L'eterna lotta tra Microsoft e Sony e il pomo della discordia chiamato Call of duty
Che l'acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft sia rimasta indigesta a Sony è un dato di fatto, ma che addirittura si arrivi a un botta e risposta dinanzi alle antitrust, per noi non addetti ai lavori suona tutto come una lunga telenovela argentina, ricca di colpi di scena ogni giorno che passa. Approfondiamo nel dettaglio la lunga diatriba sulla questione Activison Blizzard e sul perchè Sony stia tentando in ogni modo di far saltare l'accordo.
1) L'annuncio dell'acquisizione da parte di Microsoft
2) Il caso "Call od duty" e Sony PlayStation
3) Le titubanze del CMA inglese
4) Considerazioni parziali
L'annuncio dell'acquisizione da parte di Microsoft
Con una mossa del tutto inaspettata, il 18 gennaio 2022 Microsoft dichiara l'intenzione di voler acquisire per 95$ ad azione e un valore complessivo di 68,7 miliardi di dollari il gruppo Activision Blizzard che, per quei pochi che non masticano l'argomento, si tratta di un famosissimo publisher di videogiochi autore di brand del calibro di: Call of Duty, Diablo, Overwatch, Spyro, Crash bandicoot, candy crush saga (a seguito dell'acquizione di Activision del gruppo King) ecc...
L'azione messa in campo dalla società di Redmond, mira ad assorbire tutti gli asset (tecnicamente qualsiasi bene di proprietà di un'azienda: macchinari, merci, ecc... che possa essere monetizzato e quindi usato per il pagamento di debiti) della compagnia nella grande famiglia degli Xbox Game Studios, ampliandone così gli studi attivi allo sviluppo di giochi per la piattaforma Xbox. Con tale dichiarazione di volontà e, una volta completata la procedura di acquisizione, Microsoft si appresta a diventare il terzo polo leader nel settore video-ludico, alle spalle di Sony e Tencent. La notizia, sin dal primo minuto, scuote nelle fondamenta il mondo dei videogiochi, non solo perché del tutto inaspettata, ma innanzitutto e soprattutto per l'enorme quantità di denaro versata per porre in essere l'azione. Il valore attribuitogli di 68,7 miliardi di dollari, la rende l'operazione finanziaria di maggior valore nella storia del mercato video-ludico.
Il caso "Call of duty" e Sony PlayStation
Come ogni grossa operazione finanziaria che si rispetti, anche quella mossa da Microsoft non è immediata. Prima che l'acquisizione possa essere definita di fatto compiuta, questa deve passare al vaglio delle antitrust (autorità indipendenti che si occupano di difendere il diritto di concorrenza e i diritti dei consumatori). Le antitrust hanno il compito di verificare quale impatto una mossa del genere possa avere prima di tutto sui consumatori e, in seguito, sulla concorrenza. Durante questo delicato periodo d'indagine, l'antitrust ha il diritto di chiedere al compratore tutta la documentazione di cui ha bisogno per poter valutare il caso e sentenziare un giudizio finale. Solo dopo questo lungo periodo (si va dai sei mesi fino ad un anno e mezzo/due per le grosse operazioni finanziarie), l'antitrust da il via libera al completamento dell'acquisizione, riconoscendo alla società che acquisisce il pieno diritto di possesso.
Ed è qui che si incasella in caso di Sony e la reprimenda nei confronti di Microsoft sull'esclusività di Call of duty. Facente parte della concorrenza, la compagnia nipponica proprietaria del marchio PlayStation non ha di certo visto di buon occhio l'azione mossa da Microsoft sullo scacchiere dell'acquisizioni, a tal punto da rendersi protagonista nel bloccare l'operazione posta in essere, suggerendo all'antitrust pratiche di concorrenza sleali ai suoi danni. Quello che più preoccupa Sony, è la fine che farebbe un titolo di successo come Call of duty nelle mani di Microsoft e quale impatto avrebbe il servizio Game pass sulla concorrenza. A suo dire, possedere un brand che muove milioni di dollari come Call of duty, precludendo così la sua commercializzazione sulle piattaforme concorrenti, è da vedersi come un danno nei confronti della stessa Sony, che si dice pronta a far valere le sue posizioni dinnanzi all'antitrust. Agli occhi di Sony, possedere la proprietà intellettuale di Call od duty recludendola così all'esclusività del mondo Xbox, potrebbe danneggiare gravemente i consumatori di Playstation e accrescere il valore del Game pass, tanto da renderne difficile la sua diretta concorrenza. Dal canto suo, Microsoft afferma di non avere piani in merito all'esclusività del titolo, anzi è disposta ad onorare i contratti precedentemente posti in essere tra Sony e Activison, tali da rendere fruibile il titolo anche sulle console di casa Sony.
Le titubanze del CMA inglese
Ad avvalorare le preoccupazioni di Sony, si aggiunge l'antitrust inglese o CMA (Competition and Markets Authority). Stando a quanto riportato dalle numerose testate di settore, tra le quali Multiplayer, il CMA si sta rivelando titubante nei confronti dell'acquisizione, imputando a Microsoft la "colpa" di non aver mantenuto la promessa di continuare a rendere i contenuti di Bethesda disponibili su più store e piattaforme" e di conseguenza, far seguire la stessa sorte ai titoli Activision, avvalorando la tesi di Sony secondo cui, l'esclusività del gioco potrebbe danneggiare la concorrenza.
La querelle a questo punto tripartita tra Sony, il CMA inglese e Microsoft vede la risposta di quest'ultima all'antitrust britannica, accusandola di essere parziale e favorire, più che gli interessi dei consumatori, citati nei documenti ufficiali solo 10 volte, quelli di Sony, citata nella documentazione per ben 57 volte. Microsoft inoltre smentisce il CMA sull'esistenza di documenti che dimostrerebbero la volontà di rendere Call of Duty esclusiva sottraendolo a PlayStation, accusando così, il CMA di aver detto il falso e Sony di aver prodotto documentazione fuorviante con dati falsificati che facciano propendere per la causa PlayStation piuttosto che per quella Xbox.
Considerazioni parziali
Il solo fatto che questa diatriba sia ancora in corso di svolgimento, ci fa capire quanto questa acquisizione sia di portata storica per il mondo dei videogiochi. Da un parte vi è Microsoft, sempre più disposta ad ampliare il suo roster di studi "first party"(che sviluppano giochi in esclusiva xbox) e il valore del suo servizio di punta Game pass, dall'altra vi sono Sony PlayStation, che preme sull'antitrust affinché la manovra venga sventata e il CMA inglese, che vuole vederci chiaro sulle manovre della multinazionale americana. A questo punto della storia non ci è dato sapere da che parte è la verità, anche perché verranno prodotte nuove documentazioni da qui, fino alla fine del periodo fissato da Microsoft per completare l'acquisizione (metà anno 2023). Una cosa però è certa: mai nella storia video-ludica si è assistito ad una "lotta" così avvincente e ricca di colpi di scena tra multinazionali.
Ora però siamo curiosi di sapere cosa ne pensate dell'affare in questione: siete favorevoli alle intenzioni di Microsoft o ai dubbi di Sony? Fatecelo sapere tramite commento qui sotto. Grazie!
Fonti: Multiplayer