Parafrasi, Analisi e Commento di: "Temporale" di Giovanni Pascoli


Immagine Giovanni Pascoli
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Testo e Parafrasi puntuale
4) Parafrasi discorsiva
5) Figure Retoriche
6) Analisi e Commento
7) Confronti
8) Domande e Risposte

Scheda dell'Opera


Autore: Giovanni Pascoli
Titolo dell'Opera: Myricae
Prima edizione dell'opera: 1891 (ma la poesia è datata 1892)
Genere: Poesia lirica
Forma metrica: Ballata minima di versi settenari divisi in due strofe, di cui una composta da un solo verso (ABCBCCA)



Introduzione


"Temporale" è una delle poesie più celebri di Giovanni Pascoli, pubblicata nella raccolta "Myricae" nel 1897. Questo componimento cattura l'intensità e la forza della natura attraverso l'immagine di un temporale che si avvicina. La poesia riflette il legame profondo tra l'uomo e gli elementi naturali, evocando emozioni di stupore e paura di fronte alla potenza del cielo. Pascoli, noto per il suo stile semplice e immediato, utilizza un linguaggio ricco di immagini sensoriali per trasmettere l'atmosfera carica di tensione e anticipazione che precede il temporale. Attraverso la sua scrittura, l'autore riesce a comunicare una visione del mondo in cui la natura e le emozioni umane si intrecciano in un continuo dialogo.


Testo e Parafrasi puntuale


1. Un bubbolìo lontano...

2. Rosseggia l'orizzonte,
3. come affocato, a mare:
4. nero di pece, a monte,
5. stracci di nubi chiare:
6. tra il nero un casolare:
7. un'ala di gabbiano.
1. Il brontolio di un tuono in lontananza annuncia un temporale...

2. L'orizzonte si colora di rosso,
3. come se fosse infuocato, verso il mare.
4. Verso il monte il cielo è nero come la pece.
5. Vi sono nuvole chiare a sprazzi:
6. nel nero del temporale si distingue una casa bianca,
7. che spicca come un'ala di gabbiano.



Parafrasi discorsiva


Il brontolio di un tuono in lontananza annuncia un temporale...
L'orizzonte si colora di rosso, come se fosse infuocato, verso il mare. Verso il monte il cielo è nero come la pece. Vi sono nuvole chiare a sprazzi: nel nero del temporale si distingue una casa bianca, che spicca come un'ala di gabbiano.


Figure Retoriche


Allitterazioni: vv. 1-4: Della "o" e della "b": "Un bubbolìo lontano.../ Rosseggia l'orizzonte,/ come affocato, a mare:/ nero di pece, a monte". Suoni che riproducono il rumore dei tuoni in sotto fondo all'intero componimento.

Analogie: vv. 6-7: "tra il nero di un casolare:/ un'ala di gabbiano". Connessione cromatica stabilita implicitamente tra il colore della casa e delle piume dell'uccello.

Metafore: v. 4, v. 5: "nero di pece". Associazione tra il colore nero fondo della pece e quello delle nubi piovose, "stracci di nubi chiare". Le poche nuvole più chiare sono disperse tra i nuvoloni neri come fossero stracciate.

Onomatopea: v. 1: "bubbolìo". Riproduce il suono del tuono.

Similitudini: v. 2: "come affocato". L'arrossarsi del cielo scosso dai fulmini è paragonato a un fuoco che si accende.

Parallelismi: vv. 2-3: "come affocato, a monte: / nero di pece, a mare". Disposizione spaziale del paesaggio dal punto di vista del poeta che lo osserva guardando verso il mare e verso i monti.

Ellissi: (del verbo reggente e del soggetto): "nero di pece, a monte, / stracci di nubi chiare: / tra il nero un casolare: / un'ala di gabbiano.": figura che crea una sintassi minimale; l'intero paesaggio è descritto attraverso un elenco degli elementi che il poeta vede.


Analisi e Commento


Storico-letterario

Temporale fu composta da Giovanni Pascoli nel 1891 ma compare per la prima volta all'interno della terza edizione della raccolta Myricae (1894), nella sezione "In campagna". Myricae è la prima maggiore raccolta poetica di Pascoli: essa deve il titolo al verso virgiliano contenuto nelle Bucoliche: «arbusta iuvant humilesque myricae.», sarebbe a dire, «sono piacenti gli alberi così come le umili tamerici». Attraverso tale scelta il poeta sottolinea il tono semplice delle sue liriche e la quotidianità dei temi in esse affrontate. In Myricae vengono svelate numerosissime sfumature della vita rurale, e tuttavia in ogni figura, in ogni immagine descritta, sono possibili da rintracciare le inquietudini personali dell'autore e i temi metafisici tipici della poesia decadente come il senso di precarietà dell'esistenza e il dramma della morte. Pascoli applica la poetica personale che poi descriverà nel saggio Il fanciullino (1897): il poeta deve saper risvegliare quella qualità di meravigliarsi e stupirsi di un bambino sopita nell'animo di ogni essere umano e, attraverso di essa, saper osservare gli oggetti più semplici per coglierne l'essenza più pura e rivelatrice.

In Temporale perciò non vediamo una semplice descrizione poetica di un fenomeno atmosferico, ma un utilizzo di questo e della sua atmosfera come simbolo e metafora di temi chiave dell'esistenza e della vita stessa dell'autore: il nero del temporale è una metafora della crudeltà umana e dei lutti che hanno funestato l'esperienza del poeta; la casa color ala di gabbiano "il nido" familiare in cui rintanarsi per essere protetti dal mondo esterno.

Tematico

La lirica si apre con un termine onomatopeico che sembra introdurre ciò che sta per arrivare. Il bubbolo è propriamente un uccello che deve la sua denominazione comune al suono del suo verso:

"Il nome di bubbolo è stato dato a quest'uccello a cagione del grido che manda in primavera. Stando nascosto dietro gli alberi continuamente ripete bu, bu, bu, bu, con voce sonora e forte di modo che ne risuona la campagna."

Pascoli utilizza il nome del verso dell'uccello per creare un effetto di brontolio naturale che riproduce il suono dei tuoni che si avvicinano. L'utilizzo delle onomatopee è tipico del Pascoli e della poetica del fanciullino: si tratta di un linguaggio "pre-grammaticale" (Contini) che oltrepassa le codificazioni e le norme linguistiche consuete, insistendo più sul valore fonosimbolico e sonoro delle parole che sul loro significato.

Dopo aver quindi introdotto nel primo verso un'impressione acustica, nella sestina il poeta si inoltra in una descrizione paesaggistico di carattere visivo-cromatico: l'orizzonte stretto tra mare e monte si tinge di rosso, nero e "stralci di nuvole" più chiare. L'oscurità del quadro generale è rotta nell'unico punto luminoso, ossia il casolare che il poeta per analogia associa all'ala di gabbiano. Egli si serve di questo rapporto per esprimere implicitamente il contenuto del simbolo a cui sta alludendo. Si tratta della consueta metafora pascoliana legata al nido: dopo l'assassinio del padre (10 agosto 1867) avvenuta durante la sua infanzia, egli si attaccò morbosamente alla madre e le due amatissime sorelle (Ida e Mariù). Il "nido" familiare rappresenta perciò in tutta la produzione poetica dell'autore la sola possibilità che gli uomini hanno per affrontare la violenza e le minacce del mondo.

Stilistico

Temporale è una ballata minima costituita da una strofa singola in ottonario e da una sestina di versi settenari rimati secondo lo schema A BCBCCA. L'origine di questa forma metrica, legata alla musica, al canto e alla danza come suggerisce d'altronde il nome, risale alla poesia toscana medievale. La lunghezza della strofa isolata (il ritornello) ne determina la misura (grande, mezzana, minore, piccola, minima, extravagante): si ha ballata minima quando il ritornello è costituito, come nel nostro componimento, da un unico verso che non superi il numero di otto sillabe.

Pascoli cura meticolosamente, com'è d'altronde sua abitudine, la struttura fonica e ritmica del componimento. Tutto il componimento è attraversato da allitterazioni della "o" e della "b": vv. 1-4:; "Un bubbolìo lontano.../ Rosseggia l'orizzonte,/ come affocato, a mare:/ nero di pece, a monte" che fa da sfondo anche ai versi finali, come a ripetere il brontolio del cielo di sottofondo alla descrizione visiva del quadro. Le sensazioni visive sono appunto espresse come in un dipinto, ossia insistendo attraverso il parallelismo dei vv.3-4 seguenti sui colori di nubi, terra, monti e cielo. Lo stile sintattico adottato da Pascoli è minimale, l'intera sestina presenta un solo verbo ("rosseggia") e un unico soggetto ("l'orizzonte") (entrambi al v.2) del quale vengono elencati gli elementi in ogni singolo verso, separato dal seguente da un segno di interpunzione con sospensione breve (virgola o due punti). Le scelte lessicali sono estremamente semplici, secondo l'ideale poetico seguito in Myricae, fatta eccezione per il termine "affocato" che compare nella similitudine del terzo verso è, com'è consuetudine in Pascoli, di derivazione dantesca.


Confronti


Temporale è un componimento prospero di rimandi che Pascoli fa alla propria stessa produzione poetica e racchiude una serie di problematiche che sono una costante del suo pensiero. La celeberrima tematica del "nido" è formulata da Pascoli in quella che è probabilmente la più famosa delle sue liriche, X Agosto, in cui egli rievoca la notte dell'assassinio del padre:

5. Ritornava una rondine al tetto:
6. l'uccisero: cadde tra i spini;
7. ella aveva nel becco un insetto:
8. la cena dei suoi rondinini.

9. Ora è là, come in croce, che tende
10. quel verme a quel cielo lontano;
11. e il suo nido è nell'ombra, che attende,
12. che pigola sempre più piano.

13. Anche un uomo tornava al suo nido:
14. l'uccisero: disse: Perdono;
15. e restò negli aperti occhi un grido:
16. portava due bambole in dono.

L'uomo in X agosto è paragonato appunto a una rondine uccisa mentre torna al nido, metafora della casa. È in quest'ottica che va letto il riferimento simbolico al biancore del casolare in Temporale. La persistenza di queste immagini legate al rifugio nell'affetto familiare è indice del forte trauma causato dalla perdita del genitore che colpì il poeta ed è in quest'ottica che devono essere letti i costanti riferimenti alla casa in Myricae.

Temporale è inoltre legato per contenuti, simbolismo e forma metrica alle due liriche presenti nella sezione "Tristezze" di Myricae, Il lampo e Il tuono. Le due liriche sono collocate una di seguito all'altra nella raccolta e Pascoli scinde la descrizione del fenomeno atmosferico concentrandosi prima sulle sensazioni visive (Il lampo) e poi su quelle sonore (Il tuono). Come abbiamo visto, anche in Temporale è presente una micro-separazione di questo tipo, con il primo verso che richiama in forma onomatopeica ("un bubbolìo") il rumore dei tuoni e poi si concentra nella sestina sulla visualizzazione cromatica del paesaggio. La stessa attenzione ai colori dell'immagine temporalesca è presente in Il lampo:

4. bianca bianca nel tacito tumulto
5. una casa apparì sparì d'un tratto;
6. come un occhio, che, largo, esterrefatto,
7. s'aprì si chiuse, nella notte nera.

Di nuovo abbiamo un'opposizione tra il nero del cielo e dell'orizzonte e il bianco della casa.

In Il tuono vi è un'attenzione alla riproduzione sonora simile a quella che appare in Temporale attraverso allitterazioni e termini onomatopeici:

1. E nella notte nera come il nulla,

2. a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
3. che frana, il tuono rimbombò di schianto:
4. rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
5. e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
6. e poi vanì. Soave allora un canto
7. s'udì di madre, e il moto di una culla.

Le tre liriche sono ovviamente legate a livello di contenuto: la casa bianca attorniata dall'oscurità è sì un elemento paesaggistico, ma rimanda simbolicamente alle tematiche del nido. Pascoli legge il fenomeno atmosferico in chiave metafisica ed autobiografica.

Temporale, Il lampo e Il tuono condividono inoltre la forma metrica: si tratta di tre ballate di 1+6 versi (Temporale è una ballata minima in settenari, le altre due sono ballate piccole in endecasillabi) dall'identico schema rimico e formano perciò un trittico tematico che attraverso una serie di procedimenti analogici e identici rimandano in forma simbolica alla classica simbologia pascoliana sui temi di vita e morte.


Domande e Risposte


In quale raccolta compare Temporale?
Temporale compare nella terza edizione di Myricae (1894).

Di quale sezione della raccolta fa parte?
Il componimento fa parte della sezione In campagna.

Qual è il tema principale della lirica?
Il tema principale è l'oscurità della notte temporalesca nella quale si staglia una piccola casa, metafora del nido che protegge dalle minacce del mondo.

Qual è la forma metrica del componimento?
Temporale è una ballata minima formata da un ritornello di un verso e una sestina in settenari rimati.

Quali componimenti hanno tematica affine all'interno di Myricae?
I componimenti strettamente legati a Temporale sono Il lampo e Il tuono.

Quale figura retorica è contenuta nel celebre verso 1 "Un bubbolìo lontano")?
La figura retorica nel verso è un'espressione onomatopeica.

Fonti: libri scolastici superiori

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