presso la sua bottega.
L'influenza dei titanici pittori veneziani del Rinascimento, come Giorgione e Tiziano Vecellio, si fece sentire profondamente nell'opera di Dosso Dossi. Il pittore operò a Ferrara, al servizio dei duchi d'Este, ricoprendo il ruolo di capo artista. La sua vita artistica ebbe tappe significative anche a Modena, Mantova e Venezia.
Una caratteristica distintiva delle opere di Dosso Dossi è l'attenzione particolare riservata al paesaggio di sfondo, spesso protagonista nelle sue creazioni. Questo tratto si manifesta chiaramente anche nell'opera "Melissa". Dosso Dossi, inoltre, realizzò rare composizioni paesaggistiche autonome, un elemento non comune nel suo tempo.
Molte delle opere furono collaborazioni con il fratello minore, Battista Dossi, allievo di Raffaello Santi a Roma. Le committenze provenivano principalmente dalla potente famiglia d'Este, governanti di Ferrara. Purtroppo, le pitture murali eseguite dai fratelli per decorare i palazzi ducali non sono giunte sino a noi. Si sa però che queste includevano composizioni mitologiche, ritratti e affreschi decorativi.
L'influenza di Tiziano è evidente nei ritratti di Dosso Dossi che richiamano lo stile della scuola di pittura veneziana. Un esempio celebre è il ritratto di Alfonso I d'Este, attualmente esposto alla Galleria Estense di Modena.
Nelle opere più mature dei fratelli Dossi, ispirate da Antonio da Correggio e dai maestri veneziani, emerge il tema di paesaggi quasi fiabeschi, illuminati da una luce misteriosa. I ritratti e le opere da cavalletto testimoniano l'eccezionale talento di Dosso Dossi, posizionandolo come uno dei luminari della scuola di belle arti di Ferrara. La distinzione tra le opere dei due fratelli, Dosso e Battista, resta complessa. Battista Dossi, scomparso nel 1548, sopravvisse sei anni alla morte del fratello maggiore.
Descrizione del Quadro
Il dipinto Melissa, realizzato intorno al 1518, rappresenta una delle opere dono del cardinale Enzo Bentivoglio al collezionista e appassionato d'arte Scipione Borghese. La prima menzione documentaria di questa creazione di Dosso Dossi risale al 1650, quando faceva parte della collezione privata dello scrittore e critico d'arte italiano Giacomo Manilli.
Recenti interventi di restauro hanno non solo restituito luminosità alla tavolozza dei colori ma anche rivelato un dettaglio affascinante: sul lato sinistro dell'opera, inizialmente occupato da un cane, si è scoperto che l'artista aveva originariamente collocato una figura maschile, catturata dallo sguardo della maga Melissa. Un ritrovamento analogo è emerso durante il restauro di un'altra opera mitologica di Dosso Dossi, Apollo e Dafne. Il dipinto è ora parte del Tesoro della Galleria Borghese e può essere ammirato nella Sala 8.
Analisi dell'Opera
Al centro della tela emerge con maestosità una figura femminile avvolta in un abito luminoso, finemente decorato, mentre la testa è elegantemente celata da un sontuoso turbante. L'eroina tiene saldamente una torcia in una mano, nell'altra una tavola adornata da segni e simboli cabalistici. Gli esperti d'arte concordano nell'identificare nel poema "Orlando Furioso" di Ludovico Ariosto il probabile prototipo di questa affascinante immagine femminile. L'artista, contemporaneo del drammaturgo e comico di corte dei duchi di Ferrara, ha catturato un momento epico dall'opera letteraria: Melissa libera i cavalieri dalla stregoneria, raffigurati da Dosso Dossi come figurine in miniatura appese a un tronco d'albero, situato nell'angolo in alto a sinistra del quadro.
Approfondimento sull'Autore
Dosso Dossi, noto anche come Giovanni Francesco di Niccolò Luteri, è stato un rinomato pittore del Rinascimento italiano e una figura di spicco della scuola ferrarese. La sua arte, fortemente influenzata dalla scuola veneziana, in particolare da artisti come Giorgione e il primo Tiziano, ha lasciato un'impronta significativa.
Dal 1514, Dosso Dossi ha ricoperto il ruolo di pittore di corte presso i duchi d'Este a Ferrara e Modena. La piccola corte ducale ha contribuito a consolidare la sua reputazione come centro artistico di rilevanza. Da notare che Dosso Dossi ha instaurato una collaborazione frequente con il fratello minore, Battista Dossi, attivo nella bottega di Raffaello.
Sebbene la sua attenzione al disegno sia meno conosciuta, Dosso Dossi è celebre per i tratti simbolici enigmatici presenti nelle sue opere d'arte, soprattutto quando affronta temi mitologici.
Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti