Gaetano Filangieri - L'oggetto della scienza della legislazione
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione
Introduzione
Nel primo libro della sua opera maggiore, "La Scienza della legislazione", Gaetano Filangieri presenta un "Piano ragionato dell'opera" dove descrive in modo sintetico i contenuti dei sette libri previsti. Purtroppo, Filangieri riuscì a pubblicarne solo quattro, lasciando il quinto incompiuto e non arrivando mai a scrivere gli ultimi due. In questo estratto dell'introduzione e della parte iniziale del "Piano ragionato", Filangieri espone l'argomento principale della scienza della legislazione e introduce la distinzione tra la "bontà assoluta" e la "bontà relativa" delle leggi. Egli riconosce il debito intellettuale verso Montesquieu, che aveva esaminato la varietà delle legislazioni per dedurne ciò che aveva definito "lo spirito delle leggi". Filangieri, tuttavia, evidenzia la sua intenzione di andare oltre l'analisi teorica, proponendo regole pratiche che possano guidare il legislatore nell'affrontare diverse situazioni storiche, una prassi che riteneva fosse mancata nell'opera del filosofo francese.
Lettura
È cosa strana: fra tanti scrittori che si sono consacrati allo studio delle leggi, chi ha trattata questa materia da solo giureconsulto, chi da filologo, chi anche da politico, ma non prendendo di mira che una sola parte di questo immenso edificio; chi, come Montesquieu, ha ragionato piuttosto sopra quello che si è fatto, che sopra quello che si dovrebbe fare; ma niuno ci ha dato ancora un sistema compiuto e ragionato di legislazione, niuno ha ancora ridotta questa materia ad una scienza sicura ed ordinata, unendo i mezzi alle regole, e la teoria alla pratica. Questo è quello che io intraprendo di fare in quest'opera che ha per titolo La Scienza della Legislazione. [...]
Quest'opera sarà divisa in sette libri. Nel primo libro si esporranno le regole generali della scienza legislativa; nel secondo si parlerà delle leggi politiche ed economiche; nel terzo si parlerà delle leggi criminali; nel quarto libro si svilupperà quella parte della scienza legislativa che riguarda l'educazione, i costumi e l'istruzione pubblica; nel quinto libro si parlerà delle leggi che riguardano la religione; nel sesto di quelle che riguardano la proprietà; nel settimo ed ultimo libro, finalmente, si parlerà di quelle leggi che riguardano la patria potestà ed il buon ordine delle famiglie.
La moltiplicità degli oggetti che riguarda quest'opera mi obbliga a premetterne un piano. Questa sarà una dipintura complicata, nella quale le figure saranno picciolissime ma distinte. Io prego coloro che vorranno leggere questo libro di non trascurare questo piano, giacché mi pare necessario per far conoscere il sistema e l'ordine dell'opera e per dare un'idea generale di tutte le parti che compongono l'immenso edificio della legislazione [...].
Piano ragionato dell'opera. Libro I
In ogni facoltà bisogna premettere alcuni dati, che sono come la base dell'edificio che si vuole innalzare.
Conservazione e Tranquillità
Questo è il primo dato e questo, e non altro, è l'oggetto unico ed universale della scienza della legislazione.
Da' semplici princìpi della riunione degli uomini, e dalla natura istessa dell'uomo noi dedurremo questa verità preliminare, che nella scienza del governo è quel punto al quale debbono andare a finire tutti i raggi che si vogliono tirare dalla circonferenza del cerchio.
Ma l'uomo non può conservarsi senza mezzi, né può esser tranquillo se non è sicuro di non poter essere molestato. Possibilità dunque d'esistere e d'esistere con agio; libertà d'accrescere, migliorare e conservare la sua proprietà; facilità nell'acquisto dei generi necessari o utili pel comodo della vita; confidenza nel governo; confidenza ne' magistrati; confidenza negli altri cittadini; sicurezza di non poter esser turbato, operando secondo il dettame delle leggi: questi sono i risultati del principio universale della conservazione e della tranquillità.
Ogni parte della legislazione deve dunque corrispondere ad uno di questi risultati. Ogni legge, che non reca alla società uno di questi benefici è dunque inutile. Premessi questi dati, noi passeremo rapidamente a sviluppare colla maggior brevità possibile quelle regole generali, senza delle quali la scienza della legislazione sarebbe priva di princìpi fissi e sicuri, e sarebbe nel tempo istesso vaga ed incerta.
Cominciando dal distinguere la bontà assoluta delle leggi dalla bontà relativa, determinando l'idea precisa dell'una e dell'altra, distinguendo l'armonia, che deve avere la legge co' princìpi della natura, dal rapporto che essa deve avere con lo stato della nazione, alla quale si emana, sviluppando i princìpi più generali, che dipendono da questo doppio carattere di bontà che deve avere ogni legge, osservando le conseguenze che ne derivano, deducendone gli errori delle leggi, la diversità necessaria, l'opposizione anche frequente delle legislazioni, le vicende de' codici, la necessità di correggerli, gli ostacoli, che rendono difficili queste correzioni, le precauzioni che fanno svanire questi ostacoli; prendendo, io dico, di mira tutti questi oggetti, noi non faremo altro che dare un'idea generale della teoria della bontà assoluta delle leggi e disporci allo sviluppo della teoria molto più complicata della loro bontà relativa che è, per così dire, l'aggregato di tutte le regole generali della scienza della legislazione.
Se questa bontà consiste nel rapporto delle leggi con lo stato della nazione, alla quale vengono emanate, bisogna vedere quali sono i componenti di questo stato. Noi li troveremo nella natura del governo, e per conseguenza nel principio che lo fa agire; nel genio e nell'indole de' popoli; nel clima, forza sempre attiva e sempre nascosta; nella natura del terreno; nella situazione locale; nella maggiore o minore estensione del paese; nell'infanzia o nella maturità del popolo; e nella religione, in quella forza divina, che influendo su i costumi de' popoli, deve richiamare le prime cure del legislatore.
Non si dovranno maravigliare coloro che leggeranno questo libro, se vedranno trattati alcuni di questi oggetti, dopo che l'Autore dello Spirito delle leggi ne ha così diffusamente parlato. Quando essi perverranno a questa parte della mia opera, si avvedranno che lo scopo, che io propongo, è tutto diverso da quello di quest'Autore.
Montesquieu cerca in questi rapporti lo spirito delle leggi, ed io vi cerco le regole. Egli procura di trovare in essi la ragione di quello che si è fatto, ed io procuro di dedurne le regole di quello che si deve fare.
I miei principii stessi saranno per lo più diversi da' suoi: le cose saranno considerate sotto un altro aspetto, e contento di cercare solo quello che mi giova, e lasciando volentieri tutto quello che il decoro e il fasto scientifico potrebbero usurpare sopra quella specie di sobrietà, che deve risplendere ne' lavori consecrati all'utile pubblico, contento, io dico, di questa sobrietà d'erudizione, io ristringerò in poche carte una teoria, che maneggiata diversamente richiederebbe molti volumi.
Non voglio però lasciar di confessare che io debbo molto a' sudori di questo grand'uomo. Questo tratto di gratitudine è un tributo che io offro ad un uomo che ha pensato prima di me, e che co' suoi errori istessi mi ha istruito e mi ha insegnata la strada per ritrovare la verità. Dall'esame dunque del rapporto che debbono aver le leggi con questi diversi soggetti, noi dedurremo le regole generali della scienza della legislazione.
Questa sarà quella parte di questa scienza, che ne renderà applicabile l'uso in tutti i governi, in tutti i climi, in tutti i tempi, in tutte le circostanze particolari della posizione, dell'estensione, della fertilità d'un paese, del culto, del genio, dell'infanzia o della maturità d'un popolo. Questa parte sarà l'aggregato di que' principi generali, a' quali i particolari, che saranno quindi sviluppati, debbono costantemente riferirsi.
Questa è quella che, generalizzando le idee legislative, ci farà vedere i diversi oggetti, le diverse mire, il tono diverso che deve prendere la legislazione ne' diversi popoli o negli istessi popoli, ma ne' diversi tempi; che ci farà vedere nella diversità delle costituzioni de' governi i diversi vizii che vi sono uniti, e la diversità de' rimedii; il principio unico d'azione, che produce il moto politico, in qualunque società civile, e la diversità della direzione che si deve dare a questo principio unico ne' diversi governi; l'influenza che deve avere, nello spirito d'una legislazione, il genio universale delle nazioni e lo spirito de' secoli, e il genio e l'indole particolare del popolo pel quale si emana; quella che vi deve avere il clima, sia per secondarne gli effetti, allorché sono utili, sia per contrastarli, ancorché sono perniciosi.
Questa è quella che ci farà vedere come la natura del terreno, la sua fertilità, la sua sterilità, la sua estensione, la sua posizione debbono regolare la parte economica della legislazione, e qual diversità debba produrre nella parte morale la falsità de' dogmi delle false religioni, e la loro perfezione nella vera; come in un popolo ingombrato da' primi, bisogna sostenere con una mano quello che si urta coll'altra, e come in un popolo illuminato da' secondi, bisogna garantirli dagl'imapostori che li alterano e da' miscredenti che li discreditano.
Questa sarà quella parte finalmente della scienza della legislazione, che facendoci conoscere le diverse età de' popoli, e i diversi periodi della loro vita, ci mostrerà come la legislazione debba seguire questi diversi periodi, come debba adattarsi alla loro fanciullezza, come debba seguire l'effervescenza della loro pubertà, come debba aspettare e profittare dell'epoca favorevole della loro maturità, e come prevenire quella della decrepitezza e della morte.
Guida alla lettura
1) Quale scopo si prefigge Filangieri scrivendo la sua opera?
Gaetano Filangieri si prefigge l'obiettivo di creare un sistema compiuto e ragionato di legislazione, trasformando lo studio delle leggi in una scienza sicura, ordinata, e pratica. Contrariamente a Montesquieu, che si era concentrato più su ciò che era stato fatto nel campo delle leggi piuttosto che su ciò che si dovrebbe fare, Filangieri intende fornire regole pratiche e concrete per il legislatore, per intervenire al meglio nelle diverse situazioni storiche e sociali. Egli mira a unire la teoria alla pratica legislativa, sviluppando regole generali basate sulla bontà assoluta e relativa delle leggi, e prendendo in considerazione diversi fattori come il genio dei popoli, il clima, e le condizioni economiche e sociali delle nazioni. In questo modo, Filangieri cerca di rendere la sua scienza della legislazione applicabile universalmente, in tutti i governi, climi, e tempi.
2) Quali sono gli argomenti che Filangieri avrebbe voluto trattare nei sette libri della sua opera, rimasta incompiuta?
Gaetano Filangieri aveva pianificato di dividere la sua opera "La Scienza della Legislazione" in sette libri, ognuno dedicato a un argomento specifico del campo della legislazione. Ecco gli argomenti che avrebbe voluto trattare in ciascuno dei sette libri:
Primo libro: avrebbe esposto le regole generali della scienza legislativa.
Secondo libro: avrebbe trattato delle leggi politiche ed economiche.
Terzo libro: si sarebbe focalizzato sulle leggi criminali.
Quarto libro: avrebbe sviluppato l'aspetto della scienza legislativa riguardante l'educazione, i costumi e l'istruzione pubblica.
Quinto libro: avrebbe parlato delle leggi che riguardano la religione.
Sesto libro: avrebbe discusso delle leggi che riguardano la proprietà.
Settimo libro: si sarebbe occupato delle leggi che riguardano la patria potestà e il buon ordine delle famiglie.
Tuttavia, la sua opera rimase incompiuta; Filangieri riuscì a pubblicare solamente i primi quattro libri e lasciò il quinto incompleto, non scrivendo mai gli ultimi due.
3) Qual è il fine ultimo della legislazione, secondo Filangieri?
Secondo Gaetano Filangieri, il fine ultimo della legislazione è la conservazione e la tranquillità. Questi sono considerati l'oggetto unico e universale della scienza della legislazione. Filangieri sottolinea che la legislazione dovrebbe fornire i mezzi necessari per garantire l'esistenza e il benessere delle persone, proteggendo la loro libertà, proprietà e offrendo sicurezza, il tutto operando in conformità alle leggi. Questi elementi sono fondamentali per permettere agli individui di vivere senza essere disturbati, contribuendo così alla conservazione e alla tranquillità generali della società.
4) Spiega le formule usate per definire e distinguere «bontà assoluta» e «bontà relativa» delle leggi.
Nel testo che hai fornito, Gaetano Filangieri affronta la distinzione tra "bontà assoluta" e "bontà relativa" delle leggi nell'ambito della sua opera "La scienza della legislazione". Purtroppo, il testo specifico non approfondisce dettagliatamente le definizioni di queste due forme di bontà ma è possibile inferire da quanto scritto alcune loro caratteristiche fondamentali:
Bontà assoluta delle leggi: Si riferisce a una qualità intrinseca delle leggi che può essere valutata in termini di giustizia, equità, o efficacia, indipendentemente dal contesto specifico in cui sono applicate. Questa "bontà" è universale, ossia valida in ogni situazione o condizione.
Bontà relativa delle leggi: Riguarda l'adattabilità e l'applicabilità delle leggi in relazione alle specifiche circostanze di una società, inclusi fattori come la cultura, il clima, la situazione economica e sociale, la fase di sviluppo del popolo e il sistema di governo. La "bontà relativa" valuta l'efficacia delle leggi nel produrre risultati positivi in un contesto particolare e cambia in base alle condizioni locali e temporali.
Filangieri, ispirandosi ma distinguendosi da Montesquieu, sottolinea l'importanza di queste due dimensioni per creare un sistema legislativo completo e pragmatico che non si limiti solo a riflettere su ciò che è stato fatto (come nel caso di Montesquieu) ma che offra anche una guida su ciò che dovrebbe essere fatto per migliorare la società.
Dunque, anche se il testo non fornisce formule esatte o definizioni dettagliate di "bontà assoluta" e "bontà relativa", possiamo comprendere che la differenza principale tra le due risiede nella loro applicabilità universale rispetto a quella contestuale e situazionale.
5) Su quale punto Filangieri dichiara la sua distanza da Montesquieu?
Gaetano Filangieri dichiara la sua distanza da Montesquieu principalmente su due aspetti fondamentali:
Focalizzazione sulle regole pratiche: Mentre Montesquieu si concentra più sulla descrizione di quello che è stato fatto nelle varie legislazioni (analizzando le leggi esistenti e i loro effetti), Filangieri si impegna a delineare un sistema di regole pratiche che possano essere applicate per migliorare la legislazione. Filangieri cerca quindi di trarre dalle leggi non solo una spiegazione teorica ma una guida operativa per ciò che si dovrebbe fare.
Diversità di approccio e di principi: Filangieri ammette di avere principi spesso diversi da quelli di Montesquieu e di considerare le questioni sotto un altro punto di vista. Mentre Montesquieu cerca di trovare le ragioni dietro le leggi esistenti (lo "spirito delle leggi"), Filangieri mira a dedurre regole per ciò che effettivamente si dovrebbe fare, basandosi su una teoria della "bontà relativa" delle leggi, che considera il rapporto tra le leggi e le specifiche condizioni della nazione a cui si applicano.
Questi aspetti evidenziano l'approccio più pragmatico e orientato all'azione di Filangieri rispetto a quello più analitico e descrittivo di Montesquieu.
6) Elenca i fattori di cui bisogna tener conto, secondo Filangieri, per adattare i principi ai soggetti e alle situazioni.
Secondo Filangieri, per adattare i principi della legislazione ai soggetti e alle situazioni specifiche, bisogna considerare una serie di fattori molto variabili e interconnessi. Ecco gli elementi principali evidenziati nel testo:
Natura del governo: Ogni forma di governo ha le sue peculiarità che influenzano le leggi.
Principio d'azione del governo: Il motore che guida l'azione politica in una società civile, il quale varia nei diversi governi.
Genio e indole dei popoli: Le caratteristiche culturali e sociali dei popoli, che variano non solo da nazione a nazione ma anche all'interno di una stessa nazione in periodi storici diversi.
Clima: Gli effetti del clima, sia nel favorire determinati comportamenti sia nel necessitare contromisure per i suoi effetti perniciosi.
Natura del terreno: La fertilità, l'estensione e la posizione geografica di un territorio e come questi influenzano l'economia e la società.
Estensione del paese: Le dimensioni di un paese possono influenzare la legislazione, specialmente in termini di leggi economiche e di gestione delle risorse.
Fasi di sviluppo del popolo: Le diverse "età" di una società, dalla fanciullezza alla maturità fino alla decrepitezza, richiedono adattamenti specifici nelle leggi.
Religione: L'impatto dei credi religiosi sulla società e come le leggi possono sostenere o contrastare gli effetti di religioni diverse o dei cambiamenti nel panorama religioso.
Filangieri sottolinea che un'appropriata legislazione deve prendere in considerazione tutti questi aspetti per essere efficace e rispondere alle specifiche esigenze di ogni società, in ogni suo stadio evolutivo e condizione geografica e culturale.
Guida alla Comprensione
1) Filangieri dichiara di voler ricavare i principi di una scienza della legislazione dalla natura dell'uomo e dal significato essenziale della vita sociale. Spiega in che modo le sue indicazioni concrete sugli obiettivi da perseguire per la tutela del cittadino siano coerenti con questo assunto iniziale.
Gaetano Filangieri inizia la sua opera, "La scienza della legislazione", stabilendo che l'obiettivo primario della scienza della legislazione è la "Conservazione e Tranquillità", definendo questi come l'unico oggetto universale della scienza legislativa. Questa scelta riflette la sua intenzione di costruire i principi della legislazione sulla base della natura umana e delle esigenze essenziali della vita sociale.
Secondo Filangieri, la natura umana richiede la conservazione e la tranquillità per potersi realizzare pienamente. Di conseguenza, egli propone obiettivi concreti per la legislazione che mirano a garantire che ogni cittadino abbia la possibilità di vivere senza timore di essere ingiustamente molestato o privato dei suoi beni. Questi obiettivi includono la sicurezza nella conservazione della proprietà, la facilità nell'acquisto di beni necessari, la confidenza nel governo e nei magistrati, e la sicurezza di operare in conformità alle leggi senza disturbi.
Questi obiettivi legislativi sono coerenti con l'assunto iniziale di Filangieri perché rispecchiano le esigenze fondamentali della natura umana: vivere in una società dove esistono sicurezza e stabilità, elementi essenziali per il benessere e lo sviluppo individuale. Filangieri considera questi principi come i fondamenti per una società civile, sottolineando come ogni parte della legislazione debba contribuire a uno di questi risultati essenziali. In questo modo, egli lega direttamente i principi astratti della natura umana e della vita sociale con indicazioni concrete e specifiche per la formulazione delle leggi, assicurando che le leggi non siano solo teoricamente valide ma anche praticamente efficaci nel promuovere il benessere dei cittadini nel contesto delle loro esigenze quotidiane e fondamentali.
