Martin Heidegger - La chiacchiera


Immagine Martin Heidegger
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Nel paragrafo 35 di "Essere e tempo", Heidegger analizza come il linguaggio si degradi nella quotidianità media. Il linguaggio, che è intrinsecamente una forma di espressione esclusivamente umana, viene qui osservato nel suo utilizzo più basilare, mirato alla comunicazione tra individui. Sebbene anche in questo contesto il linguaggio sia cruciale, Heidegger evidenzia il pericolo insito nella tendenza umana a cercare rassicurazione attraverso la comunicazione: dire e pensare le stesse cose dà a ciascuno l'illusione di possedere un'identità, di comprendere il mondo e di essere riconosciuto dagli altri. Questo condividere lo stesso modo di pensare crea un effetto avvolgente, portando alla rinuncia di un pensiero autonomo e a evitare interrogativi seri su se stessi e sulla realtà. Di conseguenza, il linguaggio si riduce a chiacchiera, un semplice atto comunicativo privo di riflessione e profondità interiore.


Lettura


Il termine «chiacchiera» qui non ha alcun significato «spregiativo». Esso designa terminologicamente un fenomeno positivo che costituisce il modo di essere della comprensione e dell'interpretazione dell'Esserci quotidiano.

Per lo più il discorso si esprime, e si è già sempre espresso, in parole. È linguaggio. In ciò che è espresso sono già sempre insite la comprensione e l'interpretazione. Il linguaggio, in quanto espressione, cela in sé un'interpretazione stabilita della comprensione dell'Esserci. Questa situazione interpretativa non è semplicementepresente, come non lo è il linguaggio; il suo essere è conforme all'Esserci.

L'Esserci, innanzi tutto ed entro certi limiti, è costantemente rimesso a questa interpretazione stabilita, che regola e ripartisce le possibilità della comprensione media e della relativa situazione emotiva. Nell'insieme della sua connessione articolata di significati l'espressione custodisce una comprensione del mondo già aperto e, cooriginariamente, una comprensione del con-Esserci degli altri e dell'in-essere proprio di ciascun Esserci.

La comprensione, sedimentatasi così nell'espressione, riguarda tanto il disvelamento dell'ente qual è via via raggiunto e tramandato, quanto la rispettiva comprensione dell'essere, le possibilità e gli orizzonti disponibili per l'interpretazione ulteriore e la relativa articolazione concettuale.

Ma bisogna andare oltre il semplice riferimento al fatto di questo assetto interpretativo dell'Esserci e interrogarsi circa il modo di essere esistenziale proprio del discorso già espresso o in via di esprimersi. Se non può essere inteso come semplice-presenza, quale sarà il suo essere e che ci dirà di essenziale intorno al modo di essere quotidiano dell'Esserci? Il discorso autoesprimentesi è comunicazione. La tendenza del suo essere è di portare coloro che sentono a esser partecipi dell'essere aperto del discorso per ciò di cui discorre.

In virtù della comprensione media che il linguaggio espresso porta con sé, il discorso comunicato può essere in gran parte compreso anche senza che colui che ascolta arrivi a essere in una comprensione originaria di ciò sopra cui il discorso discorre. Più che di comprendere l'ente di cui si discorre, ci si preoccupa di ascoltare ciò che il discorso dice come tale. Ciò che è compreso è il discorso, il sopra-che-cosa lo è solo approssimativamente e superficialmente. Si intendono le medesime cose, perché ciò che è detto è compreso da tutti nella medesima medietà.

Il sentire e il comprendere si sono attaccati anticipatamente a ciò che il discorso dice. La comunicazione non «partecipa» il rapporto ontologico originario con l'ente di cui si discorre, ma l'essere-assieme si realizza nel discorrere-assieme e nel prendersi cura di ciò che il discorso dice. Ciò che conta è che si discorra. L'esserdetto, l'enunciato, la parola, si fanno ora garanti della genuinità e della conformità alle cose del discorso e della sua comprensione.

E poiché il discorso ha perso, o non ha mai raggiunto, il rapporto ontologico originario con l'ente di cui si discorre, ciò che esso comunica non è l'appropriazione originaria di questo ente, ma la diffusione e la ripetizione del discorso. Ciò-che-èstato detto come tale si diffonde in cerchie sempre più larghe e ne trae autorità. Le cose stanno così perché così si dice. In questa diffusione e in questa ripetizione del discorso, nelle quali l'incertezza iniziale in fatto di fondamento si aggrava fino a diventare infondatezza, si costituisce la chiacchiera.

Essa non si limita al campo della semplice ripetizione verbale, ma invade quello della scrittura sotto forma di «scrivere pur di scrivere». In questo caso la ripetizione del discorso non si fonda sul sentito dire, ma trae alimento da ciò che si è letto in modo superficiale. La comprensione media del lettore non sarà mai in grado di decidere se qualcosa è stato creato e conquistato con originalità o se è frutto di semplice ripetizione. La comprensione media non sentirà mai neppure il bisogno di una distinzione di questo genere, visto che essa comprende già tutto.

