Analisi del Testo di: "Il treno ha fischiato" di Luigi Pirandello


Immagine Luigi Pirandello
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Trama
4) Personaggi
5) Temi principali
6) Riassunto
7) Analisi e Commento

Scheda dell'Opera


Autore: Luigi Pirandello
Titolo dell'Opera: Novelle per un anno
Prima edizione dell'opera: 1914
Genere: Prosa, novella
Narratore: Vicino di casa di Belluca
Punto di vista: Plurale (dei colleghi d'ufficio, del vicino narratore, del protagonista), con focalizzazione interna del narratore
Tempo della storia: Periodo indefinito nei primi decenni del Novecento



Introduzione


Il treno ha fischiato è una novella di Luigi Pirandello inclusa nella raccolta Novelle per un anno, una lunghissima serie di racconti che lo scrittore siciliano pubblicò tra il 1884 e il 1936 sulle colonne del Corriere della Sera e di varie altre riviste e quotidiani.

Il progetto pirandelliano prevedeva 24 libri da 15 novelle, il cui conto totale sarebbe dovuto quindi ammontare a 360 e coprire quasi tutti i giorni dell'anno, come espresso dal titolo della raccolta. La prima pubblicazione, incompleta, avvenne nel 1922, ma Pirandello pubblicò l'ultima novella addirittura nel 1936, un giorno prima della sua morte. Il ciclo, proprio a causa della morte dell'autore, rimase incompiuto e fermo al numero di 246 racconti. Il treno ha fischiato comparve invece per la prima volta sul Corriere della Sera nel 1914, in un periodo in cui si cominciava a ragionare sugli effetti di alienazione prodotti dal lavoro e la vita familiare sulla psiche umana nell'ambito delle lotte sociali per l'emancipazione del proletariato e delle scoperte di Freud riguardo la psicanalisi.


Trama


Belluca è un impiegato senza particolari qualità – come spesso accade ai protagonisti di Pirandello – che si scaglia irrazionalmente contro il proprio capo sul posto di lavoro farfugliando frasi senza senso. Dopo essere stato licenziato e condotto in un ospizio per folli, il racconto, attraverso la voce del narratore, fa luce sulla sua vita, segnata da un profondo disagio domestico (il protagonista è responsabile dell'assistenza di tre donne non vedenti e del mantenimento di due figlie) e dalla vita lavorativa condotta in un ambiente ostile e oppressivo. L'alienazione lo porta quindi alla follia, ma il suo gesto apparentemente immotivato viene spiegato dal contesto in cui si trova a vivere, permettendogli, una volta scoperto lo scenario retrostante, di recuperare il posto di lavoro con qualche deroga e pausa che gli consenta di respirare.


Personaggi


Belluca: Il protagonista della storia vive quello che oggi chiameremmo "esaurimento nervoso", dato da condizioni di vita alienanti tanto nella vita lavorativa, gravata dai maltrattamenti lavorativi e dallo sfruttamento salariale, quanto nella vita familiare, in cui una serie di circostanze sfortunate lo costringono ad essere responsabile di un numero esorbitante di vite umane. Il raptus di follia è un tentativo, violento e irrazionale, di fuga dalla realtà, elemento tipico della narrativa di Pirandello, che pone la riflessione su quanto vi sia di folle nella realtà stessa.

Il vicino di casa: E' il narratore della vicenda che a poco a poco svela il suo ruolo spiegando al contempo le cause per cui conosce i fatti privati della vita del protagonista. Essendone il vicino di casa, infatti, si trova, come tutti i condomini, ad essere testimone del caos regnante nell'appartamento di Belluca. L'inchiesta a ritroso che conduce è, per contro, ciò che porta al reintegro del protagonista sul posto di lavoro in condizioni almeno parzialmente più miti.


Temi principali


Il treno ha fischiato, pur non invischiandosi direttamente nelle vicende storiche e culturali del Primo Novecento, è un racconto fortemente contestualizzato nella propria epoca. Il 1914, anno di pubblicazione della novella, è infatti un anno in cui si sta già combattendo la Prima Guerra Mondiale (l'Italia è però ancora neutrale) e il mondo è scosso dalle rivendicazioni proletarie sulle condizioni di lavoro e i salari generate dall'industrializzazione ottocentesca, che sfoceranno di lì a pochi anni nella Rivoluzione d'Ottobre in Russia.

La vita alienante di operai e impiegati come Belluca è strettamente legata al tema delle condizioni psichiche dell'individuo, indagate in quello stesso periodo dalla psicanalisi freudiana, appena nata e destinata a espandersi in tutto il mondo. Collegando il disagio domestico e quello professionale con la follia, Pirandello pone la domanda: "è Belluca a diventare folle o è la realtà, con i suoi ritmi frenetici e oppressivi, a esserlo?"


Riassunto


Il protagonista Belluca conduce la propria mediocre vita da impiegato con scrupolosità, mitezza ed estrema riservatezza a proposito della propria vita fuori dal lavoro, senonché, in una serata in cui il turno d'ufficio si appresta a finire, dopo aver ascoltato il fischio di un treno in lontananza, si scaglia preso da una rabbia feroce contro il suo capo, personaggio sempre dedito a scortesie e angherie nei suoi confronti.

L'episodio lascia sconvolti i personaggi, dato che Belluca mai aveva mostrato segni di squilibrio o violenza, e il protagonista viene ricoverato in un ospizio con la diagnosi di "febbre cerebrale". Da questo momento in poi, il narratore, che sul finire del racconto si scoprirà a conoscenza dei fatti privati del protagonista essendone il vicino di casa, ricostruisce il quadro familiare in cui Belluca conduceva la sua esistenza domestica. Il protagonista era infatti gravato dall'assistenza dovuta a moglie, suocera e consuocera, tutte gravate dalla condizione di cecità, e dal mantenimento delle due figlie, entrambe vedove con rispettivamente quattro e tre figli ognuna. L'appartamento minuscolo di Belluca e la paga da impiegato lo costringevano inoltre a svolgere un altro lavoro serale per riuscire, a stento, a mantenere tutte quelle persone da lui fisicamente ed emotivamente dipendenti.

Venute alla luce queste circostanze, il protagonista riesce a chiedere la riammissione in ufficio, dopo le debite scuse al capo, e la concessione di alcune pause di libertà in concomitanza con il fischio del treno, così da poter avere momenti di sfogo e libertà, quanto meno dell'immaginazione, dagli sforzi psicologici e fisici che la vita gli imponeva.


Analisi e Commento


Il treno ha fischiato presenta diversi tratti originali dal punto di vista della struttura della narrazione. L'episodio dell'aggressione è generato da un avvenimento banale (il passaggio di un treno che fischia) che genera una reazione totalmente incontrollata, la quale porta il protagonista ad attuare una fuga incosciente dalla realtà. La vicenda è infatti presentata a ritroso come un'inchiesta da parte del narratore, il quale si occupa, come accade nei romanzi gialli, di indagare e motivare le cause del gesto apparentemente sconsiderato e folle di Belluca. Dall'evento centrale vengono dunque ricostruiti gli antefatti che spiegano poi il finale, squisitamente umoristico, del racconto.

Secondo quanto aveva esposto nel saggio L'umorismo (1911), Pirandello aveva elaborato una propria poetica personale per la quale l'umorismo è l'elemento generato dal "sentimento del contrario", ossia la percezione di come la realtà sia paradossale e di come essa sia popolata di luoghi comuni facilmente ribaltabili, come quelli espressi dal punto di vista dei colleghi che assistono al raptus di Belluca etichettandolo come folle, essendo completamente ignari di quanto accadeva nella sua vita privata. È appunto il fischio del treno a far comprendere inconsciamente al protagonista di non poter sopportare tutte le responsabilità di cui è gravato ed è l'aggressione a portare alla luce e giustificare la sua condizione. Grazie a questo ribaltamento la vicenda approda paradossalmente a un lieto fine, in cui a Belluca è concesso qualche attimo di distrazione dal lavoro per consentire alla sua mente di poter vagare nell'immaginazione prima di rientrare ad affrontare la realtà oppressiva della sua esistenza.

L'evasione della realtà è un elemento centrale della narrativa di Pirandello, secondo il quale, come avviene nei suoi maggiori romanzi, Il fu Mattia Pascal e Uno, nessuno e centomila, la percezione con cui gli uomini vedono ciò sta loro intorno non è mai esatta e determinata. Non è mai possibile, dunque, stabilire cosa sia reale e cosa no, essendo l'identità di ognuno il frutto di ciò che egli stesso pensa di sé, dell'opinione che gli altri hanno di lui e allo stesso tempo un oggetto impossibile da definire propriamente. In Il treno ha fischiato, il finale del romanzo vede, leopardianamente, l'immaginazione innescata dal fischio del treno come possibilità di fuga dagli obblighi lavorativi e familiari, le due forze che spesso in Pirandello condizionano l'individuo. Essa concede al protagonista il sollievo e il riposo necessari a reggere il doloroso ritorno alla vita di tutti i giorni. Si tratta, tuttavia, di un lieto fine amaro: Belluca, riconosciuto sano e giustificato dal contesto in cui l'aggressione è avvenuta, è costretto a scusarsi di aver cercato una via di fuga e scendere a compromessi con una realtà folle nella quale, pur con qualche momento di pausa, rimane forzato a convivere.

Fonti: libri scolastici superiori

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