Karl Marx e Friedrich Engels - I rapporti sociali di produzione e la coscienza


Immagine Karl Marx
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Tra la fine del 1845 e l'autunno del 1846, Marx e Engels lavorarono su una serie di articoli con l'obiettivo dichiarato di contrastare le concezioni ideologiche prevalenti nella filosofia tedesca dell'epoca. Questi scritti, come Marx stesso spiegherà nel 1859, si proponevano di mettere in evidenza il contrasto tra la loro visione e quella predominante nell'ambito filosofico tedesco, costituendo così una sorta di revisione critica della loro precedente formazione filosofica.

In particolare, essi presero le distanze da vari esponenti della filosofia tedesca, tra cui Feuerbach, Bauer, Max Stirner e altri rappresentanti minori del primo socialismo, con i quali Marx ed Engels avevano avuto contatti più o meno stretti negli anni precedenti. Sebbene inizialmente abbandonati dagli autori stessi, questi articoli manoscritti vennero pubblicati solo nel 1932 sotto il titolo "L'Ideologia Tedesca".

In quest'opera embrionale troviamo i primi germi della concezione materialistica della storia, insieme a un'analisi dei meccanismi e degli effetti dell'ideologia. Il termine "ideologia" era stato coniato in Francia all'inizio dell'Ottocento per riferirsi all'analisi delle sensazioni e delle idee. Tuttavia, Marx ed Engels lo impiegarono con un significato diverso, indicando con esso la produzione culturale attraverso cui la classe dominante distorceva la realtà, influenzando le coscienze della popolazione. Essi sottolineavano inoltre come, in ogni epoca storica, le idee preminenti nella società fossero sempre quelle della classe dominante.


Lettura


Il fatto è dunque il seguente: individui determinati che svolgono un'attività produttiva secondo un modo determinato entrano in questi determinati rapporti sociali e politici. In ogni singolo caso l'osservazione empirica deve mostrare empiricamente e senza alcuna mistificazione e speculazione il legame fra l'organizzazione sociale e politica e la produzione. L'organizzazione sociale e lo Stato risultano costantemente dal processo della vita di individui determinati; ma di questi individui, non quali possono apparire nella rappresentazione propria o altrui, bensì quali sono realmente, cioè come operano e producono materialmente, e dunque agiscono fra limiti, presupposti e condizioni materiali determinate e indipendenti dal loro arbitrio.

La produzione delle idee, delle rappresentazioni, della coscienza, è in primo luogo direttamente intrecciata all'attività materiale e alle relazioni materiali degli uomini, linguaggio della vita reale. Le rappresentazioni e i pensieri, lo scambio spirituale degli uomini appaiono qui ancora come emanazione diretta del loro comportamento materiale. Ciò vale allo stesso modo per la produzione spirituale, quale essa si manifesta nel linguaggio della politica, delle leggi, della morale, della religione, della metafisica, ecc. di un popolo.

Sono gli uomini i produttori delle loro rappresentazioni, idee, ecc., ma gli uomini reali, operanti, così come sono condizionati da un determinato sviluppo delle loro forze produttive e dalle relazioni che vi corrispondono fino alle loro formazioni più estese. La coscienza non può mai essere qualche cosa di diverso dall'essere cosciente, e l'essere degli uomini è il processo reale della loro vita. Se nell'intera ideologia gli uomini e i loro rapporti appaiono capovolti come in una camera oscura, questo fenomeno deriva dal processo storico della loro vita, proprio come il capovolgimento degli oggetti sulla retina deriva dal loro immediato processo fisico.

Esattamente all'opposto di quanto accade nella filosofia tedesca, che discende dal cielo sulla terra, qui si sale dalla terra al cielo. Cioè non si parte da ciò che gli uomini dicono, si immaginano, si rappresentano, né da ciò che si dice, si pensa, si immagina, si rappresenta che siano, per arrivare da qui agli uomini vivi; ma si parte dagli uomini realmente operanti e sulla base del processo reale della loro vita si spiega anche lo sviluppo dei riflessi e degli echi ideologici di questo processo di vita. Anche le immagini nebulose che si formano nel cervello dell'uomo sono necessarie sublimazioni del processo materiale della loro vita, empiricamente constatabile e legato a presupposti materiali.

Di conseguenza la morale, la religione, la metafisica e ogni altra forma ideologica, e le forme di coscienza che ad esse corrispondono, non conservano oltre la parvenza dell'autonomia. Esse non hanno storia, non hanno sviluppo, ma gli uomini che sviluppano la loro produzione materiale e le loro relazioni materiali trasformano, insieme con questa loro realtà, anche il loro pensiero e i prodotti del loro pensiero. Non è la coscienza che determina la vita, ma la vita che determina la coscienza. Nel primo modo di giudicare si parte dalla coscienza come individuo vivente, nel secondo modo, che corrisponde alla vita reale, si parte dagli stessi individui reali viventi e si considera la coscienza soltanto come la loro coscienza.

Questo modo di giudicare non è privo di presupposti. Esso muove dai presupposti reali e non se ne scosta per un solo istante. I suoi presupposti sono gli uomini, non in qualche modo isolati e fissati fantasticamente, ma nel loro processo di sviluppo, reale ed empiricamente constatabile, sotto condizioni determinate. Non appena viene rappresentato questo processo di vita attivo, la storia cessa di essere una raccolta di fatti morti, come negli empiristi che sono anch'essi astratti, o un'azione immaginaria di soggetti immaginari, come negli idealisti. Là dove cessa la speculazione, nella vita reale, comincia dunque la scienza reale e positiva, la rappresentazione dell'attività pratica, del processo pratico di sviluppo degli uomini. Cadono le frasi sulla coscienza e al loro posto deve subentrare il sapere reale.

Chi domina nei rapporti di produzione domina con le idee il modo di pensare le cose

Le idee della classe dominante sono in ogni epoca le idee dominanti; cioè, la classe che è la potenza materiale dominante della società è in pari tempo la sua potenza spirituale dominante. La classe che dispone dei mezzi della produzione materiale dispone con ciò, in pari tempo, dei mezzi della produzione intellettuale, cosicché ad essa in complesso sono assoggettate le idee di coloro ai quali mancano i mezzi della produzione intellettuale. Le idee dominanti non sono altro che l'espressione ideale dei rapporti materiali dominanti, sono i rapporti materiali dominanti presi come idee: sono dunque l'espressione dei rapporti che appunto fanno di una classe la classe dominante, e dunque sono le idee del suo dominio.

Gli individui che compongono la classe dominante posseggono fra l'altro anche la coscienza, e quindi pensano; in quanto dominano come classe e determinano l'intero ambito di un'epoca storica, è evidente che essi lo fanno in tutta la loro estensione, e quindi fra l'altro dominano anche come pensanti, come produttori di idee che regolano la produzione e la distribuzione delle idee del loro tempo; è dunque evidente che le loro idee sono le idee dominanti dell'epoca. Per esempio: in un periodo e in un paese in cui potere monarchico, aristocrazia e borghesia lottano per il potere, il quale quindi è diviso, appare come idea dominante la dottrina della divisione dei poteri, dottrina che allora viene enunciata come «legge eterna».

La divisione del lavoro, che abbiamo già visto [...] come una delle forze principali della storia finora trascorsa, si manifesta anche nella classe dominante come divisione del lavoro intellettuale e manuale, cosicché all'interno di questa classe una parte si presenta costituita dai pensatori della classe (i suoi ideologi attivi, concettivi, i quali dell'elaborazione dell'illusione di questa classe su se stessa fanno il loro mestiere principale), mentre gli altri nei confronti di queste idee e di queste illusioni hanno un atteggiamento più passivo e più ricettivo, giacché in realtà sono i membri attivi di questa classe e hanno meno tempo di farsi delle idee e delle illusioni su se stessi.

All'interno di questa classe questa scissione può addirittura svilupparsi fino a creare fra le due parti una certa opposizione e una certa ostilità, che tuttavia cade da sé se sopraggiunge una collisione pratica che metta in pericolo la classe stessa: allora si dilegua anche la parvenza che le idee dominanti non siano le idee della classe dominante e abbiano un potere distinto dal potere di questa classe. L'esistenza di idee rivoluzionarie in una determinata epoca presuppone già l'esistenza di una classe rivoluzionaria [...].

Se ora nel considerare il corso della storia si svincolano le idee della classe dominante dalla classe dominante e si rendono autonome, se ci si limita a dire che in un'epoca hanno dominato queste o quelle idee, senza preoccuparsi delle condizioni della produzione e dei produttori di queste idee, e se quindi si ignorano gli individui e le situazioni del mondo che stanno alla base di queste idee, allora si potrà dire per esempio che al tempo in cui dominava l'aristocrazia dominavano i concetti di onore, di fedeltà, ecc., e che durante il dominio della borghesia dominavano i concetti di libertà, di uguaglianza, ecc. Queste sono, in complesso, le immaginazioni della stessa classe dominante.

Questa concezione della storia che è comune a tutti gli storici, particolarmente a partire dal diciottesimo secolo, deve urtare necessariamente contro il fenomeno che dominano idee sempre più astratte, cioè idee che assumono sempre più la forma dell'universalità. Infatti ogni classe che prenda il posto di un'altra che ha dominato prima è costretta, non fosse che per raggiungere il suo scopo, a rappresentare il suo interesse come interesse comune di tutti i membri della società, ossia, per esprimerci in forma idealistica, a dare alle proprie idee la forma dell'universalità, a rappresentarle come le sole razionali e universalmente valide.

La classe rivoluzionaria si presenta senz'altro, per il solo fatto che si contrappone a una classe, non come classe ma come rappresentante dell'intera società, appare come l'intera massa della società di contro all'unica classe dominante. Ciò le è possibile perché in realtà all'inizio il suo interesse è ancora più legato all'interesse comune di tutte le altre classi non dominanti, e sotto la pressione dei rapporti fino allora esistenti non si è ancora potuto sviluppare come interesse particolare di una classe particolare. La sua vittoria giova perciò anche a molti individui delle altre classi che non giungono al dominio, ma solo in quanto pone questi individui in condizione di ascendere nella classe dominante.

Quando la borghesia francese rovesciò il dominio dell'aristocrazia, con ciò rese possibile a molti proletari di innalzarsi al di sopra del proletariato, ma solo in quanto essi diventarono borghesi. Quindi ogni nuova classe non fa che porre il suo dominio su una base più larga della precedente, per la qual cosa anche l'opposizione delle classi non dominanti contro quella ora dominante si sviluppa più tardi con tanto maggiore asprezza e profondità. Queste due circostanze fanno sì che la lotta da condurre contro questa nuova classe dominante tenda a sua volta a una negazione della situazione sociale esistente più decisa e più radicale di quanto fosse possibile a tutte le classi che precedentemente avevano aspirato al dominio.

Tutta questa parvenza, che il dominio di una determinata classe altro non sia che il dominio di certe idee, cessa naturalmente da sé non appena il dominio di classi in generale cessa di essere la forma dell'ordinamento sociale, non appena quindi non è più necessario rappresentare un interesse particolare come universale o «l'universale» come dominante.


Guida alla lettura


1) Chiarisci il concetto di condizioni materiali di vita e di rapporti di produzione.
Marx ed Engels parlano delle condizioni materiali di vita e dei rapporti di produzione come elementi fondamentali che determinano la coscienza e le idee nella società. Le condizioni materiali di vita si riferiscono agli aspetti tangibili della vita quotidiana, come il lavoro, la produzione di beni materiali e le relazioni sociali che ne derivano. I rapporti di produzione, invece, si riferiscono alle relazioni sociali e economiche che sorgono tra le persone durante il processo di produzione, distribuzione e consumo dei beni materiali.

Marx ed Engels sostengono che le idee, le rappresentazioni e la coscienza sono direttamente intrecciate con l'attività materiale e le relazioni materiali degli uomini. In altre parole, le condizioni materiali di vita e i rapporti di produzione influenzano profondamente le idee e la coscienza delle persone. Questo significa che le idee dominanti in una società sono spesso quelle della classe dominante, poiché essa detiene il controllo dei mezzi di produzione e quindi dei mezzi di produzione intellettuale, influenzando così la produzione di idee e rappresentazioni che riflettano i suoi interessi.

In sintesi, le condizioni materiali di vita e i rapporti di produzione sono concetti chiave per comprendere come le idee e le rappresentazioni nella società siano determinate dalla base economica e sociale, anziché essere il risultato di un processo indipendente dalla realtà materiale e dalle relazioni sociali.

2) Che cos'è la coscienza e da dove derivano le sue forme?
Secondo il testo di Marx ed Engels, la coscienza è direttamente intrecciata all'attività materiale e alle relazioni materiali degli uomini. Le idee, le rappresentazioni e la coscienza sono influenzate dal modo in cui gli uomini operano e producono materialmente, agendo all'interno di limiti, presupposti e condizioni materiali determinate e indipendenti dal loro arbitrio.

Le forme della coscienza derivano quindi dall'attività materiale e dalle relazioni materiali degli uomini. Marx ed Engels sostengono che la coscienza non può essere altro che l'essere cosciente, e che l'essere degli uomini è il processo reale della loro vita. Le rappresentazioni, i pensieri e le idee sono necessarie sublimazioni del processo materiale della vita, empiricamente constatabile e legato a presupposti materiali.

3) Che cosa sono le idee secondo Marx?
Secondo Marx, le idee sono prodotti delle attività materiali e delle relazioni materiali degli uomini. Esse sono direttamente intrecciate all'attività materiale e alle relazioni materiali degli uomini e si manifestano nel linguaggio della vita reale. Le rappresentazioni e i pensieri sono considerati come emanazioni dirette del comportamento materiale degli individui. In altre parole, le idee non sono astrazioni separate dalla realtà ma sono strettamente legate al processo materiale della vita e sono influenzate dalle condizioni materiali e dalle relazioni sociali degli individui.

4) Come si spiega la trasformazione delle idee nella storia?
Secondo il testo, la trasformazione delle idee nella storia è spiegata come un riflesso diretto delle condizioni materiali e delle relazioni sociali degli individui che producono materialmente e trasformano il loro pensiero di conseguenza. Marx ed Engels affermano che la produzione materiale e le relazioni materiali degli uomini sono alla base della produzione delle idee, delle rappresentazioni e della coscienza.

Essi sostengono che le idee dominanti in una società sono sempre le idee della classe dominante, poiché questa classe possiede i mezzi della produzione materiale e intellettuale. Le idee della classe dominante sono rappresentazioni degli interessi di questa classe e vengono considerate universali, anche se in realtà riflettono gli interessi particolari della classe dominante.

Inoltre, si afferma che ogni nuova classe che prende il posto di un'altra è costretta a rappresentare i propri interessi come interessi comuni di tutta la società, dando alle proprie idee una forma di universalità. Ciò significa che le idee si trasformano nel corso della storia in base alle mutazioni delle relazioni di produzione e alle dinamiche di potere tra le classi sociali.

In sintesi, la trasformazione delle idee nella storia è spiegata come il risultato diretto delle condizioni materiali, delle relazioni sociali e delle lotte di potere tra le classi sociali, che influenzano la produzione delle idee, delle rappresentazioni e della coscienza all'interno di una società.

5) Che cosa sono le idee dominanti in una determinata epoca?
Le idee dominanti in una determinata epoca, secondo il testo, sono le idee della classe dominante. Marx ed Engels spiegano che la classe che detiene il potere materiale nella società detiene anche il potere spirituale e di conseguenza le sue idee diventano le idee dominanti dell'epoca. Questo significa che le idee che prevalgono e influenzano la coscienza collettiva sono quelle promosse e sostenute dalla classe dominante, le quali vengono considerate l'universale e il punto di vista razionale della società.

6) Quali sono i due gruppi che Marx distingue entro la classe dominante?
Marx distingue due gruppi all'interno della classe dominante:

I pensatori della classe: coloro che elaborano attivamente le idee dominanti della classe e ne fanno il loro mestiere principale. Questi individui svolgono un ruolo attivo nell'elaborazione dell'illusione della classe dominante su se stessa.
Gli altri membri della classe dominante: hanno un atteggiamento più passivo e ricettivo nei confronti delle idee dominanti. Sebbene siano parte della classe dominante, non sono attivamente coinvolti nella produzione e nell'elaborazione delle idee ma le accolgono passivamente.

7) Individua l'uso delle idee universali che Marx attribuisce alla classe rivoluzionaria in cerca di alleanze.
Marx attribuisce all'utilizzo delle idee universali da parte della classe rivoluzionaria il ruolo di rappresentare i propri interessi come interessi comuni di tutta la società, al fine di ottenere alleanze con altre classi non dominanti. Questo approccio consente alla classe rivoluzionaria di presentarsi come rappresentante dell'intera società e di coinvolgere individui di altre classi nel suo movimento, poiché il suo interesse iniziale è legato anche all'interesse comune di altre classi non dominanti.

In altre parole, la classe rivoluzionaria, al fine di ottenere sostegno e ampliare la sua base sociale, adotta un discorso che non si limita a difendere i suoi interessi particolari ma li presenta come interessi universali che riguardano l'intera società. Questo approccio strategico consente di coinvolgere un numero più ampio di individui nelle lotte rivoluzionarie e di ampliare la portata del movimento.


Guida alla Comprensione


1) Ricostruisci il processo che, secondo Marx, sta alla base della produzione delle forme di coscienza e delle idee.
Secondo Marx, il processo alla base della produzione delle forme di coscienza e delle idee è strettamente legato all'attività materiale e alle relazioni materiali degli uomini. Le idee e le rappresentazioni nascono direttamente dall'attività materiale degli individui e dalle relazioni sociali in cui sono coinvolti. Marx sottolinea che la produzione materiale e le relazioni materiali determinano il modo in cui gli uomini pensano e si rappresentano il mondo.

Inoltre, Marx enfatizza che le idee non sono generate indipendentemente dall'attività materiale degli individui ma sono il risultato di un processo materiale empiricamente constatabile. Le idee e le rappresentazioni sono quindi considerate come sublimazioni del processo materiale della vita, le quali emergono dalla pratica sociale e dalle condizioni materiali in cui gli individui operano.

Questo approccio si contrappone alla visione idealistica della filosofia tedesca, che sostiene che le idee esistono indipendentemente dalla materialità e dalle relazioni sociali degli individui. Marx invece argomenta che le idee e le forme di coscienza sono strettamente intrecciate con l'attività materiale e le relazioni materiali degli uomini, e che è partendo da queste basi materiali che si può comprendere il processo di formazione delle idee e delle rappresentazioni.

2) Spiega il significato del rovesciamento metodologico proposto da Marx, con il ricondurre le idee alla loro base materiale e l'importanza scientifica del riferimento alla vita pratica degli uomini.
Il rovesciamento metodologico proposto da Marx consiste nel ricondurre le idee alla loro base materiale anziché considerarle come entità autonome o indipendenti. Questo significa che, invece di vedere le idee come il principale motore della storia o come manifestazioni puramente concettuali, si considera che siano strettamente legate alle condizioni materiali e alle relazioni sociali degli uomini che le producono.

L'importanza scientifica di questo approccio risiede nella sua capacità di fornire una comprensione più approfondita e accurata della realtà storica e sociale. Riferirsi alla vita pratica degli uomini significa prendere in considerazione il modo in cui le persone vivono, lavorano, producono e si relazionano tra loro nella società reale. Questo offre una base solida per comprendere come le idee siano influenzate e plasmate dalle condizioni materiali e sociali in cui si sviluppano.

In breve, il rovesciamento metodologico proposto da Marx e l'importanza scientifica del riferimento alla vita pratica degli uomini permettono di analizzare la storia e la società in modo più concreto, evidenziando i legami materiali e sociali che determinano la formazione e lo sviluppo delle idee.

3) Illustra il concetto di doppio dominio, materiale e intellettuale, che Marx attribuisce alla classe dominante.
Il concetto di doppio dominio, materiale e intellettuale, attribuito da Marx alla classe dominante emerge dal brano che ho appena fornito. Marx ed Engels spiegano che la classe dominante non solo detiene il potere materiale sulla produzione e sulla distribuzione dei beni materiali, ma ha anche il controllo intellettuale sulla produzione e sulla distribuzione delle idee nella società.

Ciò significa che non solo la classe dominante ha il potere economico e politico, ma anche il potere di influenzare e plasmare le idee, le rappresentazioni e la coscienza delle altre classi sociali. Questo doppio dominio si manifesta nella divisione del lavoro all'interno della classe dominante stessa, dove una parte della classe si occupa dell'elaborazione e della diffusione delle idee (i suoi ideologi attivi, concettivi), mentre gli altri membri hanno un ruolo più passivo e ricevono queste idee.

In sintesi, il concetto di doppio dominio implica che la classe dominante non solo governa attraverso il controllo dei mezzi di produzione e distribuzione ma anche attraverso il controllo della produzione e distribuzione delle idee, che influenzano le relazioni sociali, politiche e culturali nella società.

4) Spiega perché le idee della classe dominante hanno una funzione di sostegno e giustificazione della posizione occupata da quella classe nei processi produttivi, sociali e politici.
Le idee della classe dominante svolgono una funzione di sostegno e giustificazione della sua posizione nei processi produttivi, sociali e politici perché riflettono e promuovono gli interessi materiali di quella classe. Secondo quanto affermato nel testo, le idee dominanti di un'epoca sono quelle della classe che detiene il potere materiale e spirituale nella società. Questo significa che le idee della classe dominante sono quelle che predominano e vengono diffuse nella società, influenzando la coscienza e le percezioni delle altre classi.

Le idee della classe dominante vengono presentate come interessi comuni di tutta la società, dando loro una forma di universalità. Questa rappresentazione serve a giustificare il dominio e gli interessi della classe dominante come benefici per l'intera società. Inoltre, le idee della classe dominante sono promosse attraverso la produzione culturale, compresa la politica, la legge, la religione e altre istituzioni, che contribuiscono a consolidare e perpetuare il suo status quo.

Pertanto, le idee della classe dominante fungono da strumento ideologico per legittimare e stabilizzare il suo dominio, fornendo una base concettuale e morale per i suoi privilegi e il suo controllo sui mezzi di produzione e sui rapporti sociali.

5) Qual è il ruolo degli intellettuali e quale il loro margine di autonomia nell'elaborazione delle idee, secondo Marx?
Secondo Marx, gli intellettuali svolgono un ruolo importante nell'elaborazione delle idee, soprattutto all'interno della classe dominante. Essi possono essere considerati come i pensatori della classe dominante, coloro che elaborano le idee dominanti e le rappresentazioni che riflettono gli interessi e le posizioni della classe dirigente. Tuttavia, il margine di autonomia degli intellettuali nell'elaborazione delle idee è limitato dalle condizioni materiali e dalle relazioni sociali esistenti. Essi sono influenzati dalle circostanze della loro appartenenza di classe e tendono a produrre idee che sono conformi agli interessi e alle necessità della classe dominante.

In sintesi, gli intellettuali hanno un ruolo significativo nell'elaborazione delle idee, ma il loro margine di autonomia è condizionato dalle relazioni di classe e dalle strutture di potere esistenti nella società.

6) Valuta il motivo per cui a partire dal Diciottesimo secolo si intensifica l'uso di idee astratte e universali. Qual è l'uso politico di tali idee nella lotta di classe, secondo Marx?
Marx ed Engels spiegano che a partire dal diciottesimo secolo si è intensificato l'uso di idee astratte e universali come forma di rappresentazione degli interessi di classe. Questo fenomeno è attribuito al fatto che ogni classe che prende il posto di un'altra è costretta a rappresentare i propri interessi come interessi comuni di tutta la società, al fine di consolidare il proprio dominio. In altre parole, per raggiungere i propri scopi, la classe dominante deve presentare le sue idee come se fossero l'unica soluzione razionale e universale per l'intera società.

Dal punto di vista politico nella lotta di classe, Marx sottolinea che l'uso di queste idee astratte e universali serve a giustificare il dominio della classe dominante e a mantenere lo status quo sociale ed economico. Le idee universali vengono presentate come se fossero nel migliore interesse di tutta la società, quando in realtà servono principalmente a preservare i privilegi e il potere della classe dominante.

Quindi, secondo Marx, l'uso politico di queste idee astratte e universali nella lotta di classe è quello di mascherare gli interessi di classe e di legittimare il dominio della classe dominante sopra le classi sottomesse.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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