Virginia Woolf - La vera storia della sorella di Shakespeare


Immagine Virginia Woolf
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


In "Una stanza tutta per sé" del 1929, Virginia Woolf esplora il legame tra le donne e la scrittura letteraria attraverso una lunga riflessione. La Woolf sottolinea come nella storia europea alle donne non sia mai stata concessa alcuna opportunità né spazio, neanche all'interno delle mura domestiche, per pensare a sé stesse o dedicarsi alla scrittura. Questo divieto implicito alla creatività femminile è rappresentato simbolicamente dal caso ipotetico della "sorella di Shakespeare": un talento che resta inesplorato e incompreso, minacciato da violenze materiali e morali non appena si avventuri fuori di casa. La mancanza di libertà esterna e l'assenza di uno spazio personale in famiglia, ovvero "una stanza tutta per sé", sono viste come due aspetti dello stesso problema.


Lettura


In ogni caso non potevo evitare di pensare, osservando le opere di Shakespeare allineate sullo scaffale, che il vescovo almeno su questo aveva ragione: sarebbe stato completamente, assolutamente impossibile per qualunque donna scrivere i drammi di Shakespeare all'epoca di Shakespeare. Lasciatemi immaginare, visto che i fatti sono così difficili da ricostruire, che cosa sarebbe accaduto se Shakespeare avesse avuto una sorella straordinariamente talentuosa, dal nome di Judith, poniamo.

Shakespeare in persona – dato che sua madre era un'ereditiera – molto probabilmente ha frequentato il Liceo, dove ha verosimilmente studiato Latino – Ovidio, Virgilio e Orazio – e appreso le basi della grammatica e della logica. È piuttosto noto che era un selvaggio di ragazzino, che contrabbandava conigli e, forse, sparò anche ad un cervo; inoltre, è stato costretto sposare, molto prima di quanto non avesse dovuto, una donna del suo paese, che ha dato alla luce un bimbo molto più in fretta di quanto sarebbe stato il caso. Quest'ultima bravata lo spinse a cercare fortuna a Londra. Pare che avesse attrazione per il teatro; iniziò come custode dei cavalli degli attori all'entrata del palco. Molto presto riuscì a lavorare in teatro, divenne un attore di successo e visse pienamente al centro di quell'universo, incontrando e conoscendo tutti, facendo esperienza calcando le assi in scena, sviluppando il senso ironico nelle strade; riuscì persino ad avere accesso al palazzo della Regina.

Nel frattempo, poniamo che quella sua sorella dal talento straordinario fosse rimasta a casa. Lei era avventurosa, creativa e desiderosa di vedere il mondo tanto quanto il fratello: ma non fu mandata a scuola. Non ebbe alcuna possibilità di imparare la grammatica e la logica, per non parlare di leggere Orazio e Virgilio.

Di quando in quando, prendeva in mano un libro, forse di suo fratello, e leggeva qualche pagina: ma poi i suoi genitori entravano e le dicevano di rammendare le calze o di tener d'occhio la stufa invece di trastullarsi fra carte e libri.

Le avranno sicuramente parlato in modo secco ma gentile, poiché erano persone pragmatiche, che conoscevano le regole di vita per le donne e amavano la loro figlia – anzi, molto probabilmente era proprio la luce degli occhi di suo padre. Verosimilmente scribacchiava qualche pagina, di nascosto in soffitta, ma era molto cauta nel nasconderle o distruggerle dando loro fuoco. Presto, però, prima che compisse vent'anni, fu promessa al figlio di un vicino, che faceva il cardatore di lane. Lei gridò che l'idea del matrimonio le era odiosa e, per questo, fu severamente picchiata da suo padre; poi, però, smise di ostacolarla e, invece, la pregò di non ferirlo o disonorarlo in questa faccenda del matrimonio. Le avrebbe regalato una collana di perline o una sottoveste nuova, disse, con le lacrime agli occhi. Come avrebbe potuto disobbedirgli? Come spezzargli il cuore?

Solo la forza del suo talento la spinse a farlo. Riunì in un piccolo fagotto le sue cose, si calò giù con una corda durante una notte d'estate e prese la strada per Londra. Non aveva più di diciassette anni. Gli uccellini che cantavano nei cespugli non erano più musicali di lei: aveva un vivacissimo senso dell'armonia delle parole, un dono pari a quello del fratello e, come lui, era attratta dal teatro. Si presentò alla porta del palco: voleva recitare, disse; gli attori le risero in faccia. L'impresario – un uomo pingue, dalle labbra grassocce – esplose in un riso sgraziatamente chiassoso. Le abbaiò contro qualche storiella su barboncini addestrati a danzare e donne a recitare – nessuna donna, disse, avrebbe mai potuto essere davvero un'attrice; poi alluse a … potete immaginare cosa.

Non aveva nessuna possibilità di trovare qualcuno disposto ad insegnarle il mestiere. Come avrebbe potuto andare a cena in una taverna o gironzolare per le strade a mezzanotte? Ciononostante, il suo genio era volto alla letteratura e bramava nutrirsi abbondantemente delle vicende di uomini e donne, osservare i loro modi. Infine, dato che era molto giovane e dai lineamenti stranamente simili a Shakespeare, il poeta, con quegli occhi grigi e sopracciglia arrotondate, ecco che Nick Greene, l'agente teatrale, fu impietosito dalla sua situazione; si ritrovò con un bambino in grembo grazie a quel gentiluomo e così – come misurare la violenta passione del cuore di un poeta imprigionato e rinchiuso nel corpo di una donna? – si uccise durante una notte d'inverno e giace sepolta a un certo incrocio, lì dove ora gli autobus si fermano nei pressi di Elephant and Castle.


Guida alla lettura


1) Riassumi per punti la storia della sorella di Shakespeare e indicane il significato.
Riassunto per punti della storia della sorella di Shakespeare:

Introduzione dell'ipotetica sorella di Shakespeare:

Immaginata come Judith, dotata di straordinario talento.
Non ha avuto accesso all'istruzione come Shakespeare.

Differenze educative e opportunità:

Shakespeare frequentò il Liceo, studiò latino e si trasferì a Londra.
Judith non fu mandata a scuola e dovette occuparsi delle faccende domestiche.

Restrizioni sociali e familiari:

Genitori pragmatci la esortavano a non dedicarsi alla lettura e alla scrittura.
Scribacchiava di nascosto e distruggeva i suoi scritti per paura.

Promessa di matrimonio:

Fu promessa a un vicino cardatore di lane contro la sua volontà.
Dopo aver resistito e subìto violenze, fu costretta ad accettare per non disonorare il padre.

Fuga a Londra:

Scappò di casa a 17 anni con il sogno di diventare attrice.
Venne respinta e derisa dagli attori e dall'impresario teatrale.

Incontro con Nick Greene:

Fu sfruttata da Nick Greene, rimanendo incinta.
Senza alcuna possibilità di realizzare il suo talento, si suicidò.

Conclusione:

Viene sepolta in un luogo anonimo a Londra.

Significato:

La storia di Judith, la sorella immaginaria di Shakespeare, rappresenta simbolicamente le immense difficoltà e le barriere insormontabili che le donne del tempo dovevano affrontare per poter esprimere il loro talento. Woolf usa questa narrazione per evidenziare la negazione delle opportunità educative e creative per le donne, costrette nei ruoli domestici e soggette a restrizioni sociali e familiari. Judith incarna il genio femminile represso dalla società patriarcale, sottolineando la necessità di "una stanza tutta per sé" affinché le donne possano pensare, scrivere e realizzarsi liberamente.

2) Quali personaggi maschili segnano la vita della giovane donna?
I personaggi maschili che segnano la vita della giovane donna, Judith, nel testo sono:

Suo padre: La obbliga a fare lavori domestici, la promette in matrimonio al figlio di un vicino, la picchia quando lei si oppone e infine la prega di non disonorarlo.
Il figlio del vicino: A cui viene promessa in matrimonio.
L'impresario teatrale: Un uomo pingue e dalle labbra grassocce che la deride quando lei si presenta alla porta del palco per recitare.
Nick Greene: L'agente teatrale che si impietosisce della sua situazione e con cui ha un bambino.

