Analisi: "La fuga di Enea da Troia" di Federico Barocci
In questo articolo analizzeremo il quadro "La fuga di Enea da Troia" di Federico Barocci.
1) Introduzione
2) Storia dell'Opera
3) Descrizione del Quadro
4) Analisi dell'Opera
5) Approfondimento sull'Autore
Introduzione
L'opera artistica nota come La fuga di Enea da Troia è frutto del genio di Federico Barocci, il cui vero nome è Federico Fiori. Questo dipinto rappresenta un'eccellente aggiunta alla prestigiosa collezione d'arte della Galleria Borghese a Roma. Le dimensioni della tela, pari a 176×235 cm, evidenziano la maestria con cui l'artista ha affrontato questa epica rappresentazione.
Storia dell'Opera
Lo stesso Barocci ricordò un episodio in cui membri della nobile famiglia Della Rovere gli commissionarono due dipinti, ritraendo una scena mitologica con l'eroe troiano Enea. Queste opere dovevano diventare doni per persone influenti.
Il primo dipinto, attualmente con ubicazione sconosciuta, era destinato all'imperatore del Sacro Romano Impero, Rodolfo II. La seconda opera, presentata al cardinale Scipione Borghese, nascondeva un significato allegorico, alludendo alla profonda pietà del destinatario, un alto prelato ecclesiastico. Le richieste del committente influenzarono l'aspetto finale de La fuga di Enea da Troia di Barocci.
Per lungo tempo, si è creduto che l'artista avesse dipinto una copia esatta delle due opere. Tuttavia, il paesaggio rappresentato sul cartone (un disegno su larga scala) realizzato per la prima opera differiva significativamente da quello sulla seconda tela. Questo dimostra che Barocci creò due versioni completamente diverse dell'opera.
Nei secoli XVI e XVII, la pratica diffusa tra l'alta società era quella di regalare opere d'arte. Tale gesto aiutava la nobiltà a stabilire e rafforzare relazioni vantaggiose reciproche nel lungo termine.
Descrizione del Quadro
Il dipinto rappresenta un episodio della mitologia antica in cui Enea, insieme alla moglie Creusa e al figlio Ascanio, fugge dalla città di Troia in fiamme. L'eroe tenta di sfuggire alle fiamme che avvolgono il tempio sullo sfondo. Sulle spalle, Enea sostiene suo padre Anchise, il quale tiene tra le mani una piccola statua raffigurante i Penati. Queste divinità, nell'antica cultura romana, erano considerate gli dei protettori del focolare e della casa. La figura dell'anziano Anchise evoca nel pubblico una profonda empatia.
L'immagine di Anchise anziano è stata dipinta dalla stessa persona che ha posato per un'altra opera di Federico Barocci, San Girolamo.
Analisi dell'Opera
In termini teatrali, la balaustra della scala nell'angolo inferiore sinistro della tela rappresenta una sorta di "messa in scena", coinvolgendo lo spettatore nei personaggi e nei loro eventi. La complessa divisione dello spazio, il dinamismo delle figure e l'uso di colori pastello negli abiti anticipano le tecniche artistiche del barocco.
L'opera di Barocci presenta somiglianze con l'affresco "L'Incendio in Borgo" di Raffaello nella Stanza dell'Incendio di Borgo nel Palazzo dei Papi in Vaticano. Sullo sfondo a destra, compare il Tempietto, una cappella rotonda autoportante progettata da Bramante parte del complesso del tempio di San Pietro in Montorio a Roma.
La tela è firmata e datata dall'artista: FED.BAR.VRB/FAC.MDXCVIII. Questi dettagli in vernice dorata si trovano sul lato sinistro del quadro, raffigurante i gradini inferiori delle scale. Un'opera simile, destinata all'imperatore del Sacro Romano Impero Rodolfo II, fu eseguita da Barocci dieci anni prima. Agostino Carracci realizzò successivamente una copia ridotta sotto forma di incisione su rame, intitolata "La fuga di Enea con la famiglia da Troia" del 1595.
Si ipotizza che Bartholomeus Spranger, pittore fiammingo, abbia commissionato la prima versione del dipinto a Federico Barocci quando questi si trasferì a Praga. Esistono altre tre copie dell'opera, una delle quali raffigura un cavallo di Troia davanti al tempio, apparendo essere stata realizzata nel XVIII secolo. La storia tace sui dettagli di come l'opera "La fuga di Enea da Troia" di Federico Barocci sia entrata nella collezione d'arte del cardinale Scipione Borghese, probabilmente donata dal cliente rappresentante della famiglia Della Rovere.
Approfondimento sull'Autore
Federico Barocci (1535-1612), celebre pittore e incisore italiano del Rinascimento, noto anche come Federico Fiori, e soprannominato Il Barocci. La sua arte, ispirata da maestri rinascimentali quali Raffaello, Correggio, Tintoretto e Tiziano, si distingue per uno stile unico che unisce colori insoliti a figure dalle pose dinamiche e drammatiche. Barocci, devoto disegnatore, ha introdotto approcci innovativi al disegno, sviluppando tecniche pittoriche insolite. La sua predilezione per il colore emerge come caratteristica distintiva; è il primo pittore italiano a utilizzare sistematicamente pastelli colorati ed oli come parte integrante del processo preparatorio.
Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti