Aristotele - Le funzioni del vivente


Immagine Aristotele
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Il trattato "L'anima" di Aristotele rappresenta un punto cruciale nel suo pensiero, poiché affronta congiuntamente due questioni fondamentali: la spiegazione della funzionalità degli organismi e l'analisi dell'uomo come soggetto razionale, volontario e conoscitivo. Mentre i predecessori di Aristotele tendevano a trattare queste tematiche separatamente, lui le unifica attraverso una teoria delle funzioni dell'anima che abbraccia i diversi livelli di organizzazione del vivente.

Aristotele definisce l'anima come "forma di un corpo naturale che ha la vita in potenza", evidenziando così l'interconnessione tra corpo e anima. Pur respingendo l'idea dell'immortalità dell'insieme psicofisico, lascia aperta la possibilità che la parte più elevata del pensiero sia immortale.

Nel libro II, Aristotele illustra come la funzione minima del vivente sia presente anche nelle piante, evidenziando tuttavia le difficoltà nel discernere le diverse funzioni negli organismi più complessi. Di particolare rilievo è il concetto di separabilità dell'intelletto che suggerisce la possibilità della sua immortalità.


Lettura


Riprendendo la ricerca dall'inizio, diciamo che l'essere animato si distingue dall'inanimato per il fatto che vive. E poiché vivere si dice in molti sensi, noi diciamo che un essere vive se ad esso appartiene anche una sola di queste caratteristiche, e cioè l'intelletto, la sensazione, il moto e la quiete nel luogo, e inoltre il mutamento nel senso della nutrizione, la decrescita e la crescita.

Pertanto sembra che vivano anche tutte le piante. Risulta infatti che hanno in se stesse una facoltà ed un principio in virtù del quale crescono e decrescono in direzioni opposte (in realtà non crescono verso l'alto e non verso il basso, ma ugualmente secondo entrambe ed anzi tutte le direzioni, e ciò vale per tutte le piante che si nutrono costantemente, e che perciò continuano a vivere sinché possono prendere il nutrimento). Questa facoltà può esistere indipendentemente dalle altre, mentre è impossibile che, negli esseri mortali, le altre esistano indipendentemente da essa. Ciò risulta manifesto nel caso delle piante, giacché in esse non si trova nessun'altra facoltà dell'anima.

La vita, dunque, appartiene ai viventi in virtù di questo principio, mentre l'animale è tale principalmente per la sensazione. E infatti degli esseri che non si muovono né cambiano luogo, ma che possiedono la sensazione, noi diciamo che sono animali e non soltanto che vivono.

Delle sensazioni, quella che principalmente appartiene a tutti gli animali è il tatto. E come la facoltà nutritiva può esistere indipendentemente dal tatto e da ogni altro senso, così il tatto può esistere senza gli altri sensi (diciamo facoltà nutritiva quella parte dell'anima di cui partecipano anche le piante, mentre consta che gli animali possiedono tutti il senso del tatto): per quale motivo avvengano questi due fatti, lo si dirà più oltre.

Per ora ci si limiti ad affermare quanto segue: l'anima è il principio delle facoltà menzionate ed è definita da esse, ovvero dalla facoltà nutritiva, sensitiva, razionale e dal movimento. Ma ciascuno di questi principi è un'anima o una parte dell'anima? E se è una parte, è separabile soltanto logicamente od anche spazialmente? In alcuni casi non è difficile verificarlo, mentre altri comportano delle difficoltà.

Difatti, come a proposito delle piante si nota che alcune continuano a vivere anche se vengono divise e se le loro parti vengono separate le une dalle altre (e ciò perché l'anima che si trova in esse è unica in atto in ciascuna pianta, ma molteplice in potenza), la stessa cosa vediamo che accade anche per altre specie di anima, ad esempio negli insetti, quando vengono sezionati. E infatti ciascun segmento ha la sensazione e il movimento locale, e se ha la sensazione possiede pure l'immaginazione e la tendenza, poiché dov'è la sensazione ci sono pure il dolore e il piacere, e dove si trovano questi necessariamente c'è anche il desiderio.

Riguardo poi all'intelletto e alla facoltà teoretica nulla è ancora chiaro, ma sembra che sia un genere diverso di anima, e che esso solo possa essere separato, come l'eterno dal corruttibile.

Da quanto s'è detto è chiaro invece che le rimanenti parti dell'anima non sono separabili, come alcuni affermano. Che però siano distinte logicamente, è manifesto. Difatti l'essenza della facoltà sensitiva è distinta da quella della facoltà opinativa, se è vero che il percepire è diverso dall'avere un'opinione, e ciò vale per ciascuna delle altre facoltà di cui s'è detto.

Inoltre a certi animali appartengono tutte queste facoltà, mentre ad altri soltanto alcune, e ad altri ancora una sola (ed è questo fatto che determina la differenza degli animali tra loro): per quale causa ciò si verifichi bisognerà vedere successivamente. Analogo è il caso dei sensi: certi animali li possiedono tutti, altri alcuni, altri ancora uno solo, quello più necessario, ossia il tatto.


Guida alla lettura


1) Quale funzione caratterizza il vivente in generale?
La funzione che caratterizza il vivente in generale è la capacità di vivere, la quale comprende una serie di caratteristiche come l'intelletto, la sensazione, il moto, la quiete nel luogo, il mutamento nel senso della nutrizione, la decrescita e la crescita.

2) Quale funzione caratterizza l'animale?
Secondo il testo fornito, la funzione che principalmente caratterizza l'animale è la sensazione.

3) Qual è il senso che tutti gli animali possiedono?
Tutti gli animali possiedono il senso del tatto.

4) Quale funzione possiamo osservare nella sua autonomia?
Possiamo osservare l'autonomia della facoltà nutritiva nelle piante.

5) Che cosa significa che parti di pianta o di insetti continuino a vivere anche separate?
Quando si afferma che parti di piante o insetti continuano a vivere anche se separate, si intende che queste parti conservano una forma di vita autonoma anche dopo essere state divise dal corpo principale dell'organismo. Ad esempio, se si taglia una talea da una pianta o si seziona un insetto, le parti rimanenti possono continuare a mostrare segni di vita come crescita, metabolismo o reazioni agli stimoli ambientali. Questo suggerisce che l'organismo contenga un'unità di vita non solo nel corpo principale, ma anche nelle sue parti separate.

6) Abbiamo prove che si possano separare le funzioni in organismi complessi?
Sì, nel testo vengono forniti alcuni esempi che suggeriscono la possibilità di separare le funzioni in organismi complessi. Si menziona il caso delle piante, che possono continuare a vivere anche se vengono divise e le loro parti separate, indicando che l'anima presente in esse è unica in atto in ciascuna pianta, ma molteplice in potenza. Lo stesso principio si applica anche ad altre specie di anima, come negli insetti, dove ciascun segmento ha la sensazione e il movimento locale. Questi esempi indicano la possibilità di separare le funzioni in organismi complessi.

7) Che differenza c'è tra sensazione e opinione?
La differenza tra sensazione e opinione risiede nel tipo di conoscenza o consapevolezza che ciascuna comporta:

Sensazione: Si riferisce alla percezione diretta degli stimoli esterni attraverso i sensi. È una forma di conoscenza immediata e non riflessiva, basata sull'esperienza sensoriale. Ad esempio, sentire il calore del sole sulla pelle o percepire il sapore di un frutto sono esperienze sensoriali.
Opinione: Si riferisce a un giudizio o a una convinzione che si forma in base a ragionamenti o interpretazioni personali. È una forma di conoscenza mediata e riflessiva, che può essere influenzata da fattori come l'esperienza personale, le credenze e le informazioni ricevute. Ad esempio, formare un'opinione su un argomento dopo aver valutato diverse fonti di informazione o dopo aver riflettuto su una questione complessa.

8) In che senso le funzioni sono comunque separabili?
Le funzioni dell'anima sono considerate separabili nel senso che possono essere distinte logicamente l'una dall'altra. Ciò significa che è possibile distinguere concettualmente le diverse attività o capacità dell'anima, come la facoltà nutritiva, la facoltà sensitiva e la facoltà razionale. Ad esempio, il percepire è diverso dall'avere un'opinione, e quindi la facoltà sensitiva è distinta dalla facoltà opinativa. Questa distinzione concettuale tra le diverse funzioni dell'anima suggerisce che ognuna di esse è un aspetto separato, seppur interconnesso, dell'essenza dell'anima. Tuttavia, ciò non implica necessariamente che queste funzioni siano separabili nello spazio o nella realtà pratica, come specificato nel testo.


Guida alla Comprensione


1) Come mai la funzione vegetativa è l'unica presente in forma autonoma?
La funzione vegetativa è l'unica presente in forma autonoma perché è la base della vita stessa delle piante. Le piante possono continuare a vivere anche se vengono divise in parti separate perché ogni parte contiene in sé la facoltà nutritiva, che è essenziale per il mantenimento della vita. Questa facoltà nutritiva può esistere indipendentemente dalle altre funzioni dell'anima, rendendo le piante un esempio di organismo in cui questa funzione è autonoma e indipendente.

2) Perché l'esempio delle parti delle piante e quello degli insetti non prova che le funzioni siano separabili?
L'esempio delle parti delle piante e degli insetti mostra che, anche se vengono divise o sezionate, queste parti possono continuare a manifestare alcune funzioni vitali. Tuttavia, questo non necessariamente dimostra che le funzioni dell'anima siano completamente separabili. Invece, suggerisce che alcune funzioni possano essere parzialmente indipendenti, ma che l'unità e l'integrità dell'anima possono essere mantenute solo finché le parti sono connesse in un certo modo. In altre parole, mentre alcune funzioni possono essere esercitate anche separatamente, l'unità e la completezza dell'anima dipendono dall'insieme delle sue parti e delle sue funzioni.

3) Quale preoccupazione si segnala negli accenni di Aristotele alla separabilità dell'intelletto?
Nell'accenno di Aristotele alla separabilità dell'intelletto, emerge la preoccupazione riguardante la sua natura immortale. Aristotele sembra suggerire che l'intelletto potrebbe essere di natura diversa dalle altre parti dell'anima e potenzialmente separabile, come l'eterno dal corruttibile. Questo suggerisce una riflessione sull'immortalità dell'intelletto, che potrebbe essere indipendente dalle altre funzioni dell'anima e quindi sopravvivere oltre alla morte del corpo.

4) In che senso sensazione e opinione sono distinte ma non separabili?
La distinzione tra sensazione e opinione si riferisce al modo in cui percepiamo e interpretiamo il mondo intorno a noi. La sensazione riguarda l'esperienza diretta dei nostri sensi, come la vista, l'udito, il tatto, il gusto e l'olfatto. È una reazione immediata agli stimoli esterni e interni, senza alcun processo di elaborazione concettuale.

D'altra parte, l'opinione coinvolge un livello più complesso di elaborazione mentale. È il risultato della riflessione e dell'analisi su ciò che percepiamo attraverso i nostri sensi. Le opinioni sono formate sulla base di interpretazioni, giudizi e valutazioni personali.

Sebbene sensazione e opinione siano distinte nel senso che rappresentano due modi diversi di percepire e comprendere il mondo, non sono separabili nel senso che spesso lavorano insieme. Le nostre opinioni sono influenzate dalle nostre sensazioni, poiché queste ultime forniscono il materiale grezzo su cui basiamo le nostre interpretazioni e i nostri giudizi. Inoltre, le sensazioni possono suscitare opinioni, e queste opinioni a loro volta possono influenzare la nostra percezione sensoriale.

Quindi, mentre sono distinte nel loro funzionamento e nella natura del processo cognitivo coinvolto, sensazione e opinione sono interconnesse e si integrano nel processo complessivo di percezione e comprensione del mondo.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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