Giustino - La verità nel lògos prima di Cristo


Immagine Giustino
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Giustino è stato il primo pensatore a evidenziare la tendenza a integrare la dottrina cristiana con la filosofia, cercando di individuare i punti di contatto nella comune ricerca della verità e del bene. Nei brani che analizziamo, tratti dalle due apologie in difesa dei cristiani, emergono tre differenti manifestazioni di questa apertura mentale: innanzitutto, si esprime la convinzione che il lògos divino sia presente in coloro che hanno esercitato la ragione e la moralità, anche prima dell'avvento di Cristo; in secondo luogo, viene proposto un confronto diretto tra Socrate e Gesù, entrambi condannati ingiustamente e morti come testimoni della verità; infine, si manifesta un senso di orgoglio cristiano nel condividere il lògos con i più illustri filosofi, consapevoli che in Cristo-lògos si trova la migliore fonte di saggezza.


Lettura


Affinché, poi, non ci sia nessuno che, per liquidare le nostre dottrine senza alcun ragionamento, ci obietti che, se noi sosteniamo effettivamente che Cristo è nato centocinquant'anni fa sotto Quirino, e ha predicato quello che noi insegniamo qualche anno più tardi sotto Ponzio Pilato, ne conseguirebbe che tutti gli uomini vissuti prima di lui non si potrebbero considerare responsabili delle proprie azioni, cerchiamo di prevenire e risolvere anche questa aporia.

Abbiamo appreso che Cristo è il primogenito di Dio, ed abbiamo ricordato che è il Logos, di cui partecipa tutto il genere umano. Coloro che hanno vissuto secondo il Logos sono cristiani, anche se sono stati considerati atei, come, tra i Greci, Socrate ed Eraclito, ad altri simili, e, tra i barbari, Abramo, Anania, Azaria, Misael, Elia, e molti altri ancora, dei quali ora non elenchiamo le opere e i nomi, sapendo che sarebbe troppo lungo. Di conseguenza, coloro che hanno vissuto prima di Cristo, ma non secondo il Logos, sono stati malvagi, nemici di Cristo e assassini di quelli che vivevano secondo il Logos; al contrario, quelli che hanno vissuto e vivono secondo il Logos sono cristiani, non soggetti a paure e turbamenti. [...]

Pertanto, è evidente che la nostra dottrina è superiore ad ogni dottrina umana, poiché per noi la razionalità nella sua interezza si è manifestata in Cristo, in corpo, intelletto e anima. In effetti, tutto ciò che di buono i filosofi e i legislatori hanno sempre scoperto e formulato, è dovuto all'esercizio di una parte del Logos che è in loro, tramite la ricerca e la riflessione. Però, dato che non hanno conosciuto la pienezza del Logos, che è Cristo, spesso hanno sostenuto teorie che si contraddicevano a vicenda.

Coloro che hanno vissuto prima di Cristo, e che con le forze umane si sono sforzati di spiegare e contemplare la realtà secondo ragione, sono stati condotti in tribunale con l'accusa di essere empi e superstiziosi. Colui che si era posto con fermezza più di ogni altro questo obiettivo, Socrate, è stato vittima delle nostre stesse accuse: dissero, infatti, che introduceva nuove divinità e che non credeva negli dèi riconosciuti dalla città. Egli, invece, insegnava agli uomini a rifiutare i cattivi demoni e gli dèi che avevano compiuto le empietà narrate dai poeti, facendo bandire dalla repubblica Omero e gli altri poeti ed esortava alla conoscenza del Dio a loro ignoto, tramite la ricerca razionale, dicendo: «Non è facile trovare il Padre e Creatore dell'universo, ed è impossibile, per chi l'ha trovato, parlarne a tutti». Questo è ciò che ha fatto il nostro Cristo, per sua propria potenza.

A Socrate, infatti, nessuno ha creduto fino al punto di morire per la sua dottrina; a Cristo, invece, che in parte era stato conosciuto anche da Socrate (infatti era ed è il Logos che è presente in ogni uomo, che ha preannunciato gli eventi futuri per mezzo dei profeti e in persona, che si è fatto come noi mortali e che ci ha rivelato queste verità), hanno creduto non solo filosofi e sapienti, ma anche artigiani e persone del tutto ignoranti, sprezzanti dei giudizio altrui, della paura e della morte: perché questa è potenza del Padre ineffabile, e non prodotto dell'umana ragione. [...]

Sono Cristiano, confesso di esserne orgoglioso e di lottare con ogni mezzo per essere riconosciuto come tale, non perché le dottrine di Platone siano estranee a quelle di Cristo, ma perché non sono del tutto simili, come, del resto, anche quelle di altri, Stoici, poeti e scrittori. Ognuno di essi, infatti, ha potuto formulare correttamente qualche teoria, contemplando quella parte del divino Logos seminale [Lògos spermatikòs] che è innata: i medesimi, però, avendo sostenuto dottrine che si contraddicono a vicenda su questioni più importanti, dimostrano chiaramente di non possedere una scienza infallibile e una conoscenza irrefutabile.

Pertanto, tutto ciò che è stato espresso correttamente da ognuno di essi, appartiene a noi Cristiani: noi, infatti, adoriamo ed amiamo, dopo Dio che è ingenerato ed ineffabile, il Logos generato da Dio, poiché si è fatto uomo per noi, per salvarci dalle nostre miserie, delle quali si è fatto partecipe. Tutti gli scrittori, infatti, per mezzo del seme innato del Logos presente in essi, hanno potuto contemplare la realtà in modo impreciso. Infatti una cosa è un seme, un'imitazione, concesso agli uomini per quanto è possibile, e un'altra è il soggetto stesso dal quale, per sua grazia, hanno origine la partecipazione e l'imitazione.


Guida alla lettura


1) Qual è la tesi che viene attribuita ai cristiani, da cui Giustino si difende?
La tesi attribuita ai cristiani, dalla quale Giustino si difende, è che Cristo sarebbe nato solo centocinquant'anni prima sotto Quirino e avrebbe predicato ciò che i cristiani insegnano solo qualche anno dopo sotto Ponzio Pilato. Questo argomento viene usato per contestare la responsabilità morale degli uomini vissuti prima di Cristo.

2) Da che cosa gli antichi legislatori e filosofi hanno tratto la loro sapienza?
Gli antichi legislatori e filosofi hanno tratto la loro sapienza dal Logos, che è la ragione divina o la parola divina. Secondo quanto esposto nel testo, il Logos è presente in ogni essere umano e rappresenta la fonte della razionalità e della saggezza. Gli individui che hanno vissuto secondo il Logos sono considerati cristiani, anche se possono appartenere a culture diverse da quella cristiana. Pertanto, la saggezza e la conoscenza espressa dagli antichi legislatori e filosofi derivano dalla partecipazione al Logos, che è considerato la fonte ultima di ogni verità e saggezza.

3) Descrivi come Giustino rappresenta Socrate.
Giustino rappresenta Socrate come una figura che anticipa alcune delle verità fondamentali della dottrina cristiana. Socrate è descritto come uno che si è sforzato di spiegare e contemplare la realtà secondo la ragione, insegnando agli uomini a rifiutare gli dèi empi descritti dai poeti e ad avvicinarsi alla conoscenza del Dio sconosciuto tramite la ricerca razionale. Giustino evidenzia che Socrate è stato vittima delle stesse accuse rivolte ai cristiani, accusato di introdurre nuove divinità e di non credere negli dèi riconosciuti dalla città. Tuttavia, Socrate ha predicato una fede razionale e un Dio sconosciuto, e Giustino afferma che Cristo ha compiuto in parte ciò che Socrate ha anticipato, essendo il Logos presente in ogni uomo e annunciando gli eventi futuri attraverso i profeti. Inoltre, Giustino sostiene che, sebbene nessuno abbia creduto a Socrate fino al punto di morire per la sua dottrina, molti hanno creduto in Cristo, compresi filosofi, sapienti e persone comuni, poiché la potenza di Cristo è superiore all'umana ragione.

4) Che cosa è il «lògos seminale»?
Il termine "lògos seminale" si riferisce a una concezione filosofica che era presente in diverse tradizioni antiche, tra cui quella stoica e quella platonica. Nella filosofia stoica, il lògos seminale è una sorta di principio razionale o seme del ragionamento che esiste all'interno dell'universo e guida il suo sviluppo. In altre parole, è un principio ordinatore o creativo presente nella realtà, che può essere paragonato al concetto di "ragione divina" o "ragione cosmica".

Nel contesto del testo che hai fornito, sembra che si intenda che il lògos seminale sia la parte del divino Logos (ragione divina) presente in ogni individuo, che consente loro di comprendere la realtà in modo limitato. Questo concetto è usato per sottolineare che anche coloro che non erano cristiani, come i filosofi greci o i personaggi biblici precedenti a Cristo, potevano avere una conoscenza parziale della verità attraverso questo principio razionale innato.


Guida alla Comprensione


1) Che cosa significa che anche pagani ed ebrei che sono vissuti prima di Cristo, ma hanno vissuto secondo il lògos, sono da considerare cristiani?
Nel contesto del testo, quando si afferma che anche pagani ed ebrei che sono vissuti prima di Cristo, ma hanno vissuto secondo il Logos, sono da considerare cristiani, si intende che coloro che, pur non avendo avuto l'opportunità di conoscere direttamente l'insegnamento di Cristo, hanno vissuto in accordo con la ragione divina o con il principio del Logos, possono essere considerati cristiani nel senso che condividono, anche se in modo implicito, i valori e gli ideali che Cristo rappresenta. Questo concetto si basa sull'idea che il Logos divino, o la ragione divina, è presente in ogni essere umano e guida coloro che lo seguono verso la verità e il bene, anche prima della venuta di Cristo. Pertanto, chiunque abbia vissuto in conformità con il Logos, indipendentemente dalla propria tradizione religiosa o dalla mancanza di conoscenza diretta di Cristo, può essere considerato un cristiano nel senso più ampio del termine.

2) In che senso la conoscenza che i filosofi pagani hanno raggiunto è difettosa?
La conoscenza che i filosofi pagani hanno raggiunto è considerata difettosa nel senso che, secondo Giustino, non possiede la completezza e l'infondatezza della conoscenza rivelata attraverso Cristo. Pur avendo avuto accesso al "seme" del Logos (la parola divina) presente in loro, i filosofi pagani non hanno potuto contemplare la realtà in modo completo e accurato. Questo perché la loro comprensione derivava solo da una parte o un'imitazione del Logos, mentre la piena e autentica conoscenza deriva solo dalla partecipazione diretta al Logos stesso, il quale si è manifestato completamente in Cristo. In breve, la conoscenza dei filosofi pagani è considerata difettosa perché non è basata sulla piena rivelazione divina incarnata in Cristo, solo su una parte o un'imitazione di essa.

3) Perché persone semplici e ignoranti hanno creduto e compreso qualcosa che i pagani non potevano comprendere fino in fondo?
Le persone semplici e ignoranti hanno creduto e compreso qualcosa che i pagani non potevano comprendere fino in fondo perché, secondo l'autore del testo, la fede non è solo una questione di ragionamento umano, anche di rivelazione divina. Cristo, come incarnazione del Logos divino, ha portato con sé una potenza e una saggezza che supera la capacità della semplice ragione umana. Questo significa che la comprensione della verità non è limitata alla razionalità umana, ma è anche accessibile attraverso la fede e la grazia divina. Mentre i pagani possono aver avuto una comprensione limitata della realtà divina attraverso la loro ricerca razionale, le persone semplici e ignoranti hanno accettato la verità di Cristo con fede genuina, oltrepassando così i confini della razionalità umana e accedendo alla rivelazione divina.

4) Spiega il significato di questa frase: «pertanto, tutto ciò che è stato espresso correttamente da ognuno di essi [i filosofi pagani], appartiene a noi Cristiani».
Questa frase indica che secondo Giustino, il pensatore cristiano, tutto ciò che i filosofi pagani hanno espresso correttamente o veritiero appartiene in qualche modo anche alla dottrina cristiana. Ciò implica che, secondo la prospettiva di Giustino, i concetti veritieri espressi dai filosofi pagani sono in armonia con la verità rivelata da Cristo. In altre parole, la verità è vista come universale e inclusiva: se i filosofi hanno espresso verità, queste non vanno in contrasto con la dottrina cristiana ma, anzi, possono essere considerate parte integrante di essa. Questa visione suggerisce un approccio sincretico, in cui elementi della filosofia pagana sono accolti e integrati nel contesto della fede cristiana.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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