Analisi del Testo di: "Ciàula scopre la luna" di Luigi Pirandello
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Trama
4) Personaggi
5) Temi principali
6) Riassunto
7) Analisi e Commento
Scheda dell'Opera
Autore: Luigi Pirandello
Titolo dell'Opera: Novelle per un anno
Prima edizione dell'opera: 1912
Genere: Racconto
Narratore: Onnisciente
Punto di vista: Prospettiva del narratore onnisciente con focalizzazione esterna del narratore
Tempo della storia: Periodo indefinito nei primi decenni del Novecento
Introduzione
"Ciàula scopre la luna" è una delle novelle più celebri di Luigi Pirandello, scritta nel 1907 e inclusa nella raccolta Novelle per un anno. La storia è ambientata in un contesto minerario siciliano e narra la vicenda di Ciàula, un ragazzo di umili origini e limitata capacità intellettiva, che lavora come garzone presso una miniera. Pirandello, attraverso uno stile realistico e simbolico, affronta temi come la fatica del lavoro, l'isolamento e l'ignoranza, ma anche la meraviglia della scoperta e il legame tra l'uomo e la natura. L'episodio centrale della novella vede Ciàula scoprire per la prima volta la bellezza della luna, un evento che per lui rappresenta un momento di rivelazione e di fuga dalla dura realtà della vita quotidiana.
Trama
Ciàula è il soprannome di un uomo sulla trentina conosciuto da tutti in miniera per la sua ingenuità che confina quasi con l'handicap mentale. Svolge il ruolo di "caruso", ossia trasporta lo zolfo per Zi' Scarda, un esperto minatore segnato dagli anni di lavoro, costretto dal direttore della miniera a restare al lavoro di notte. Ciàula, incaricato di accompagnarlo, non è terrorizzato dagli anfratti della miniera scavata per centinaia di metri nel ventre della terra poiché la conosce come le sue tasche, ma paradossalmente dal buio della notte che troverà uscendo. Nella sua ingenuità, infatti, il protagonista non ha mai visto la luna. Così, quando la paura di uscire dalla miniera lo sta quasi bloccando dentro, si accorge del fatto che il cielo notturno è illuminato dal corpo celeste, ritrovando, irrazionalmente, la sicurezza e il coraggio di poter tornare a casa.
Personaggi
Ciàula: E' un personaggio che rappresenta, con la sua stravaganza e incoscienza che rasenta la stupidità, l'irrazionalità umana che Pirandello vuole rappresentare. Il suo paradossale timore della notte all'aperto e non della profondità della miniera è un ribaltamento della percezione del reale fondato sull'ingenuità, che porta però alla scoperta rassicurante della luce lunare, che gli apre gli occhi sulla verità del mondo.
Zi' Scarda: E' un minatore anziano e vittima preferita di Cacciagallina. Le vessazioni e lo sfruttamento a cui è sottoposto proseguono persino dopo la tragica esplosione che gli ha portato via l'occhio e il figlio. A causa del pericolo a cui il mestiere lo sottopone, perdipiù senza alcuna protezione, Zi' Scarda, al contrario di Ciàula, è un uomo comune, giustamente spaventato dal compito di doversi calare sotto terra durante la notte.
Cacciagallina: Nell'ambiente simil-verista in cui il racconto è almeno formalmente ambientato, è l'antagonista principale di Ciàula e Zi' Scarda con la sua voracità e sadismo nello sfruttamento dei minatori, che non esita a sottoporre a incarichi pericolosi per la loro stessa vita.
Temi principali
Il racconto delle vicende legate alle condizioni degli operai in miniera è un soggetto che Pirandello eredita dall'illustre predecessore, e conterraneo, Giovanni Verga, come accade del resto in diverse storie all'interno delle Novelle per un anno. La denuncia dello sfruttamento e la rappresentazione del vero sono però solo inizialmente la problematica centrale del testo, che Pirandello sfrutta per rendere la vicenda di Ciàula densa di significati simbolici. La stupidità del protagonista, la discesa in miniera e la scoperta della luna sono infatti metafore dei concetti di ignoranza e conoscenza, legate strettamente alla paura del buio come momento di irrazionalità che viene bilanciata dall'epifania della luce, la quale porta il protagonista a scoprire, addirittura commuovendosi, la presenza di una verità rassicurante. Ciàula è quindi il simbolo della piccolezza dell'essere umano e delle sue poche conoscenze di fronte alle immensità – oscure e ignote – dell'universo, tema che tinge il racconto di un'atmosfera decisamente decadente.
Riassunto
Alla "buca della Cace", ingente miniera di zolfo in Sicilia, lavora un vecchio minatore cieco da un occhio, da tutti conosciuto come Zi' Scarda, che tiene alle sue dipendenze un uomo incaricato di aiutarlo a trasportare lo zolfo con la mansione di "caruso". Si tratta di Ciàula, un minorato mentale che i minatori soprannominano così perché ha l'abitudine di rispondere con un "crah crah", il verso della cornacchia (in dialetto siciliano il "ciàulare" appunto), quando viene chiamato in causa per qualche compito.
Sul finire di una dura giornata di lavoro, al cantiere irrompe Cacciagallina, superiore e sorvegliante della miniera, che invita, minacciandoli con una pistola, i minatori a proseguire il proprio turno durante la notte. Tutti gli operai riescono a rifiutare l'ingrato compito, tranne il povero Zì Scarda, con il quale il capo se la prende particolarmente, che viene quindi costretto a scendere nuovamente in miniera accompagnato dal fido Ciàula, che gli risulta essenziale per la capacità di muoversi abilmente tra i cunicoli oscuri che si inoltrano nelle profondità della terra.
Entrambi i minatori sono, tuttavia, molto spaventati. Zi' Scarda aveva infatti perso un occhio e un figlio in un'esplosione in miniera avvenuta anni prima e lo stesso Ciàula, quel giorno, era fuggito rintanandosi per ore nel buio in un anfratto. Sfortuna volle che, quando riuscì finalmente a uscire dalla miniera, si ritrovasse assolutamente solo in una notte buia e non rischiarata dalla luna. Se all'interno della caverna Ciàula si era sentito protetto dalle pareti di roccia, ciò che lo aveva autenticamente terrorizzato dopo l'esplosione era stata la vastità del paesaggio tenebroso all'esterno della miniera.
I due, grazie anche alla dimestichezza di Ciàula con cunicoli e caverne oscure, riescono a completare il proprio turno di lavoro e iniziano la risalita, gravati da un pesantissimo carico di zolfo, mentre in Ciàula il terrore della notte buia comincia ad avere il sopravvento. Quando il protagonista, però, si affaccia dall'ingresso della miniera, si trova davanti uno scenario che non si sarebbe aspettato, data la sua ignoranza. La luce della luna getta il suo candore sulla notte, facendola apparire più sicura e confortante. Ciàula, che non l'aveva mai vista, si spoglia della paura e cade in lacrime di commozione per aver capito di essere nuovamente al sicuro.
Analisi e Commento
Il distacco che Pirandello architetta dal modello verghiano è riscontrabile immediatamente dalla struttura della narrazione. Lontano dall'"impersonalità" del narratore, concetto fondante del Verismo di Giovanni Verga, Ciàula scopre la luna ha un narratore onnisciente capace di leggere, oltre che la successione di eventi narrata, anche l'interiorità e il pensiero dei personaggi, che con le loro paure, lacrime e commozioni, sono il soggetto principale del racconto simbolico e concettuale voluto dall'autore.
Aspetto legato all'onniscienza del narratore è anche la disposizione dei fatti retrostanti alla narrazione. Dopo l'inizio in cui i personaggi principali vengono presentati nella loro irrazionalità e Cacciagallina dà il la alle paure di Ciàula, gli antefatti che spiegano il timore del protagonista per l'oscurità della notte sono esposti in un flashback che ricostruisce l'esplosione in miniera con la morte del figlio di Zi' Scarda, il ferimento del minatore e la parallela sorte del protagonista in cui è contenuto il trauma che ne condiziona i pensieri.
Ciàula è un personaggio dall'aspetto tipicamente pirandelliano, costruito sulla poetica dell'Umorismo, esposta da Pirandello in un celebre saggio dall'identico titolo del 1911 (solo un anno prima della pubblicazione di questa novella). Il protagonista incarna infatti quel "sentimento del contrario" che ribalta umoristicamente la normale percezione delle cose e ne mostra la natura vera e paradossale. Contrapposto a Zi' Scarda, uomo duramente colpito dalle condizioni disumane del lavoro in miniera e terrorizzato dall'imposizione di dovervi scendere di notte, Ciàula vede nei cunicoli e nelle caverne un rifugio sicuro dalle angherie della vita e del mondo alle quali è continuamente assoggettato. L'irrazionalità di questo pensiero è però apparente: i cunicoli sono stati davvero un rifugio per lui dopo l'esplosione e li conosce a menadito, mentre non sa assolutamente nulla del mondo e del paesaggio sterminato che lo avvolse dopo essere uscito dalla miniera.
La scoperta della luce lunare richiama per molti versi "il mito della caverna" di Platone, anch'esso legato al concetto della conoscenza umana. Secondo Platone, se un uomo fosse nato in una caverna al buio e cresciuto eternamente tra le sue pareti, sarebbe stato abbagliato e inondato dalla normale luce del giorno una volta uscito (quasi la stessa cosa che accade nel racconto a Ciàula). Il protagonista nella sua ingenuità non ha mai visto né sa dell'esistenza della luna e quando la vede per la prima volta è sbalordito da un fatto assolutamente naturale e semplice: l'assoluta irrazionalità di Ciàula è una metafora sulla condizione dell'essere umano, consapevole di pochissime cose nell'immensità e la grandezza dell'universo, che si esalta di fronte a ogni minima scoperta. Rintanato nelle sue poche certezze – nel racconto rappresentate dalle pareti buie della miniera – egli si emoziona nello scoprire che c'è luce anche al di là di quanto ciecamente lo rassicura.
Fonti: libri scolastici superiori