3) Quali alternative le si presentano nei due casi (se decide di restare a casa o di tentare l'avventura)?
Nel testo vengono delineate due possibili alternative per la sorella immaginaria di Shakespeare, Judith:

Restare a casa:

Educazione limitata: Non avrebbe avuto la possibilità di studiare la grammatica e la logica, né di leggere autori classici come Orazio e Virgilio.
Lavori domestici: Sarebbe stata costretta a occuparsi delle faccende domestiche, come rammendare le calze e tenere d'occhio la stufa.
Scribacchiare in segreto: Avrebbe potuto scrivere solo di nascosto, rischiando continuamente di essere scoperta e punita.
Promessa in matrimonio: Avrebbe dovuto accettare un matrimonio combinato con il figlio di un vicino, un cardatore di lane.
Conflitto familiare: Resistere al matrimonio avrebbe portato a severi contrasti con il padre, inclusa la violenza fisica e l'uso di tattiche emotive per convincerla a obbedire.

Tentare l'avventura a Londra:

Fuga: Avrebbe dovuto fuggire di casa, rischiando la sicurezza e l'onore familiare.
Ricerca di opportunità: Sarebbe arrivata a Londra con la speranza di diventare un'attrice, ma avrebbe incontrato scherno e rifiuto da parte degli attori e dell'impresario teatrale.
Difficoltà materiali: Non avrebbe avuto alcuna possibilità di trovare qualcuno disposto a insegnarle il mestiere, né di sopravvivere in un ambiente ostile e maschile.
Vulnerabilità: La sua vulnerabilità l'avrebbe portata a essere sfruttata, come nel caso con Nick Greene, e a rimanere incinta senza supporto.
Tragico finale: Infine, senza possibilità di esprimere il suo genio e schiacciata dalle difficoltà, si sarebbe tolta la vita, morendo giovane e sepolta in modo anonimo.

In sintesi, entrambe le alternative si presentano con pesanti limitazioni e rischi, riflettendo la mancanza di opportunità e spazi riservati alle donne per esprimere la propria creatività e perseguire le proprie ambizioni.


Guida alla Comprensione


1) Spiega in che senso la storia ipotetica della sorella di Shakespeare ha valore esemplare.
La storia ipotetica della sorella di Shakespeare ha valore esemplare in quanto illustra le profonde ingiustizie e limitazioni imposte alle donne nel corso della storia europea, specialmente per quanto riguarda la creatività e l'espressione artistica. Woolf immagina che Judith, sorella di Shakespeare, pur avendo un talento straordinario simile a quello del fratello, sia stata completamente privata delle opportunità di istruzione e sviluppo artistico a causa del suo genere.

Mentre Shakespeare ha avuto accesso all'istruzione, alle esperienze di vita e alle opportunità di carriera, Judith è stata confinata a compiti domestici, scoraggiata dal leggere e scrivere, e infine costretta a un matrimonio indesiderato. Anche quando ha tentato di seguire la sua passione fuggendo a Londra, ha incontrato barriere insormontabili: il rifiuto degli attori, il ridicolo dell'impresario teatrale e la mancanza di supporto per le donne nel campo artistico.

La tragica fine di Judith, che si suicida dopo essere rimasta incinta, sottolinea il costo personale devastante della repressione del talento femminile. Questo racconto esemplare mostra come la negazione di "una stanza tutta per sé", cioè di uno spazio fisico e mentale per la creatività e l'indipendenza, abbia soffocato potenziali geni femminili nella storia.

2) Qual è la tesi dell'autrice sul destino storico della creatività femminile?
La tesi di Virginia Woolf nel testo "Una stanza tutta per sé" è che storicamente alle donne non è stata data nessuna possibilità e nessuno spazio per esprimere la propria creatività. Woolf utilizza l'ipotetico esempio della "sorella di Shakespeare" per illustrare come una donna di straordinario talento, a differenza del fratello, non avrebbe potuto studiare, sviluppare le proprie capacità artistiche o trovare un posto nel mondo del teatro. La mancanza di educazione, l'aspettativa di dedicarsi ai compiti domestici, e la costrizione al matrimonio limitavano fortemente le donne. Anche le poche che cercavano di ribellarsi, come Judith nella storia, finivano vittime di abusi e costrizioni, con la loro creatività destinata a rimanere inespressa e incompresa. La negazione di uno spazio proprio, sia fisico che intellettuale, rappresenta quindi la principale barriera storica alla creatività femminile.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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