Parafrasi, Analisi e Commento di: "La partenza" di Pietro Metastasio
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Testo e Parafrasi puntuale
4) Parafrasi discorsiva
5) Figure Retoriche
6) Analisi e Commento
7) Confronti
8) Domande e Risposte
Scheda dell'Opera
Autore: Pietro Metastasio
Titolo dell'Opera: Rime
Prima edizione dell'opera: 1746 circa
Genere: Poesia lirica
Forma metrica: Canzonetta di quartine doppie di settenari con rime che seguono lo schema ABBC, DDEC
Introduzione
"La partenza" è una poesia di Pietro Metastasio, celebre poeta e librettista del Settecento, noto per la sua capacità di esprimere i sentimenti umani con eleganza e profondità. In questa poesia, Metastasio esplora il tema del distacco, un momento carico di emozioni contrastanti come la tristezza, il rimpianto e la speranza. Attraverso un linguaggio raffinato e melodioso, il poeta riesce a catturare la complessità dei sentimenti legati all'addio, rendendo universale l'esperienza del congedo da una persona amata o da un luogo caro. "La partenza" riflette lo stile caratteristico di Metastasio, fatto di immagini vivide e di un ritmo musicale che accompagna il lettore lungo il percorso emotivo del testo.
Testo e Parafrasi puntuale
1. Ecco quel fiero istante; 2. Nice, mia Nice, addio. 3. Come vivrò, ben mio, 4. così lontan da te? 5. Io vivrò sempre in pene, 6. io non avrò più bene; 7. e tu, chi sa se mai 8. ti sovverrai di me! 9. Soffri che in traccia almeno 10. di mia perduta pace 11. venga il pensier seguace 12. su l'orme del tuo piè. 13. Sempre nel tuo cammino, 14. sempre m'avrai vicino; 15. e tu, chi sa se mai 16. ti sovverrai di me! 17. Io fra remote sponde 18. mesto volgendo i passi, 19. andrò chiedendo ai sassi, 20. la ninfa mia dov'è? 21. Dall'una all'altra aurora 22. te andrò chiamando ognora, 23. e tu, chi sa se mai 24. ti sovverrai di me! 25. Io rivedrò sovente 26. le amene piagge, o Nice, 27. dove vivea felice, 28. quando vivea con te. 29. A me saran tormento 30. cento memorie e cento; 31. e tu, chi sa se mai 32. ti sovverrai di me! 33. Ecco, dirò, quel fonte, 34. dove avvampò di sdegno, 35. ma poi di pace in pegno 36. la bella man mi diè. 37. Qui si vivea di speme; 38. là si languiva insieme; 39. e tu, chi sa se mai 40. ti sovverrai di me! 41. Quanti vedrai giungendo 42. al nuovo tuo soggiorno, 43. quanti venirti intorno 44. a offrirti amore e fé! 45. Oh Dio! chi sa fra tanti 46. teneri omaggi e pianti, 47. oh Dio! chi sa se mai 48. ti sovverrai di me! 49. Pensa qual dolce strale, 50. cara, mi lasci in seno: 51. pensa che amò Fileno 52. senza sperar mercé: 53. pensa, mia vita, a questo 54. barbaro addio funesto; 55. pensa... Ah chi sa se mai 56. ti sovverrai di me! |
1. Ecco, è arrivato quel momento crudele, 2. addio, Nice, mia cara Nice. 3. Come potrò mai vivere, amore mio, 4. così lontano da te? 5. Io vivrò sempre dolorosamente, 6. non starò mai più bene; 7. e tu, chissà se mai 8. ti ricorderai più di me! 9. Permetti almeno che il mio pensiero 10. in cerca della pace che ho ormai perduto, 11. venga il mio pensiero, che insegue 12. le impronte dei tuoi piedi. 13. Durante il tuo percorso, 14. mi avrai sempre vicino, 15. e tu chissà se mai 16. ti ricorderai di me! 17. Io in luoghi lontani, 18. camminando triste, 19. chiederò continuamente ai sassi 20. dov'è la mia ninfa, la mia amata. 21. Giorno dopo giorno, 22. continuerò sempre a chiamarti ad ogni ora, 23. e tu chissà se mai 24. ti ricorderai di me! 25. O Nice, io rivedrò spesso 26. i bei luoghi, o Nice 27. dove vivevo felice, 28. quando vivevo con te. 29. per me saranno motivo di sofferenza, 30. tantissimi ricordi; 31. e tu, chissà se mai 32. ti ricorderai di me! 33. Dirò: "Ecco quella fontana 34. dove si arrabbiò molto con me, 35. ma poi in segno di pace come pegno, 36. mi diede la sua mano". 37. Qui si viveva di speranza; 38. là si soffriva insieme per amore; 39. e tu chissà se mai 40. ti ricorderai di me! 41. Quanti uomini vedrai mentre arrivi 42. alla tua nuova abitazione, 43. quanti che ti verranno intorno 44. offrendoti amore e fedeltà! 45. Oh Dio! Chissà se tra tante 46. dolci attenzioni e pianti, 47. oh, Dio, chissà se mai 48. ti ricorderai di me! 49. Pensa che piacevole freccia 50. cara, mi lasci nel petto, 51. pensa che Fileno [= il poeta stesso] ti amò 52. senza sperare in una ricompensa: 53. vita mia, penso a questo 54. addio crudele e rovinoso; 55. pensa...ah, chissà se mai 56. ti ricorderai di me! |
Parafrasi discorsiva
Ecco, è arrivato quel momento crudele, addio, Nice, mia cara Nice. Come potrò mai vivere, amore mio, così lontano da te? Io vivrò sempre dolorosamente, non starò mai più bene; e tu, chissà se ti ricorderai mai più di me!
Permetti almeno che il mio pensiero in cerca della pace che ho ormai perduto, venga il mio pensiero, che insegue le impronte dei tuoi piedi. Durante il tuo percorso, mi avrai sempre vicino, e tu chissà se ti ricorderai mai di me!
Io camminando triste in luoghi lontani, chiederò continuamente ai sassi dov'è la mia ninfa, la mia amata. Giorno dopo giorno, continuerò sempre a chiamarti ad ogni ora, e tu chissà se ti ricorderai mai di me!
O Nice, io rivedrò spesso i bei luoghi, dove vivevo felice, quando vivevo con te. Tantissimi ricordi saranno per me motivo di sofferenza, e tu chissà se ti ricorderai mai di me! Dirò: "Ecco quella fontana dove si arrabbiò molto con me, ma poi in segno di pace, mi diede la sua mano come pegno". Qui si viveva di speranza; là si soffriva insieme per amore; e tu chissà se ti ricorderai mai di me!
Quanti uomini vedrai mentre arrivi alla tua nuova abitazione, quanti che ti verranno intorno offrendoti amore e fedeltà! Oh Dio! Chissà se tra tante dolci attenzioni e pianti, oh, Dio, chissà se ti ricorderai mai di me!
Cara, pensa che piacevole freccia lasci nel mio petto, pensa che Fileno [= il poeta stesso] ti amò senza sperare in una ricompensa. Vita mia, penso a questo addio crudele e rovinoso; pensa... ah, chissà se ti ricorderai mai di me!
Figure Retoriche
Enjambements: vv. 45-46, vv. 53-54.
Sineddoche: v. 17: "fra remote sponde".
Metafore: v. 49: "dolce strale".
Apostrofi: v. 2, v. 3, v. 26, v. 50, v. 53: "Nice, mia Nice", "ben mio", "o Nice", "cara", "mia vita".
Domanda retorica: vv. 3-4: "come vivrò, ben mio,/ così lontan da te?".
Anafore: vv. 5-6, vv. 13-14, vv. 41, 43, vv. 45, 47, vv. 49, 51, 53, 55: "io", "sempre", "quanti", "oh Dio!", "pensa".
Iperbole: v. 30: "cento memorie e cento".
Anastrofi: v. 35, v. 42: "di pace in pegno", "al nuovo tuo soggiorno".
Allitterazioni: Tutto il componimento è percorso da una fitta trama di rispondenze foniche. Si notano le allitterazioni di "n/m", della "o", della "p", della "t".
Analisi e Commento
Pietro Metastasio è il principale esponente del nuovo clima culturale affermatosi in Italia dopo il 1690 con la nascita dell'Accademia dell'Arcadia, fondata da Crescimbeni e Gravina a Roma. Tale accademia propugnava la fine del gusto barocco per ritornare al gusto classicistico, con una prevalenza degli elementi idilliaci e della volontà di fuggire dal presente. Di Metastasio sono particolarmente famosi i melodrammi, un genere che contribuì a riformare e rivitalizzare.
In questa lirica, il tema è quello della partenza della donna amata, Nice, secondo gli schemi tipici della poesia arcadica: la tristezza dell'amante non ha nulla di tragico, è piuttosto una struggente malinconia, data dalla lontananza, dal ricordo dei bei momenti passati insieme e da un po' di gelosia nel ritornello, addolcita dalla tenerezza del distacco. Si tratta di una canzonetta musicale e ritmica, grazie alla brevità dei versi e alla loro ripetitività (tutte le strofe si concludono, infatti, con lo stesso ritornello), che fu musicata dall'autore stesso e, per le prime due strofe, anche da Beethoven. Il tessuto fonico, a dispetto dell'apparente semplicità, appare piuttosto complesso, in virtù di frequenti assonanze, rime al mezzo, ripetizioni, soprattutto di pronomi personali e possessivi.
La poesia La partenza, come è tipico dell'Arcadia, non è per nulla realistica e si basa interamente su convenzioni della poesia pastorale: i conflitti interiori del poeta sono proiettati sullo sfondo immaginario della mitica regione greca dell'Arcadia, popolata da ninfe e pastori, cosicché risultano decisamente poco problematici e convenzionali. La situazione sentimentale infelice è descritta con una sensibilità delicata, che non esclude l'acutezza dell'analisi introspettiva. Anche le immagini e le metafore sono riprese dalla tradizione lirica classicheggiante, ma i temi desunti dalla tradizione petrarchesca, quali le immagini del poeta che ritrova nel paesaggio il ricordo della sua donna o che rende partecipe la natura della sua nostalgia e solitudine, appaiono svuotati della tensione emotiva per diventare strumenti di pura sonorità.
Il linguaggio del componimento La partenza è semplice e corrisponde a sentimenti semplici e comuni. Il critico Marco Fubini definì la poesia metastasiana "senza mistero", poiché sarebbe inutile cercarvi significati nascosti, particolari complessità interpretative o novità: il suo obiettivo e il suo pregio sono, invece, da rinvenire nella musicalità del verso realizzata con strumenti estremamente semplici, attraverso la forma metrica della canzonetta, tipica di situazioni sentimentali descritte con leggerezza e grazia. L'esposizione è chiara e ordinata: ogni strofa presenta un tema diverso (l'addio, il pensiero, il vagare del poeta, i ricordi, i luoghi della storia d'amore, la gelosia, la confessione d'amore) e in ogni strofa, il tema enunciato nei primi quattro versi è poi ripreso nei altri quattro da qualche elemento.
Fonti: libri scolastici superiori