2) Perché Filangieri ritiene più complicata la definizione della «bontà relativa» delle leggi? E perché è comunque sempre necessario preoccuparsene quando ci si propone di governare realmente un popolo?
Gaetano Filangieri inizia la sua opera, "La scienza della legislazione", stabilendo che l'obiettivo primario della scienza della legislazione è la "Conservazione e Tranquillità", definendo questi come l'unico oggetto universale della scienza legislativa. Questa scelta riflette la sua intenzione di costruire i principi della legislazione sulla base della natura umana e delle esigenze essenziali della vita sociale.
Secondo Filangieri, la natura umana richiede la conservazione e la tranquillità per potersi realizzare pienamente. Di conseguenza, egli propone obiettivi concreti per la legislazione che mirano a garantire che ogni cittadino abbia la possibilità di vivere senza timore di essere ingiustamente molestato o privato dei suoi beni. Questi obiettivi includono la sicurezza nella conservazione della proprietà, la facilità nell'acquisto di beni necessari, la confidenza nel governo e nei magistrati, e la sicurezza di operare in conformità alle leggi senza disturbi.
Questi obiettivi legislativi sono coerenti con l'assunto iniziale di Filangieri perché rispecchiano le esigenze fondamentali della natura umana: vivere in una società dove esistono sicurezza e stabilità, elementi essenziali per il benessere e lo sviluppo individuale. Filangieri considera questi principi come i fondamenti per una società civile, sottolineando come ogni parte della legislazione debba contribuire a uno di questi risultati essenziali. In questo modo, egli lega direttamente i principi astratti della natura umana e della vita sociale con indicazioni concrete e specifiche per la formulazione delle leggi, assicurando che le leggi non siano solo teoricamente valide, ma anche praticamente efficaci nel promuovere il benessere dei cittadini nel contesto delle loro esigenze quotidiane e fondamentali.
3) Spiega in che cosa consiste l'intenzione applicativa dell'opera di Filangieri e dove si colloca, a suo parere, il punto di maggiore difficoltà.
L'intenzione applicativa dell'opera di Gaetano Filangieri, "La Scienza della Legislazione", consiste nell'elaborare un sistema completo e ragionato di legislazione che non si limiti a descrivere le leggi esistenti o a riflettere teoricamente sulle stesse, ma che fornisca delle regole pratiche e concrete per la creazione e l'applicazione delle leggi. Filangieri si propone di superare il lavoro di Montesquieu, che aveva analizzato le leggi esistenti per identificarne lo spirito e le ragioni, concentrando il suo lavoro sull'elaborazione di un sistema che indichi cosa effettivamente si dovrebbe fare per migliorare le leggi esistenti e adattarle alle specificità di ogni situazione storica e sociale.
Il punto di maggiore difficoltà, secondo Filangieri, risiede nella necessità di adattare la legislazione alle diverse realtà di ciascun popolo e governo. Questo include la considerazione di vari fattori come il clima, la fertilità del terreno, la posizione geografica, l'estensione del paese, la natura del governo, il genio e l'indole dei popoli, la loro fase di sviluppo (infanzia, maturità, ecc.), e l'influenza della religione. La sfida sta nel creare leggi che non solo rispettino la "bontà assoluta" (ovvero le leggi in armonia con i principi naturali), ma che siano anche di "bontà relativa", cioè efficaci e appropriate per le specifiche condizioni di una società data.
Inoltre, Filangieri sottolinea l'importanza di superare i vizi intrinseci nelle varie forme di governo e di trovare rimedi adatti per questi, così come l'importanza di adattare la legislazione ai cambiamenti temporali e alle evoluzioni culturali e sociali di un popolo. La difficoltà maggiore, quindi, risiede nella comprensione e nell'applicazione di queste leggi in modo da essere efficaci e giuste in contesti così variabili.
Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori