Analisi: Capra Amaltea di Bernini


Immagine Scultura Capra Amaltea
In questo articolo analizzeremo l'opera "Capra Amaltea" di Gian Lorenzo Bernini.
1) Introduzione
2) Epoca Storica dell'Opera
3) Il Mito Raffigurato
4) Curiosità sull'Opera
5) Conclusioni sull'Autore

Introduzione

La statua nota come la Capra Amaltea è comunemente attribuita a Gian Lorenzo Bernini e rappresenta la sua opera inaugurale, realizzata tra il 1609 e il 1615. Attualmente, l'opera è ospitata presso la prestigiosa Galleria Borghese di Roma.


Epoca Storica dell'Opera

Nella biografia di Gian Lorenzo Bernini redatta dal critico d'arte Filippo Baldinucci, si narra di un talento precoce: a soli 8 anni, prima del trasferimento della famiglia Bernini da Napoli a Roma, il giovane scultore intagliò con estrema maestria una testa di bambino da un piccolo pezzo di marmo. Questa versione, sebbene oggi criticata dagli storici, suggerisce che Bernini potrebbe aver realizzato tale opera tra gli 11 e i 16 anni, in contrasto con la versione attuale.
Durante l'adolescenza, il talentuoso artista si dedicò alla creazione di numerose figurine dei putti, alcune delle quali adornate con ali sulla schiena. La scultura della Capra Amaltea, una delle tre opere in marmo di giovane Bernini giunte fino a noi, testimonia la sua abilità artistica in tenera età.


Il Mito Raffigurato

Amaltea, la gentile capra della mitologia greca, svolse il ruolo di nutrice per il neonato Giove, il futuro signore dell'Olimpo. Temendo la perdita del potere, Kronos, il padre di Giove, divorò tutti i figli nati da Rea, causando grande sofferenza alla dea. Quando nacque Giove, Rea ingannò Kronos sostituendo il neonato con una pietra avvolta in pannolini. La vita del futuro sovrano fu così salvata.
Per proteggere Giove dagli occhi di Kronos, Rea lo nascose sull'isola di Creta, affidandolo alla capra Amaltea che viveva su un monte nell'isola. Amaltea diede alla luce due capretti ed il suo latte generoso fornì nutrimento a entrambi. La culla con il bambino fu appesa a un albero, sfuggendo così alla ricerca di Kronos sulla terra, nel cielo e nel mare.
In segno di gratitudine, Giove donò ad Amaltea un cane d'oro che la custodì fino alla fine dei suoi giorni. La leggenda di Amaltea contribuì anche all'origine della cornucopia, simbolo di ricchezza inesauribile, quando Giove accidentalmente spezzò il corno della capra durante un gioco.
Dopo la morte di Giove, Amaltea continuò a proteggerlo. La sua pelle resistente, conosciuta come egida, fu utilizzata da Giove durante la guerra tra gli Olimpi e i Titani, rendendolo invisibile e conferendogli un chiaro vantaggio.
Questa narrazione mitologica offre diverse interpretazioni, includendo la possibilità che Amaltea fosse una ninfa di montagna anziché un animale divino. La leggenda di Amaltea si intreccia con concetti di protezione divina e la creazione di simboli duraturi nella cultura.


Curiosità sull'Opera

La scultura "Capra Amaltea" rappresenta la primissima opera del talentuoso giovane artista Bernini. L'ispirazione per questa creazione proviene dal mito greco in cui la capra Amaltea ha nutrito il giovane Giove con il suo latte. Questo antico racconto mitologico ha dato origine al termine "cornucopia", spesso utilizzato oggi.
Con un'altezza di 45 cm, la scultura cattura l'essenza di questo affascinante mito. Durante la guerra contro i Titani, Giove si protesse con uno scudo ricoperto dalla pelle di Amaltea, noto come "egida", rendendolo invisibile e invulnerabile. Questo ha dato vita all'espressione figurativa di "essere sotto l'ombrellone" come sinonimo di essere protetti.
Conclusioni sull'Autore

Gian Lorenzo Bernini, noto per il suo ruolo di architetto e urbanista, fu l'artefice di progetti iconici, che spaziavano dalla creazione di edifici secolari, chiese e cappelle, fino alla concezione di affascinanti piazze pubbliche. La sua genialità si espresse anche attraverso imponenti opere che coniugavano magistralmente architettura e scultura, dando vita a fontane pubbliche straordinariamente elaborate e monumenti funerari di grande impatto. In aggiunta, Bernini si distinse per la realizzazione di strutture temporanee, realizzate in stucco e legno, destinate a eventi come funerali e feste.

Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti

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