Analisi: "Marco Curzio si getta nella voragine" di Bernini
In questo articolo analizzeremo l'opera "Marco Curzio si getta nella voragine" di Gian Lorenzo Bernini.
1) Introduzione
2) Descrizione dell'Opera
3) Il Mito
4) Conclusioni sull'Autore
Introduzione
Marco Curzio si getta audacemente nella voragine del Foro, incarnando l'eleganza eterna attraverso la statua di marmo pentelico scolpita con maestria da Pietro Bernini. L'imponente figura, alta 220 cm, trova la sua dimora nel maestoso Salone della Galleria Borghese a Roma.
Descrizione dell'Opera
La vicenda di Marco Curzio, devoto al bene del suo popolo, divenne celebre nel Rinascimento grazie alle incisioni di artisti come Lucas Cranach il Vecchio (1507/1508) e Hendrick Goltzius (1586), nonché alla rappresentazione nella Cronaca di Norimberga di Hartmann Schedel (1493).
Nel 1553, un bassorilievo fu rinvenuto in un giardino vicino al Foro Romano, diventando protagonista delle rappresentazioni. Risalente al primo impero, potrebbe essere una replica del III o II secolo a.C. Pietro Bernini, intervenendo su un antico cavallo (I o II secolo a.C.), trasformò la scultura in una statua equestre di Marco Curzio. Abbassando la posizione del cavallo impennato, creò l'illusione che l'eroe si gettasse in una voragine, simbolo della virtù romana, poiché il suo sacrificio salvò la patria.
Il Mito
Marco Curzio, figura mitologica romana, si è guadagnato la fama per la sua audace impresa rivolta agli dei dell'Ade. Il suo nome è menzionato brevemente da Varrone e dettagliatamente da Livio. Marco Curzio è l'eroico omonimo del Lacus Curtius, situato nel Foro Romano, il luogo del suo presunto sacrificio.
Dopo un devastante terremoto nel 362 a.C., si aprì improvvisamente nel Foro Romano un colossale abisso senza fine. I romani, nel tentativo di riempirlo, si trovarono di fronte a un compito apparentemente insormontabile. Disperati, si rivolsero a un augure per consiglio, il quale affermò che gli dei richiedevano il bene più prezioso della nazione. Iniziarono a ponderare su cosa potesse essere, finché un giovane soldato di nome Marco Curzio suggerì che le armi e il coraggio dei romani rappresentassero i beni più preziosi della nazione. Senza esitazione, Marco si gettò nella voragine, montato sul suo cavallo e completamente equipaggiato e decorato. In un istante, l'abisso si richiuse su di lui, salvando così Roma.
Il Lacus Curtius nel Foro Romano fu successivamente eretto per commemorare questa straordinaria vicenda.
Conclusioni sull'Autore
Gian Lorenzo Bernini, noto per il suo ruolo di architetto e urbanista, fu l'artefice di progetti iconici, che spaziavano dalla creazione di edifici secolari, chiese e cappelle, fino alla concezione di affascinanti piazze pubbliche. La sua genialità si espresse anche attraverso imponenti opere che coniugavano magistralmente architettura e scultura, dando vita a fontane pubbliche straordinariamente elaborate e monumenti funerari di grande impatto. In aggiunta, Bernini si distinse per la realizzazione di strutture temporanee, realizzate in stucco e legno, destinate a eventi come funerali e feste.
Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti