Analisi: "L'Ultima Cena" di Jacopo Bassano
In questo articolo analizzeremo il quadro "L'Ultima Cena" di Jacopo Bassano.
1) Introduzione
2) Storia dell'Opera
3) Descrizione del Quadro
4) Analisi dell'Opera
5) Approfondimento sull'Autore
Introduzione
L'Ultima Cena (1542) dipinta dal veneziano Jacopo Bassano rappresenta una visione alternativa del noto tema biblico, affrontato da molti artisti contemporanei. L'ispirazione per questo capolavoro è chiaramente derivata dall'omonimo capolavoro di Leonardo da Vinci, appartenente a un periodo precedente. Attualmente, il dipinto è custodito a Roma, parte della prestigiosa collezione della Galleria Borghese.
Storia dell'Opera
Gli artisti del XVI secolo, soprattutto quelli legati alla scuola pittorica veneziana, spesso rompevano con la tradizione nella rappresentazione dell'Ultima Cena, differenziandosi dall'approccio orizzontale di Leonardo da Vinci. In questa nuova interpretazione, gli eroi assumono una vivacità e umanizzazione sorprendenti, presentando tratti simili a quelli di un moderno lavoratore dell'epoca, talvolta a piedi nudi. Jacopo Bassano fu uno dei precursori di questa iconografia innovativa.
Tra le fonti documentarie giunte fino a noi, emerge il nome del nobile veneziano Battista Erizzo. Nel 1546, egli commissionò a Jacopo Bassano la realizzazione di un dipinto, effettuando il pagamento dell'artista all'inizio del 1548. Gli studiosi d'arte suggeriscono che questo lavoro potrebbe essere proprio l'Ultima Cena.
Già nel 1650, l'opera faceva parte del patrimonio della Galleria Borghese. Durante l'inventario del 1700, il dipinto fu incluso nel catalogo della mostra come opera di Tiziano, per poi essere attribuito all'artista veneziano Andrea Schiavone.
Alcuni esperti avanzano anche l'ipotesi che Jacopo Bassano si sia ispirato all'Ultima Cena di Tintoretto, dipinta nell'agosto del 1547 per decorare l'interno della chiesa di San Marcuola a Venezia. Tuttavia, le fonti documentarie relative alla data del dipinto e al pagamento dell'artista suggeriscono una cronologia diversa. È probabile che il lavoro di Jacopo Bassano sia apparso prima, influenzando successivamente Tintoretto, il quale ha creato un'opera simile nella composizione e nello stile.
Descrizione del Quadro
Il dipinto ad olio de L'Ultima Cena si conforma agli standard artistici tipici della pittura veneziana del Cinquecento, caratterizzandosi per la ricchezza dei dettagli realistici. Questa peculiarità lo distingue dalle opere simili create dai maestri delle epoche precedenti nell'interpretazione di Leonardo.
La rappresentazione della scena dell'ultimo pasto del Salvatore con i suoi discepoli, come proposta da Bassano, mostra una mancanza di coerenza e organizzazione. Nel capolavoro di Leonardo, invece, l'utilizzo di una composizione lineare contribuisce a creare un senso di ordine nelle immagini dei dodici apostoli. È possibile argomentare su quanto fosse giustificato, da parte di Bassano, ritrarre in modo così realistico i discepoli del Salvatore, che sembrano semplici pescatori o contadini. Tuttavia, l'integrità della soluzione compositiva si distanziava dal compito principale dell'autore.
Analisi dell'Opera
L'Ultima Cena di Jacopo Bassano rivela chiaramente il suo nuovo fascino per il manierismo, uno stile delle belle arti molto popolare tra gli artisti italiani. Nell'opera, si percepisce anche la sua ammirazione per i dipinti di Raffaello e le incisioni di Albrecht Durer. L'influenza di questi maestri si manifesta nello stato emotivo teso dei personaggi, nel dinamismo delle figure e nell'espressività dei gesti e delle pose.
Se esaminiamo attentamente i discepoli di Cristo, notiamo che i due apostoli nell'angolo in alto a sinistra parlano tra di loro. Uno di loro, più vicino al bordo della tela, indossa una camicia di una tonalità rosa arcobaleno, mentre il secondo indossa una veste verde smeraldo. Questi colori, tra i preferiti di Bassano, contribuiscono alla vivacità dell'opera. Le figure degli altri due discepoli a sinistra non sono connesse tra di loro.
Nella parte inferiore, un apostolo in abito rosa parla con un seguace di Cristo seduto dall'altro lato del tavolo. Il suo sguardo è concentrato e i gesti delle mani esprimono sconcerto, comune tra gli eroi raffigurati. Sul lato sinistro, un altro discepolo in camicia nera si china sull'apostolo con veste rosa, bevendo vino. La sua figura, con abiti marroni, è connessa agli apostoli in piedi a sinistra, ma si distingue per la posizione del corpo e il coltello in mano.
Se guardiamo da sinistra a destra, lo sguardo si ferma su Gesù Cristo e un apostolo dai capelli rossi, al centro della tela. Bassano ha rappresentato i piedi di Cristo e la sua figura in secondo piano ma senza compromettere la centralità del Figlio di Dio nell'opera.
Sul lato destro, compaiono tre apostoli. Due di loro, più vicini al bordo, sembrano silenziosi ma pieni di premura. Le figure in primo piano, a destra, hanno pose simili, con la testa girata di profilo. Al centro del dipinto, un vaso con vino rosso sulla tovaglia ricorda il sangue di Cristo che trasuderà dalle ferite crocifisse nei giorni successivi.
Approfondimento sull'Autore
Nato nel 1510 e scomparso nel 1592, noto anche come Jacopo dal Ponte, fu un rinomato pittore italiano che si formò nella bottega del padre Francesco il Vecchio e studiò con Bonifacio Veronese a Venezia. La sua produzione artistica si concentrò principalmente su temi religiosi, includendo paesaggi suggestivi. Le opere di Bassano divennero celebri a Venezia per la loro sorprendente rappresentazione di animali e scene notturne.
Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti