Analisi: "La dama con liocorno" di Raffaello


Immagine Quadro La dama con liocorno
In questo articolo analizzeremo il quadro "La dama con liocorno" di Raffaello.
1) Introduzione
2) Storia dell'Opera
3) Analisi del Quadro
4) Curiosità sull'Opera
5) Approfondimento sull'Autore

Introduzione

La Dama con l'Unicorno rappresenta un capolavoro di Raffaello Sanzio, datato intorno al 1505 o 1506. Quest'opera, realizzata con la tecnica dell'olio su tela montata su tavola dalle dimensioni di 67 x 56 cm, trova la sua collocazione nella Sala IX della prestigiosa Galleria Borghese di Roma.


Storia dell'Opera

Il dipinto originariamente realizzato con la tecnica dell'olio su tavola subì un trasferimento su tela durante i lavori di conservazione del 1934. In questo processo, uno strato superficiale si staccò, rivelando il liocorno e eliminando la ruota, il mantello e la fronda di palma che erano stati aggiunti da un pittore anonimo nel corso del XVII secolo. Tali aggiunte miravano a trasformare il ritratto di una giovane donna in una rappresentazione di Santa Caterina d'Alessandria.


Analisi del Quadro

La disposizione della figura nella composizione del quadro si colloca in una loggia che si apre su un paesaggio, seguendo il formato di tre quarti. Questa scelta è stata ispirata dalla celebre Gioconda dipinta da Leonardo da Vinci tra il 1503 e il 1506.
Christof Thoenes ha osservato che "Raffaello adotta la posa, la composizione e l'organizzazione spaziale del ritratto di Leonardo... Fredda vigilanza nello sguardo della giovane donna è molto diversa dall'enigmatica ambiguità della Gioconda".
Nonostante Giovanni Morelli pensasse inizialmente che il dipinto potesse appartenere a Granacci o a Ridolfo del Ghirlandaio, ha evidenziato la somiglianza con un capolavoro del Louvre. Questo ha successivamente permesso a Roberto Longhi di attribuirlo a Raffaello, guidato dalla precedente intuizione di Adolfo Venturi. Dal 1505 al 1506, l'opera fa parte del lascito di Olimpia Aldobrandini.
Si nota infine che il liocorno, simbolo di purezza, celato dietro gli attributi del martirio di questa santa, la ruota e la palma, mentre un mantello le avvolge le spalle. Queste modifiche risalgono probabilmente alla fine del '600, quando la tela, secondo la descrizione dell'inventario del 1682, risultava "gravemente sfaldata". Dopo questo periodo, non si fa più menzione dell'opera fino al fidecommesso del 1833.


Curiosità sull'Opera

È evidente l'insolito assenza di anelli sulle dita della donna nel dipinto, incluso il mancato indosso delle fedi nuziali, un fatto raro considerando che i ritratti femminili di quel periodo erano spesso legati a eventi matrimoniali. La donna tiene in mano un minuscolo liocorno, simbolo di purezza. Secondo le leggende medievali, solo una vergine poteva domare tale creatura.
Interessante notare che il dipinto, inizialmente menzionato come Santa Caterina d'Alessandria del Perugino nel 1760, era considerato un ritratto di una sconosciuta con attributi di santa martire. Solo nel 1934-1936, durante un restauro, fu attribuito a Raffaello. Un successivo restauro nel 1959 ha rivelato che il liocorno fu aggiunto in un secondo momento; nella versione originale, la donna teneva un cane, simbolo di fedeltà coniugale.
Il cane era spesso richiesto nelle rappresentazioni di matrimoni. Nel 1959, i restauratori decisero di mantenere il liocorno. La giovane donna nel dipinto potrebbe essere Maddalena Strozzi, sposa di Agnolo Doni, oppure secondo un'altra teoria, il modello potrebbe essere Giulia Farnese, amante di papa Alessandro VI Rodrigo Borgia, considerando il liocorno come simbolo della famiglia Farnese.


Approfondimento sull'Autore

Raffaello Santi da Urbino (1483-1520), noto come Raffaello, figura tra i grandi artisti italiani dell'Alto Rinascimento, distinto per la sua maestria nella pittura, grafica e architettura. Le sue creazioni sono celebri per la chiarezza delle forme e le proporzioni impeccabili. Insieme a Michelangelo e Leonardo da Vinci, Raffaello costituisce la trinità convenzionale degli straordinari maestri di quel periodo artistico straordinario.

Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti

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