Aristotele - Distinzione e integrazione delle facoltà dell'anima


Immagine Aristotele
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Nel terzo capitolo del trattato "L'Anima", Aristotele espone il modo in cui la vita dell'anima si manifesta in ogni organismo attraverso un'interazione ordinata delle sue funzioni. Questo schema è inclusivo, partendo dalla funzione più elevata che integra e coordina le funzioni inferiori.
Le tre funzioni dell'anima - quella vegetativa, quella sensitivo-reattiva e quella razionale - identificano diverse categorie di organismi lungo una scala di complessità crescente. Al vertice di questa scala si trova l'uomo, l'unico essere vivente dotato di anima razionale. Tuttavia, l'analisi delle funzioni rivela anche un legame stretto tra la facoltà sensitivo-reattiva, condivisa con gli animali, e quella conoscitiva, che è peculiare dell'uomo.
Aristotele sottolinea la necessità di approfondire il rapporto tra le sensazioni da un lato e la "tendenza" e l'"immaginazione" dall'altro, indicando che queste capacità potrebbero costituire il ponte tra la dimensione animale e quella umana.
Nel suo studio degli animali, Aristotele presta particolare attenzione alle componenti della sensibilità che mostrano una vasta gamma di variazioni. Importante è il suo tentativo di stabilire una corrispondenza tra i tipi di anime e le specie di organismi, coerente con le sue ricerche contemporanee sugli animali e con la definizione metafisica della sostanza.


Lettura


Tra le suddette facoltà dell'anima ad alcuni viventi, come dicevamo, appartengono tutte, ad altri alcune, ad altri ancora una sola. Abbiamo chiamato facoltà la nutritiva, la sensitiva, l'appetitiva, la locomotoria e la razionale. Alle piante appartiene soltanto la facoltà nutritiva, mentre agli altri viventi questa ed anche la sensitiva.

Se poi vi è la facoltà sensitiva, c'è anche l'appetitiva. Difatti l'appetizione può essere desiderio, impulso e volontà. Ora tutti gli animali possiedono almeno un senso, il tatto. Ma chi ha la sensazione possiede pure il piacere e il dolore e ciò che è piacevole e doloroso, e chi ha questi ultimi ha anche il desiderio, perché esso è la tendenza verso ciò che piace.

Inoltre gli animali possiedono la sensazione dell'alimento, giacché il tatto è il senso dell'alimento. In effetti tutti gli esseri viventi si nutrono di elementi secchi ed umidi, caldi e freddi, e chi li percepisce è il tatto, mentre gli altri sensibili il tatto li coglie accidentalmente. In realtà il suono, il colore e l'odore non contribuiscono in nulla al nutrimento, mentre il sapore è una delle qualità percepibili dal tatto. Ora fame e sete sono desideri, di secco e caldo la fame, di umido e freddo la sete, ed il sapore è, per così dire, il condimento di questi sensibili.

Tali argomenti andranno chiariti più oltre; per ora è sufficiente dire che, tra i viventi, quelli che hanno il tatto possiedono anche la tendenza. Riguardo all'immaginazione la cosa non è chiara, e su ciò s'indagherà più avanti. Alcuni animali poi, oltre queste, hanno anche la facoltà locomotoria, ed altri pure la facoltà razionale e l'intelletto, ad esempio gli uomini e, se esiste, qualche altro essere simile o superiore. È chiaro allora che una è la definizione di anima allo stesso modo che una è la definizione di figura. Difatti, come nel caso delle figure non esiste una figura oltre il triangolo e le figure che ne conseguono, così, nel caso delle anime, non esiste un'anima oltre quelle dette. Si potrebbe certo formulare per le figure una definizione comune, la quale però sarà bensì applicabile a tutte, ma non sarà propria di nessuna figura, e lo stesso si potrebbe fare per le anime suddette.

È perciò ridicolo, in questi ed altri casi, cercare la definizione comune, che non sarà la definizione propria di nessun ente e non sarà riferibile ad una specie appropriata e indivisibile, rinunciando a quest'ultima definizione. Il caso delle figure è simile a quello dell'anima, giacché sempre nel termine successivo è, contenuto in potenza il termine antecedente, e ciò vale sia per le figure come per gli esseri animati. Ad esempio nel quadrilatero è contenuto il triangolo, e nella facoltà sensitiva quella nutritiva. Di conseguenza bisogna cercare caso per caso qual è l'anima di ciascuna specie, e cioè della pianta, dell'uomo e del bruto. Per quale motivo, poi, le anime sono disposte in questa successione, è cosa da vedersi.