L'infondatezza della chiacchiera non è un impedimento per la sua diffusione pubblica, bensì un fattore che la favorisce. La chiacchiera è la possibilità di comprendere tutto senza alcuna appropriazione preliminare della cosa da comprendere. La chiacchiera garantisce già in partenza dal pericolo di fallire in questa appropriazione. La chiacchiera, che è alla portata di tutti, non solo esime dal compito di una comprensione genuina, ma diffonde una comprensione indifferente, per la quale non esiste più nulla di inaccessibile.


Guida alla lettura


1) Heidegger dice che le parole del discorso ordinario hanno già in sé una forma di comprensione e interpretazione. Di che cosa?
Heidegger dice che le parole del discorso ordinario hanno già in sé una forma di comprensione e interpretazione dell'Esserci quotidiano. Secondo il testo, "in ciò che è espresso sono già sempre insite la comprensione e l'interpretazione". Inoltre, il linguaggio, in quanto espressione, cela in sé "un'interpretazione stabilita della comprensione dell'Esserci" e custodisce "una comprensione del mondo già aperto e, cooriginariamente, una comprensione del con-Esserci degli altri e dell'in-essere proprio di ciascun Esserci."

2) Prova a definire il concetto di «chiacchiera» nell'uso che ne fa Heidegger.
Nel testo di Heidegger, il concetto di «chiacchiera» non ha un significato spregiativo ma designa un fenomeno positivo che costituisce il modo di essere della comprensione e dell'interpretazione dell'Esserci quotidiano. La «chiacchiera» si riferisce al linguaggio che, nella sua forma più elementare, serve alla comunicazione tra esseri umani. Tuttavia, questo linguaggio tende a diventare chiacchiera, ovvero un puro fatto comunicativo privo di riflessione e risonanza interiore, quando si cerca principalmente rassicurazione e appartenenza invece di una comprensione profonda e originale.

Heidegger evidenzia come il linguaggio nella quotidianità media perda il rapporto ontologico originario con l'ente di cui si discorre, trasformandosi in diffusione e ripetizione del discorso, privo di una comprensione autentica. La chiacchiera non necessita di una comprensione genuina e si diffonde facilmente, poiché la sua infondatezza non è un ostacolo, piuttosto un vantaggio per la sua diffusione pubblica. In questo contesto, la chiacchiera diventa la possibilità di comprendere tutto superficialmente, senza un'appropriazione preliminare della cosa da comprendere.

3) Che cosa intende Heidegger quando usa l'espressione «comprensione media»?
Nel testo fornito, Heidegger utilizza l'espressione "comprensione media" per indicare una forma di comprensione che si basa sulla condivisione superficiale e approssimativa del significato delle parole e delle frasi. Questa comprensione non implica una connessione profonda o originaria con l'ente di cui si parla, piuttosto si accontenta di una comprensione comune e diffusa che non richiede un'indagine approfondita o una riflessione critica.

La comprensione media è legata alla tendenza degli esseri umani a cercare rassicurazione attraverso il linguaggio, dicendo e pensando le stesse cose per sentirsi parte di un gruppo e per avere un'impressione di identità e riconoscimento. Questo tipo di comprensione si attacca a ciò che il discorso dice, senza preoccuparsi di comprendere veramente l'ente discusso. In questo modo, il discorso e la comunicazione diventano chiacchiera, cioè un fatto comunicativo privo di riflessione e risonanza interiore, diffuso e ripetuto senza una base solida o originale.

La "comprensione media" quindi è un modo di intendere le cose che permette di partecipare alla comunicazione collettiva ma al costo di una profonda comprensione e appropriazione dell'ente di cui si discorre.

4) Da che cosa trae la sua autorità un discorso, nel mondo delle chiacchiere?
Nel mondo delle chiacchiere, un discorso trae la sua autorità dalla diffusione e dalla ripetizione. Il testo specifica che "ciò-che-è-stato detto come tale si diffonde in cerchie sempre più larghe e ne trae autorità. Le cose stanno così perché così si dice". Questo indica che l'autorità di un discorso deriva non dalla sua veridicità o dalla sua relazione con l'ente discusso ma dalla misura in cui è ripetuto e accettato socialmente.


Guida alla Comprensione


1) Dal testo si evince che nel discorso ordinario il desiderio di comunicare prevale sull'interesse per l'argomento del discorso. Quale aspetto del modo di essere dell'uomo emerge attraverso questa osservazione di Heidegger?
Nel testo, Heidegger evidenzia che nel discorso ordinario il desiderio di comunicare prevale sull'interesse per l'argomento del discorso. Questo aspetto del modo di essere dell'uomo emerge attraverso l'osservazione che il linguaggio diventa chiacchiera, ovvero un fatto comunicativo privo di riflessione e risonanza interiore. Heidegger sottolinea come l'essere assieme si realizza nel discorrere assieme e nel prendersi cura di ciò che il discorso dice, più che nella comprensione originaria dell'ente di cui si discorre. L'uomo cerca rassicurazione nel pensare e dire le stesse cose, rinunciando a pensare in proprio e a interrogarsi seriamente su se stesso e sulla realtà. Questo porta a una comprensione superficiale e indifferente, in cui la chiacchiera garantisce la possibilità di comprendere tutto senza un'appropriazione preliminare della cosa da comprendere.

2) Heidegger sostiene che le parole che usiamo contengono già una visione della realtà, di noi stessi e del nostro stare con altri. Prova a spiegare le implicazioni di questo discorso, riflettendo sul fatto che noi riceviamo da altri il nostro linguaggio.
Heidegger nel Paragrafo 35 di "Essere e tempo" esplora come il linguaggio, nella sua dimensione quotidiana, degradi a "chiacchiera". Questo linguaggio, anche se privo di valore spregiativo secondo Heidegger, diventa un modo di essere che riflette la comprensione e l'interpretazione dell'Esserci quotidiano. Il linguaggio esprime una comprensione sedimentata e un'interpretazione stabilita della realtà, regolando e ripartendo le possibilità di comprensione media e situazioni emotive.

Implicazioni del Discorso di Heidegger:

Visione Preconfezionata della Realtà:

Il linguaggio, essendo già carico di interpretazioni stabilite, fornisce una visione preconfezionata della realtà. Questo significa che le parole che usiamo non sono neutre ma portano con sé un bagaglio di significati che influenzano come percepiamo e comprendiamo il mondo.

Ricezione del Linguaggio da Altri:

Poiché il linguaggio ci è trasmesso da altri, ereditiamo anche la loro comprensione e interpretazione del mondo. Questo ci predispone a vedere e comprendere la realtà attraverso le lenti di significati preesistenti e condivisi socialmente.

Rinuncia al Pensiero Individuale:

L'appartenenza a un comune modo di pensare comporta una rinuncia a pensare in proprio, poiché si tende a cercare rassicurazione nel dire e pensare le stesse cose degli altri. Questo limita la capacità di porsi domande profonde su se stessi e sulla realtà.

Comunicazione Superficiale:

La comunicazione diventa "chiacchiera", ossia un puro fatto comunicativo privo di riflessione e risonanza interiore. Si comprende il discorso ma solo superficialmente, senza un reale rapporto ontologico con l'ente di cui si discorre.

Diffusione della Chiacchiera:

La chiacchiera si diffonde e acquista autorità tramite la ripetizione e la diffusione del discorso, anche in forma scritta. Questa diffusione non richiede una comprensione genuina ma si basa su una comprensione media e superficiale che esime dall'appropriazione preliminare della cosa da comprendere.

Comprensione Indifferente:

La chiacchiera diffonde una comprensione indifferente, rendendo tutto accessibile senza sforzo e proteggendo dal fallimento di una comprensione genuina. Questo fenomeno favorisce la diffusione pubblica della chiacchiera, alimentando una comprensione che non distingue tra originalità e semplice ripetizione.

Conclusione

Heidegger ci mette in guardia contro la tendenza del linguaggio quotidiano a diventare un mezzo di comunicazione superficiale che rafforza visioni preconfezionate della realtà e scoraggia il pensiero critico e originale. Questo fenomeno, secondo Heidegger, rende il linguaggio uno strumento di rassicurazione piuttosto che di autentica comprensione.

3) Spiega il senso di questa frase: «In virtù della comprensione media che il linguaggio espresso porta con sé, il discorso comunicato può essere in gran parte compreso anche senza che colui che ascolta arrivi a essere in una comprensione originaria di ciò sopra cui il discorso discorre».
Questa frase significa che il linguaggio espresso nella comunicazione quotidiana porta con sé una sorta di comprensione comune o media, che permette alle persone di capire il discorso anche senza una comprensione profonda o originaria del soggetto di cui si parla. Essenzialmente, il discorso può essere compreso principalmente grazie alla familiarità con le parole e le espressioni utilizzate, piuttosto che attraverso una comprensione completa del soggetto in discussione.

4) Heidegger sostiene che la chiacchiera non ha come fine la comprensione di ciò di cui si parla, ma «la diffusione e la ripetizione del discorso»: che cosa significa?
Heidegger afferma che la chiacchiera non mira a comprendere l'oggetto del discorso, bensì a diffondere e ripetere il discorso stesso. Questo significa che la chiacchiera non è incentrata sull'appropriarsi dell'oggetto di discussione piuttosto su diffondere e ripetere ciò che è stato detto. In altre parole, la chiacchiera si concentra sulla trasmissione superficiale del discorso senza una vera comprensione o appropriazione dell'oggetto di discussione.

5) In che modo l'effettochiacchiera si riverbera anche nel campo della scrittura?
Secondo quanto indicato nel testo, l'effetto della chiacchiera si estende anche al campo della scrittura. Questo avviene attraverso ciò che viene definito "scrivere pur di scrivere". In questo caso, la ripetizione del discorso non si basa sul passaparola ma è alimentata da ciò che viene letto in modo superficiale. La comprensione media del lettore non riesce a distinguere se ciò che legge è stato creato con originalità o se è solo una ripetizione. Questa mancanza di discernimento contribuisce all'espansione della chiacchiera nel campo della scrittura, creando una situazione in cui la comprensione superficiale è predominante e non vi è più alcuna distinzione tra ciò che è genuino e ciò che è solo ripetizione.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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