John Stuart Mill - E' possibile una scienza della natura umana?


Immagine John Stuart Mill
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


John Stuart Mill dedica il sesto e ultimo libro del suo "Sistema di logica deduttiva e induttiva" alle scienze morali, ossia quelle discipline che studiano l'uomo non come organismo biologico ma come essere che agisce e prende decisioni in contesti sociali. Mill considera questo libro un'appendice ai cinque precedenti, nei quali ha descritto i metodi della scienza in generale, gli stessi che possono essere applicati alle scienze morali. Il libro è necessario soprattutto per chiarire i metodi utilizzati dalle diverse scienze morali; prima di tutto, però, è importante rispondere all'obiezione comune secondo cui i pensieri, i sentimenti e le azioni umane non possono essere oggetto di scienza nello stesso modo in cui lo sono i fenomeni studiati dalle scienze naturali. Nel passaggio proposto, Mill sostiene che la scienza della natura umana è possibile ed esiste già, anche se è ancora in una fase iniziale di sviluppo. Non c'è dubbio che le scienze morali abbiano una specificità, dovuta all'estrema complessità dei fenomeni che osservano: i fattori che determinano i comportamenti umani sono così vari e intrecciati che è impossibile stabilire con certezza tutte le connessioni causali tra i fatti. Pertanto, possiamo aspettarci che le leggi relative ai comportamenti umani si basino su generalizzazioni meno certe e non possano avere lo stesso livello di predittività delle leggi delle scienze naturali.


Lettura


1. È nozione comune, o almeno è implicito in molti modi di dire comuni, che i pensieri, i sentimenti e le azioni degli esseri senzienti non sono oggetto di scienza nel medesimo senso rigoroso in cui sono oggetti di scienza gli oggetti della natura esterna. Questa nozione sembra contenere alcune confusioni di idee che è necessario cominciar con il chiarire.

In sé e per sé sono adatti a diventare oggetto di scienza tutti quei fatti che seguono l'un l'altro secondo leggi costanti, anche se può darsi che queste leggi non siano ancora state scoperte o, date le nostre risorse attuali, non sia neppure possibile scoprirle. [...]

Può accadere che le cause maggiori – quelle cioè da cui dipende la parte principale dei fenomeni – siano alla portata della misurazione e dell'osservazione, cosicché, se non intervenisse nessun'altra causa, si potrebbe dare una spiegazione completa non soltanto del fenomeno in generale, ma di tutte le variazioni e di tutte le modificazioni di cui il fenomeno è suscettibile. Ma siccome in molti casi con quelle cause maggiori cooperano o sono in conflitto altre cause (e magari molte) che prese separatamente sono insignificanti dal punto di vista dei loro effetti, l'effetto presenterà, in conseguenza di questo, una maggiore o minore deviazione da quello che sarebbe il prodotto delle sole cause maggiori. Ora, se queste cause minori non sono accessibili così costantemente, o non sono accessibili affatto, a un'osservazione accurata, del corpo principale dell'effetto si può ancora rendere ragione, come prima, e lo si può addirittura predire: ma ci saranno variazioni e modificazioni, per spiegare completamente le quali non avremo la competenza necessaria, e le nostre predizioni a proposito delle quali non si avvereranno completamente, ma soltanto in modo approssimativo.

Così accade, per esempio, con la teoria delle maree. Nessuno dubita che la teoria delle maree [...] sia davvero una scienza. Di tutta quella parte dei fenomeni che dipende dall'attrazione del Sole e della Luna abbiamo una comprensione completa, e possiamo predirla con certezza per tutte le parti della superficie terrestre, anche per quelle sconosciute; e la parte di gran lunga maggiore dei fenomeni dipende da queste cause.

Ma in molti posti, e forse anche in tutti, l'altezza e gli orari delle maree sono influenzati da circostanze di natura locale o casuale, quali la configurazione del fondo del mare, la distanza dalle coste, la direzione dei venti e via discorrendo; e siccome una certa parte di queste circostanze o non può essere conosciuta accuratamente, o non può essere prevista con certezza, di solito nei posti noti le maree variano rispetto ai risultati dei calcoli eseguiti in base a principi generali, con certe differenze che non siamo in grado di spiegare, mentre può darsi che nei luoghi sconosciuti la variazione da questo risultato sia tale che non siamo in grado né di prevederla né di congetturarla.

Nondimeno, non soltanto è certo che queste variazioni dipendono da cause e seguono le loro cause in base a leggi infallibilmente uniformi [...]. Si possono enunciare leggi generali delle maree; su queste leggi si possono fondare predizioni e, forse non con accuratezza completa, ma almeno nelle sue linee principali, il risultato corrisponderà alle previsioni.

E questo intende, o dovrebbe intendere, chi parla di scienze che non sono scienze esatte. Una volta l'astronomia era una scienza senza peraltro essere una scienza esatta. E non poté diventare una scienza esatta fin quando non si rese ragione, non soltanto del corso generale dei movimenti dei pianeti, ma anche delle loro perturbazioni, e tutte queste cose non furono fatte risalire alle loro cause. [...] Ma nella teoria delle maree le sole leggi finora accertate con precisione sono le leggi delle cause che influenzano i fenomeni in ogni caso e in misura considerevole, mentre altre cause, che le influenzano soltanto in alcuni casi e, dato che le influenzino, lo fanno soltanto in grado trascurabile, non sono state accertate e non sono state studiate abbastanza da metterci in grado di dedurre la legge completa del fenomeno componendo gli effetti delle cause maggiori con gli effetti delle cause minori.

Pertanto, la scienza delle maree non è ancora una scienza esatta, non per un'incapacità intrinseca di esserlo, ma per la difficoltà di accertare con precisione completa le reali uniformità derivate. Comunque, combinando le leggi esatte delle cause maggiori e di quelle cause minori di cui abbiamo una conoscenza sufficiente, con quelle leggi empiriche o con quelle generalizzazioni approssimate che riguardano le variazioni miste che si possono ottenere con l'osservazione specifica, possiamo enunciare proposizioni generali, che saranno vere nelle loro linee principali e sulle quali, tenendo conto del grado della loro probabile imprecisione, possiamo fondare con sicurezza le nostre aspettative e la nostra condotta.

2. La scienza della natura umana è cosiffatta. È ben lontana dal realizzare il modello di esattezza ora realizzato in astronomia; ma non c'è ragione perché non debba essere una scienza, allo stesso titolo a cui lo è la scienza delle maree al giorno d'oggi, o lo era l'astronomia all'epoca in cui i suoi calcoli erano arrivati soltanto a padroneggiare i fenomeni principali ma non le perturbazioni.

I fenomeni di cui s'occupa questa scienza sono i pensieri, i sentimenti e le azioni degli esseri umani; pertanto essa avrebbe raggiunto la perfezione ideale di una scienza se ci mettesse in grado di predire, con la stessa certezza con cui l'astronomia ci mette in grado di predire le posizioni e gli occultamenti dei corpi celesti, il modo in cui un individuo sentirà o agirà per tutta la sua vita.

È praticamente superfluo dire che non si può far nulla che s'approssimi a tutto questo. Le azioni degli individui non potrebbero essere predette con accuratezza scientifica, non foss'altro perché non possiamo prevedere la totalità delle circostanze in cui verranno a trovarsi questi individui. Ma oltre a questo, neanche in una combinazione data di circostanze (presenti), a proposito della maniera in cui gli esseri umani penseranno, sentiranno o agiranno si possono fare asserzioni che siano, nel medesimo tempo, precise e universalmente vere.

Questo, però, non accade perché i modi di pensare, di sentire e di agire di ogni persona non dipendono da cause; e non possono esserci dubbi che, se i nostri dati a proposito di un qualsiasi individuo potessero essere completi, anche la conoscenza che attualmente abbiamo delle leggi fondamentali da cui sono determinati i fenomeni della mente sarebbe sufficiente a metterci in grado di predire con discreta certezza quale sarà la condotta o quali saranno i sentimenti di quest'individuo nel maggior numero pensabile di circostanze.

Però non soltanto le impressioni e le azioni degli esseri umani sono il risultato delle circostanze presenti di questi esseri ma sono il risultato congiunto di quelle circostanze e dei caratteri degli individui; e gli agenti che determinano il carattere dell'uomo sono così numerosi e tra loro cosi diversificati (nulla che sia accaduto alla persona nel corso della sua vita è infatti privo della sua parte d'influenza) che, presi insieme, non sono mai esattamente simili in due casi differenti.

Quindi, anche se la nostra scienza della natura umana fosse teoricamente perfetta – vale a dire anche se potessimo calcolare un carattere come possiamo calcolare l'orbita di un pianeta, in base a certi dati di cui disponiamo – tuttavia, siccome i dati non ci sono mai dati tutti, e non sono neppure esattamente eguali in casi differenti, non potremmo fare predizioni positive né potremmo enunciare proposizioni universali.

Siccome, però, come le maree, molti di quegli effetti che è più importante rendere riconducibili alla previsione e al controllo da parte degli uomini sono determinati da cause generali in una misura incomparabilmente maggiore di quanto non lo siano da tutte le loro cause parziali prese insieme (e infatti tali effetti dipendono principalmente da quelle circostanze e da quelle qualità che sono comuni a tutto il genere umano o almeno a larghe parti di esso, mentre soltanto in piccola misura dipendono dalle idiosincrasie o dall'organizzazione o dalla storia particolare degli individui) sarà evidentemente possibile fare predizioni e saranno verificate quasi sempre, e formulare proposizioni generali che saranno quasi sempre vere, sopra tutti gli effetti di questo genere. E ogni qual volta è sufficiente sapere in qual modo penserà, sentirà e agirà la grande maggioranza della razza umana o di qualche nazione, o di qualche classe di persone, queste proposizioni saranno equivalenti a proposizioni universali.

Per gli scopi della scienza politica e sociale questo è sufficiente. Come abbiamo osservato precedentemente, nelle indagini sociali una generalizzazione approssimativa è equivalente per la maggior parte degli scopi pratici, a una generalizzazione esatta; quello che è soltanto probabile quando viene asserito di esseri umani scelti indiscriminatamente è infatti certo quando venga affermato del carattere e della condotta collettivi delle masse.


Guida alla lettura


1) Quali fatti possono essere oggetto di scienza, secondo Mill?
Secondo Mill, possono essere oggetto di scienza tutti quei fatti che seguono l'un l'altro secondo leggi costanti, anche se queste leggi non sono ancora state scoperte o non sono attualmente conoscibili date le nostre risorse attuali.

2) In riferimento alla teoria delle maree Mill distingue tra cause maggiori e cause minori: che cosa significa?
Nel testo, Mill distingue tra cause maggiori e cause minori nel contesto della teoria delle maree. Le cause maggiori sono quelle che hanno un impatto significativo e costante sui fenomeni delle maree, come l'attrazione del Sole e della Luna. Queste cause sono più facilmente misurabili e influenzano in modo consistente le maree. D'altra parte, le cause minori sono quelle che possono contribuire alle variazioni delle maree ma il loro impatto può essere meno significativo o variabile. Queste cause possono includere fattori locali o casuali come la configurazione del fondo del mare, la distanza dalle coste e la direzione dei venti. Anche se le cause minori possono influenzare le maree, non sono sempre facilmente misurabili o prevedibili come le cause maggiori.

3) Secondo Mill è possibile enunciare proposizioni generali e predire fenomeni anche per scienze non esatte?
Sì, secondo Mill, è possibile enunciare proposizioni generali e predire fenomeni anche per scienze non esatte. Mill fa riferimento al fatto che, anche se la scienza delle maree e la scienza della natura umana non sono ancora considerate scienze esatte, è comunque possibile formulare predizioni e enunciare proposizioni generali che saranno quasi sempre vere. Questo è possibile perché molti degli effetti rilevanti sono determinati da cause generali in misura maggiore rispetto alle loro cause parziali, consentendo quindi la formulazione di generalizzazioni approssimative che sono sufficienti per molti scopi pratici.

4) Secondo Mill, è possibile prevedere la totalità delle circostanze in cui verrà a trovarsi un individuo?
No, secondo Mill non è possibile prevedere la totalità delle circostanze in cui verrà a trovarsi un individuo. Questo è evidenziato nel testo quando Mill afferma che "anche se i nostri dati a proposito di un qualsiasi individuo potessero essere completi, anche la conoscenza che attualmente abbiamo delle leggi fondamentali da cui sono determinati i fenomeni della mente sarebbe sufficiente a metterci in grado di predire con discreta certezza quale sarà la condotta o quali saranno i sentimenti di quest’individuo nel maggior numero pensabile di circostanze." Tuttavia, Mill sottolinea che i dati non sono mai tutti disponibili e non sono esattamente uguali in casi diversi, quindi non è possibile fare predizioni positive o enunciare proposizioni universali sulla base di questi dati incompleti e variabili.


Guida alla Comprensione


1) Che tipo di scienza è la teoria delle maree? E cosa la distingue da una scienza «esatta» come l'astronomia?
La teoria delle maree è considerata una scienza perché si basa sull'osservazione e la comprensione dei fenomeni legati alle maree attraverso l'analisi delle cause che le influenzano. Tuttavia, essa non è considerata una scienza "esatta" come l'astronomia. La distinzione principale tra la teoria delle maree e un'astronomia considerata "esatta" riguarda la precisione delle previsioni e la comprensione delle leggi che governano i fenomeni.

Nel testo, Mill spiega che mentre l'astronomia è diventata una scienza esatta quando è stata in grado di spiegare non solo i movimenti principali dei pianeti ma anche le loro perturbazioni, la teoria delle maree non ha ancora raggiunto lo stesso livello di precisione. Questo perché, sebbene siano state accertate con precisione le leggi delle cause principali che influenzano le maree, ci sono ancora altre cause minori che non sono state studiate a sufficienza per dedurre completamente la legge del fenomeno.

Quindi, mentre l'astronomia è considerata una scienza esatta perché è in grado di fare previsioni precise basate su leggi ben comprese, la teoria delle maree non è ancora considerata una scienza esatta perché le sue previsioni sono influenzate da variabili non completamente comprese.

2) Spiega perché la scienza della natura umana è simile alla teoria delle maree.
La scienza della natura umana è simile alla teoria delle maree perché entrambe cercano di comprendere e predire fenomeni complessi che coinvolgono una vasta gamma di variabili. Come affermato nel testo, sia la scienza delle maree che lo studio della natura umana devono affrontare la sfida di analizzare fenomeni influenzati da molteplici cause, alcune delle quali possono essere comprese e misurate con precisione, mentre altre possono essere più difficili da identificare o prevedere.

Nella teoria delle maree, ad esempio, sono presenti cause principali, come l'attrazione gravitazionale del Sole e della Luna ma anche cause minori, come la configurazione del fondo del mare e i venti, che possono influenzare le maree in modi più complessi e meno prevedibili.

Analogamente, nello studio della natura umana, le azioni, i pensieri e i sentimenti delle persone sono influenzati non solo dalle circostanze presenti ma anche dai loro caratteri individuali, che sono il risultato di una molteplicità di esperienze e influenze. Questa complessità rende difficile formulare previsioni precise e universali sulla condotta umana, proprio come accade con le maree, dove le variazioni possono essere dovute a molteplici fattori.

Tuttavia, nonostante queste difficoltà, entrambe le discipline sono in grado di formulare leggi generali e fare previsioni approssimative che sono utili per comprendere e gestire i fenomeni in esame.

3) Quale ruolo gioca il «carattere» nel rendere problematica la trasformazione della scienza dell'uomo in scienza esatta?
Il "carattere" gioca un ruolo fondamentale nel rendere problematica la trasformazione della scienza dell'uomo in una scienza esatta. Secondo il testo, le azioni degli esseri umani non dipendono solo dalle circostanze presenti ma anche dai loro caratteri individuali. Poiché i fattori che determinano il carattere di un individuo sono numerosi e diversificati e ogni persona ha una storia particolare che influenza il proprio carattere, è estremamente difficile prevedere con precisione come agirà o sentirà in una data situazione. Anche se la scienza dell'uomo fosse teoricamente perfetta, e potessimo calcolare il carattere di un individuo come calcoliamo l'orbita di un pianeta, la mancanza di dati completi e la diversità dei casi renderebbero impossibile fare predizioni positive o enunciare proposizioni universali. Pertanto, il carattere individuale costituisce un ostacolo significativo nel tentativo di trasformare la scienza dell'uomo in una scienza esatta.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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