In realtà senza la facoltà nutritiva non esiste quella sensitiva, mentre nelle piante la facoltà nutritiva esiste indipendentemente da quella sensitiva. A sua volta senza il tatto non è presente nessun altro senso, mentre esso esiste senza gli altri, poiché molti animali non possiedono né la vista né l'udito né la percezione dell'odore. Tra gli esseri, poi, capaci di sensazione, alcuni hanno la facoltà locomotoria ed altri no.

Pochissimi, infine, possiedono la ragione e il pensiero. Difatti gli esseri corruttibili dotati di ragione hanno anche tutte le altre facoltà, mentre non tutti coloro che possiedono una di queste facoltà hanno la ragione; anzi alcuni non possiedono neppure l'immaginazione, mentre altri vivono soltanto con questa. L'intelletto teoretico esige però un altro discorso. È chiaro, pertanto, che la trattazione di ciascuna di queste facoltà è la più appropriata per la conoscenza dell'anima.


Guida alla lettura


1) Elenca le facoltà nominate da Aristotele.
Le facoltà nominate da Aristotele sono:

Nutritiva
Sensitiva
Appetitiva
Locomotoria
Razionale

2) Che rapporto c'è tra la facoltà sensitiva e l'appetitiva?
Il rapporto tra la facoltà sensitiva e l'appetitiva è strettamente correlato secondo Aristotele. Egli spiega che se un vivente possiede la facoltà sensitiva, allora possiede anche l'appetitiva. Questo perché la facoltà appetitiva è legata alla capacità di percepire piacere e dolore, oltre che a desideri e tendenze verso ciò che piace. Poiché gli animali, che possiedono la facoltà sensitiva, sono in grado di percepire piacere e dolore, essi possiedono anche il desiderio, che è una manifestazione dell'appetitiva. In sostanza, la facoltà sensitiva prepara il terreno per l'esistenza e l'operazione della facoltà appetitiva.

3) Che cos'è il tatto e quali caratteristiche gli attribuisce Aristotele, in rapporto alla tendenza e alla nutrizione?
Secondo Aristotele, il tatto è uno dei sensi fondamentali presenti negli esseri viventi. Si tratta della capacità di percepire la consistenza e la temperatura degli oggetti attraverso il contatto fisico.
Aristotele attribuisce al tatto diverse caratteristiche in relazione alla tendenza e alla nutrizione:

Relazione con la tendenza: Aristotele sostiene che chi possiede la sensazione del tatto ha anche la tendenza verso ciò che piace. Questo significa che la percezione tattile del piacere o del dolore porta automaticamente alla tendenza a cercare ciò che è piacevole e a evitare ciò che è doloroso. Ad esempio, se un essere vivente percepisce il piacere del cibo attraverso il tatto, avrà la tendenza a cercare cibo simile in futuro.
Ruolo nella nutrizione: Il tatto è essenziale per la nutrizione degli esseri viventi. Aristotele afferma che il tatto è il senso dell'alimento, poiché consente di percepire le caratteristiche degli elementi nutritivi, come la consistenza e la temperatura. Attraverso il tatto, gli esseri viventi possono distinguere tra cibi secchi e umidi, caldi e freddi, e quindi soddisfare i propri bisogni nutrizionali.

In sintesi, il tatto, secondo Aristotele, non solo permette agli esseri viventi di percepire il mondo esterno attraverso il contatto fisico, ma svolge anche un ruolo cruciale nel guidare le loro azioni, sia nel soddisfare i bisogni nutrizionali che nel rispondere ai piaceri e ai dolori.

4) Spiega il paragone tra figura geometrica e anima.
Il paragone tra figura geometrica e anima viene utilizzato per illustrare il concetto di specificità e indivisibilità delle caratteristiche. Aristotele afferma che così come esiste una definizione propria per ogni figura geometrica, come il triangolo o il quadrilatero, così esiste una definizione specifica per ogni tipo di anima.

Nel caso delle figure geometriche, non ha senso cercare una definizione comune che sia applicabile a tutte le figure ma che non sia propria di nessuna. Allo stesso modo, per le anime, non ha senso cercare una definizione comune che non sia riferibile ad una specie appropriata e indivisibile.

Inoltre, Aristotele suggerisce che il termine successivo contiene in potenza il termine antecedente, sia nel caso delle figure geometriche che negli esseri animati. Ad esempio, nel concetto di quadrilatero è contenuto quello di triangolo, così come nella facoltà sensitiva è contenuta quella nutritiva.

In sostanza, il paragone tra figura geometrica e anima serve a evidenziare che ogni tipo di anima ha una sua specificità e indivisibilità, e che cercare una definizione comune che non tenga conto di queste differenze sarebbe inappropriato.

5) Esistono collegamenti tra le facoltà e tra i sensi? Di che tipo?
Sì, esistono collegamenti tra le facoltà dell'anima e i sensi. Aristotele, nel trattato sull'anima, discute della relazione tra le diverse facoltà e i sensi nei seguenti modi:

Collegamento tra facoltà nutritiva e sensi: Aristotele stabilisce che tutte le forme di vita possiedono almeno una facoltà, la nutritiva. Questa facoltà è legata all'assorbimento e alla gestione dei nutrienti. Nei vegetali, dove è presente solo la facoltà nutritiva, il senso predominante è quello del tatto, che permette alle piante di percepire le condizioni del terreno e di regolare la crescita di conseguenza.
Collegamento tra facoltà sensitiva e appetitiva: Aristotele afferma che dove esiste la facoltà sensitiva, esiste anche quella appetitiva. I sensi, come il tatto, il gusto, l'odorato, l'udito e la vista, sono collegati alla percezione del piacere e del dolore, che a loro volta influenzano i desideri e le inclinazioni dell'individuo.
Collegamento tra sensi e locomozione: Aristotele nota che alcuni animali possiedono la facoltà locomotoria, mentre altri no. Tuttavia, stabilisce che il senso del tatto è fondamentale per il movimento, poiché permette agli animali di percepire e rispondere agli stimoli esterni, come il contatto con il cibo o il pericolo.
Collegamento tra ragione e sensi: Aristotele distingue gli esseri che possiedono la ragione da quelli che non la possiedono. Gli esseri razionali, come gli esseri umani, hanno la capacità di utilizzare la ragione per guidare le loro azioni e decisioni ma questa capacità si basa anche sulla percezione sensoriale e sull'esperienza.

In sintesi, Aristotele riconosce una connessione intrinseca tra le facoltà dell'anima e i sensi, poiché queste facoltà influenzano la percezione, il desiderio, l'azione e il pensiero degli individui viventi.

6) Che rapporto c'è tra la ragione e le altre facoltà?
Il rapporto tra la ragione e le altre facoltà dell'anima, secondo quanto descritto nei testi, è complesso e varia a seconda delle diverse specie di esseri viventi.

Facoltà nutritiva e sensitiva: Senza la facoltà nutritiva, non esisterebbe quella sensitiva. Le piante possiedono la facoltà nutritiva indipendentemente dalla sensitiva, mentre negli animali la sensitiva è presente insieme alla nutritiva.
Facoltà del tatto e degli altri sensi: Il tatto è fondamentale poiché senza di esso non sarebbero presenti gli altri sensi. Alcuni animali possono non possedere vista, udito o olfatto, ma tutti possiedono almeno il senso del tatto.
Facoltà locomotoria: Alcuni esseri viventi hanno la facoltà locomotoria, mentre altri no. È una delle facoltà che possono essere presenti a seconda della specie.
Facoltà razionale: Solo pochi esseri viventi, come gli uomini, possiedono la ragione e il pensiero. Gli esseri dotati di ragione possiedono anche tutte le altre facoltà ma non tutti coloro che hanno una di queste facoltà possiedono anche la ragione. Ci sono anche esseri che vivono solo con l'immaginazione.

In sintesi, il rapporto tra la ragione e le altre facoltà dipende dalla specifica natura di ogni ente vivente. La ragione può essere presente insieme ad altre facoltà, come negli esseri umani, ma può anche mancare, o essere presente solo in parte, in altre specie.


Guida alla Comprensione


1) Spiega in che senso le facoltà si sviluppano l'una dall'altra, usando l'esempio del tatto, in relazione allo sviluppo della tendenza.
Nel contesto aristotelico, le facoltà dell'anima si sviluppano in un'ordine gerarchico, ciascuna derivante dalla precedente. Prendiamo ad esempio il senso del tatto e la tendenza.

Facoltà nutritiva: È la base, presente in tutti gli organismi viventi. Questa facoltà consente agli esseri viventi di nutrirsi e di mantenere la propria esistenza.
Facoltà sensitiva: Si sviluppa dalla facoltà nutritiva e include sensazioni come il tatto, la vista, l'udito e l'olfatto. Il senso del tatto è tra i primi ad emergere e è condiviso da molti animali. Questo senso permette di percepire il piacere e il dolore, che sono componenti fondamentali della tendenza.
Tendenza: Deriva dalla facoltà sensitiva. Quando un organismo percepisce piacere o dolore attraverso il tatto, sviluppa un desiderio verso ciò che è piacevole e una tendenza a evitare ciò che è doloroso. Questo desiderio è parte della tendenza e si sviluppa direttamente dalla percezione sensoriale.

Quindi, attraverso questo esempio, si può vedere come le facoltà si sviluppano progressivamente l'una dall'altra, con la percezione sensoriale come punto di partenza per lo sviluppo della tendenza, che a sua volta influisce sul comportamento e sulle azioni degli esseri viventi.

2) Spiega in che senso la facoltà inferiore è contenuta in quella superiore, usando qualcuno dei casi descritti da Aristotele.
Aristotele sostiene che la facoltà inferiore è contenuta in quella superiore in diversi casi, utilizzando esempi come il rapporto tra le facoltà nutritive e sensitiva, e tra la facoltà sensitiva e quella appetitiva.

Per esempio, la facoltà nutritiva è contenuta nella facoltà sensitiva, poiché tutte le creature viventi che possiedono la facoltà sensitiva hanno anche la facoltà nutritiva. Le piante, che possiedono solo la facoltà nutritiva, sono un esempio di questo concetto. La sensazione dell'alimento, come il gusto percepibile dal tatto, è un'emanazione diretta della facoltà nutritiva, poiché il tatto è coinvolto nell'assimilazione dell'alimento. Questo dimostra come la facoltà inferiore, in questo caso la nutritiva, sia contenuta in quella superiore, la sensitiva.

Un altro esempio è il rapporto tra la facoltà sensitiva e quella appetitiva. Aristotele sostiene che se un essere vivente possiede la facoltà sensitiva, allora possiede anche la facoltà appetitiva. Questo perché la sensazione porta con sé la possibilità di piacere e dolore, e chi sperimenta queste emozioni ha anche il desiderio verso ciò che provoca piacere. Pertanto, la facoltà appetitiva è contenuta implicitamente nella facoltà sensitiva.

Questi esempi illustrano come, secondo Aristotele, le facoltà superiori includano implicitamente le facoltà inferiori e siano necessarie per il loro funzionamento, creando una gerarchia di funzioni nell'anima degli esseri viventi.

3) Perché una definizione generale delle facoltà dell'anima non sarebbe appropriata a nessun organismo? In che senso ciascuna anima è propria di una specie?
Una definizione generale delle facoltà dell'anima non sarebbe appropriata a nessun organismo perché ogni specie animale possiede un insieme specifico di facoltà dell'anima che sono caratteristiche e peculiari di quella specie. Questo significa che le facoltà dell'anima non possono essere applicate uniformemente a tutte le specie, ma devono essere considerate in relazione alle caratteristiche specifiche di ogni organismo.

Ciascuna anima è propria di una specie nel senso che le facoltà dell'anima sono inerenti alle caratteristiche e alle funzioni specifiche di quella specie. Ad esempio, mentre le piante hanno solo la facoltà nutritiva, gli animali hanno la facoltà nutritiva e in alcuni casi anche quella sensitiva, appetitiva, locomotoria e razionale. Ogni specie possiede un insieme particolare di facoltà dell'anima che riflette le sue esigenze biologiche, comportamentali e cognitive. Questo implica che l'anima di ciascuna specie è specifica e distintiva rispetto alle altre, con caratteristiche uniche che la definiscono.

4) Che cosa comporta avere la ragione? E l'immaginazione?
Avere la ragione comporta la capacità di pensare in modo razionale, di comprendere concetti complessi, di elaborare ragionamenti logici e di prendere decisioni basate sulla riflessione e sulla comprensione. La ragione permette agli individui di distinguere tra il bene e il male, di pianificare per il futuro e di adattarsi alle varie situazioni.

L'immaginazione, d'altra parte, è la capacità di creare immagini mentali, di visualizzare eventi, oggetti o situazioni che non sono presenti nella realtà immediata. Essa permette di sperimentare la creatività, di immaginare soluzioni innovative ai problemi e di esplorare mondi immaginari. L'immaginazione è spesso associata alla capacità artistica e alla fantasia.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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