Analisi: Ermafrodito Dormiente di Bernini
In questo articolo analizzeremo l'opera "Ermafrodito Dormiente" di Gian Lorenzo Bernini.
1) Introduzione
2) Riferimento Storico
3) Le Copie dell'Opera
4) Analisi dell'Opera
5) Curiosità sull'Opera
6) Conclusioni sull'Autore
Introduzione
La scultura dell'Ermafrodito dormiente è un'antica opera in marmo che ritrae Ermafrodito a grandezza naturale. Risalente al II secolo d.C., è realizzata in pregiato marmo pario con una lunghezza di 145 cm. La potete ammirare nella Sala V della Galleria Borghese.
Riferimento Storico
La testa della Statua dell'Ermafrodito dormiente è stata restaurata, ma questo capolavoro rimane una delle opere più celebri tra le circa venti copie conosciute. Platone, nelle sue indagini sulle origini, ipotizzò che la natura fosse imparziale e perfetta prima della separazione dei sessi. Ermafrodito, figlio di Ermete e Afrodite, fu successivamente descritto da Ovidio nelle sue Metamorfosi, contribuendo così alla popolarità di questo tema.
L'Ermafrodito dormiente rappresenta un'invenzione attribuita a Policleto, risalente al periodo in cui le famiglie di artisti ateniesi iniziarono a lavorare per i mecenati romani, che detenevano un ruolo centrale nel nuovo equilibrio del Mediterraneo nel II secolo a.C.
Le Copie dell'Opera
Una terza versione romana in marmo venne scoperta nel 1880, durante i lavori di costruzione per la trasformazione di Roma nella capitale appena unita dell'Italia. Attualmente, è esposta al Museo del Palazzo Massimo Alle Terme, parte integrante del Museo Nazionale di Roma. Ulteriori repliche antiche si trovano presso la Galleria degli Uffizi a Firenze, i Musei Vaticani a Città del Vaticano e il Museo dell'Ermitage a San Pietroburgo.
Dal Rinascimento, numerose copie sono state realizzate in vari materiali e dimensioni. Copie a grandezza naturale in bronzo furono commissionate per Filippo IV di Spagna, su richiesta di Velázquez, e sono attualmente custodite al Museo del Prado, oltre che a Versailles (opera dello scultore Martin Carlier, in marmo). La composizione ha influenzato il ritratto di Velázquez della Venere Rokeby, attualmente esposto a Londra. Un duplicato in bronzo in scala ridotta, realizzato e firmato da Giovanni Francesco Susini, si trova al Metropolitan Museum. Un'altra copia in scala ridotta, realizzata in avorio da François Duquesnoy, fu acquistata a Roma da John Evelyn negli anni Quaranta del Seicento.
L'artigiano americano Barry X Ball ha creato un duplicato a grandezza naturale dopo l'adattamento del Louvre, realizzato in marmo scuro belga su una base in marmo di Carrara, completato nel 2010. Questa scultura è stata offerta in vendita da Christies NY il 10 maggio 2016, con un costo stimato di $500.000-800.000.
Analisi dell'Opera
Paragonabile alle opere realizzate dai demiurghi dell'antichità, questa creatura vivente, distesa nel sonno, emana un'ambigua seduttività. Secondo la sua percezione, può apparire sia femminile che maschile, e il suo sonno stesso è ambivalente, oscillando tra l'innocenza e il turbamento. Quando la collezione fu ricostituita durante l'epoca del principe Camillo Borghese, l'attuale scultura sostituì uno degli stessi soggetti portati al Louvre nel 1807.
Quest'ultimo, restaurato da Bernini, ha ispirato la decorazione del soffitto di questa stanza con il mito di Ermafrodito e la ninfa Salmacis. Menzionata da Ennio Quirino Visconti, la statua è stata dettagliatamente descritta da Antonio Nibby. Egli ha elogiato la magnifica esecuzione e la qualità del marmo, superiore a quella dell'opera trasferita al Louvre. Visconti riteneva che provenisse dalla zona di Santa Maria della Vittoria, vicino alle Terme di Diocleziano e nei confini degli antichi Giardini di Sallustio, luogo dove era stato ritrovato il più famoso Ermafrodito.
Inizialmente conservata nella cantina di Villa Borghese, la scultura fu successivamente spostata al Palazzo Borghese in Campo Marzio, suscitando entusiasmo nelle parole di Wilhelm Heinse (a Roma dal 1781 al 1783), che menzionò anche il restauro e il materasso aggiunto da Andrea Bergondi.
Curiosità sull'Opera
Nel 1620, Gian Lorenzo Bernini, sotto la protezione di Scipione, ricevette sessanta scudi come compenso per la creazione di un innovativo materasso abbottonato, su cui è collocato l'Ermafrodito. Questo particolare oggetto si dimostrò sorprendentemente pratico, tanto che gli ospiti spesso sentivano il desiderio di testarne la comodità con un pungolo di prova.
La statua fu acquistata nel 1807 insieme ad altri preziosi della Collezione Borghese dal Principe Camillo Borghese, consorte di Paolina Bonaparte. Successivamente, trovò collocazione presso il Louvre, un trasferimento che ispirò la creazione del poema Hermaphroditus di Algernon Charles Swinburne nel 1863.
Conclusioni sull'Autore
Gian Lorenzo Bernini, nel suo ruolo di architetto e urbanista, concepì progetti per edifici secolari, chiese, cappelle e piazze pubbliche. Realizzò anche imponenti opere che integravano architettura e scultura, fontane pubbliche straordinariamente elaborate e monumenti funerari. Inoltre, progettò una varietà di strutture temporanee, realizzate in stucco e legno, destinate a funerali e feste.
Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti