Analisi: "Apollo e Dafne" di Dosso Dossi
In questo articolo analizzeremo il quadro "Apollo e Dafne" di Dosso Dossi.
1) Introduzione
2) Storia dell'Opera
3) Analisi del Quadro
4) Approfondimento sull'Autore
Introduzione
Apollo e Dafne è un'opera pittorica realizzata con la tecnica dell'olio su tela da Dosso Dossi, noto anche come Giovanni Luteri. Questo capolavoro, dalle dimensioni di 191 x 116 cm, occupa uno spazio prestigioso nella Sala III della rinomata Galleria Borghese a Roma.
Storia dell'Opera
Apollo, il celeste signore della poesia, si staglia in questa magnifica opera d'arte mentre esegue melodie divine con la lira, sollevando l'arco verso il cielo. Il suo mantello, in una sfumatura di verde vibrante, è ornato lungo il bordo da sottili fili d'oro, creando un'eleganza eterea. La sua maestosa figura è coronata da allori, simbolo della metamorfosi della ninfa Dafne, che fuggì dalle ardenti attenzioni di Apollo trasformandosi in un albero sacro.
Sullo sfondo sinistro prende forma la mitica narrazione mondiale: Dafne, progenie di Madre Terra e del dio fluviale Peneo (o Ladone), sfugge con grazia alle fervide attenzioni di Apollo. La sua corsa ritratta il momento esatto della sua metamorfosi in un albero di alloro.
Questa opera, datata intorno al 1525, è parte dell'eredità lasciata dal cardinale Luigi Capponi nel 1659, come recentemente confermato da documenti d'archivio. Tra il 1623 e il 1633, fece parte della collezione del cardinale Ludovico Ludovisi, prima di passare a Scipione Borghese. Nel catalogo della collezione del cardinale Ludovisi è registrato un pagamento per la cornice di questo dipinto. Successivamente, dopo lo smembramento della Collezione Ludovi, il quadro fu acquistato dal cardinale Luigi Capponi.
L'opera è menzionata come "Orfeo di Dossi da Ferrara" nell'inventario del 1693. Tuttavia, nell'inventario del 1790 e fino al fidecomisso del 1833, è stata erroneamente attribuita a Caravaggio. È stato Giovanni Morelli a ricondurla nuovamente a Dosso Dossi.
Analisi del Quadro
Lo studio anatomico del corpo di Apollo ha rivelato che la sua posa trae ispirazione dal celebre Torso del Belvedere, custodito nei Musei Vaticani. Interessante notare che lo strumento musicale che Apollo si appresta a suonare, che potrebbe essere una lira o una viola da braccio, trova già rappresentazione nella Stanza della Segnatura di Raffaello, nel suo affresco intitolato Parnaso. Questa connessione suggerisce la possibile visita di Dosso Dossi a Roma.
Approfondimento sull'Autore
Dosso Dossi, nome completo Giovanni Francesco di Niccolò Luteri, è stato un rinomato pittore rinascimentale italiano appartenente alla scuola ferrarese. La sua carriera artistica, sviluppatasi tra il 1489 e il 1542, fu fortemente influenzata dalla pittura veneziana, soprattutto dai maestri Giorgione e il primo Tiziano. A partire dal 1514, Dosso Dossi divenne il pittore di corte dei duchi d'Este a Ferrara e Modena, contribuendo così a consolidare la reputazione di questi luoghi come centri artistici di rilievo.
Dosso Dossi collaborava frequentemente con suo fratello minore, Battista Dossi, attivo nella bottega di Raffaello. Sebbene la sua attenzione al disegno sia meno celebrata, Dosso Dossi è noto per l'uso di tratti simbolici enigmatici nelle sue opere d'arte, specialmente quando affrontava temi mitologici.
Fonti: Analisi dell'Opera, Borghese Gallery, ArteOpereArtisti