Parafrasi, Analisi e Commento di: "S'i' fosse foco" di Cecco Angiolieri


Immagine Cecco Angiolieri
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Testo e Parafrasi puntuale
4) Parafrasi discorsiva
5) Figure Retoriche
6) Analisi e Commento
7) Confronti
8) Domande e Risposte

Scheda dell'Opera


Autore: Cecco Angiolieri
Titolo dell'Opera: Rime
Data: Tra la fine del XIII e l'inizio del XIV sec.
Genere: Poesia lirica
Forma metrica: Sonetto con rime incrociate nelle quartine e alternate nelle terzine. Lo schema è ABBA, ABBA; CDC, DCD. Parole in rima: mondo, profondo, giocondo, tondo; tempestarei, annegherei (rima imperfetta), imbrigarei, farei; padre, madre, leggiadre; lui, fui, altrui.



Introduzione


"S'i' fosse foco" è uno dei sonetti più celebri di Cecco Angiolieri, poeta senese del XIII secolo noto per il suo stile irriverente e ironico. Questo componimento, parte della tradizione della poesia comico-realistica, si distingue per il tono dissacrante e la critica mordace alle convenzioni sociali del tempo. Nel sonetto, Angiolieri immagina di possedere poteri straordinari, come essere fuoco, vento, acqua o Dio, e descrive come li userebbe in modo distruttivo e capriccioso. La sua poesia riflette una visione pessimistica e provocatoria della vita, caratterizzata da un disprezzo per l'ipocrisia e un desiderio di rivalsa contro le ingiustizie e le costrizioni della società medievale. "S'i' fosse foco" è un'opera che colpisce per la sua vivacità linguistica e per l'audacia delle immagini proposte, rendendo Cecco Angiolieri una voce unica nel panorama letterario del suo tempo.


Testo e Parafrasi puntuale


1. S'i' fosse foco, ardere' il mondo;
2. s'i' fosse vento, lo tempestarei;
3. s'i' fosse acqua, i' l'annegherei;
4. s'i' fosse Dio, mandereil'en profondo;
5. s'i' fosse papa, serei allor giocondo,
6. ché tutti cristïani embrigarei;
7. s'i' fosse ‘mperator, sa' che farei?
8. a tutti mozzarei lo capo a tondo.
9. S'i' fosse morte, andarei da mio padre;
10. s'i' fosse vita, fuggirei da lui:
11. similemente faria da mi' madre,
12. S'i' fosse Cecco, com'i' sono e fui,
13. torrei le donne giovani e leggiadre:
14. le vecchie e laide lasserei altrui.
1. Se io fossi fuoco, brucerei il mondo fino a incenerirlo;
2. se fossi vento, soffierei su di esso come una tempesta;
3. se fossi acqua, lo annegherei;
4. se fossi Dio, lo farei sprofondare in una voragine;
5. se fossi il papa, allora sarei felice,
6. perché avrei il potere di mettere nei guai tutti i cristiani a mio piacere;
7. se fossi l'imperatore, sai cosa farei invece?
8. taglierei la testa di netto ("a tondo") a tutti quelli che mi stanno intorno.
9. Se fossi la morte, andrei da mio padre;
10. se fossi la vita, lo terrei a distanza più che posso:
11. e lo stesso farei con mia madre.
12. Se fossi Cecco, come in effetti sono e sono sempre stato,
13. prenderei per me tutte le donne giovani e belle
14. e lascerei agli altri le vecchie e brutte.



Parafrasi discorsiva


[vv. 1-4] Se io fossi fuoco, brucerei il mondo fino a incenerirlo; se fossi vento, soffierei su di esso come una tempesta; se fossi acqua, lo annegherei; se fossi Dio, lo farei sprofondare in una voragine;

[vv. 5-8] se fossi il papa, allora sarei felice, perché avrei il potere di mettere nei guai tutti i cristiani a mio piacere; se fossi l'imperatore, sai cosa farei invece? taglierei la testa di netto ("a tondo") a tutti quelli che mi stanno intorno.

[vv. 9-11] Se fossi la morte, andrei da mio padre; se fossi la vita, lo terrei a distanza più che posso: e lo stesso farei con mia madre.

[vv. 12-14] Se fossi Cecco, come in effetti sono e sono sempre stato, prenderei per me tutte le donne giovani e belle e lascerei agli altri le vecchie e brutte.


Figure Retoriche


Anafore: vv. 1-5, 7, 9, 10, 12: "s'i' fosse...". Figura che percorre l'intero componimento e elenca l'intera gamma di desideri iperbolici di Cecco Angiolieri.

Parallelismi: vv. 1-5, 7, 9, 10: "s'i' fosse" + condizionale. Altra figura su cui il componimento è strutturato e che propone la ripetizione della stessa figura sintattica per descrivere condizioni impossibili sino allo scioglimento comico della terzina finale.

Iperbole: le due quartine e la prima terzina sono tutte fondate su continue iperboli: il poeta si immagina come trasfigurato in elementi naturali o figure politiche potentissime.

Antitesi: vv. 5-7, vv. 9-10, v. 13: "papa" vs "'mperator" sono le due forze politiche dominanti e rivali nel medioevo, "morte" vs "vita" elementi in contrasto naturale che il poeta riferisce ai suoi genitori, "giovani e leggiadre" vs "vecchie e laide" aspetto fisico e età sono opposte nelle possibili condizioni della donna nella battuta finale.

Climax: vv. 1-4, v. 5, 7, 9, 11, 12: (climax discendente) "fuoco – acqua – vento – Dio", "papa – 'mperator", "padre – madre", "Cecco", figura che determina l'andamento comico del componimento, dalla supposta rabbia iniziale sino alla battuta che ridimensiona il poeta nell'ultima terzina.

Chiasmi: vv. 13-14: "torrei le donne giovani e leggiadre:/ le vecchie e laide lasserei altrui" la figura oppone la visione comica che Cecco ha di se stesso e delle donne.

Domanda retorica: v. 7 : "S'i fosse 'mperator, sa che farei?" il tono ironico porta il poeta a immaginare di avere il potere dell'imperatore e poterlo usare per decapitare chicchessia.

Epifrasi: vv. 12-14: "S'i fossi Cecco, qual i' sono e fui, / torrei le donne giovani e leggiadre / e vecchie e laide lasserei altrui" la figura chiude l'anticlimax e porta al definitivo tono comico del componimento.

Poliptoti: v. 12: "qual i' sono e fui" Cecco si rivela per quello che è realmente, nella sua condizione di poeta e uomo dedito alla risata e la parodia.


Analisi e Commento


Storico-letterario

S'i' fosse foco è un celeberrimo sonetto contenuto nelle Rime di Cecco Angiolieri, poeta senese contemporaneo di Dante e degli Stilnovisti, e capofila duecentesco della poesia comico-realistica o comico-parodica, fiorita contemporaneamente alle correnti letterarie principale del secolo, che spesso si divertiva a prendere di mira con parodie e ribaltamenti giocosi.

La produzione poetica di Cecco Angiolieri è tutta concentrata tra gli ultimi decenni del Duecento e i primissimi del Trecento ed è raccolta nelle Rime, testo oggi diffuso in due edizioni curate dai critici Contini e Marti, che hanno avuto il merito di epurare dalla raccolta alcuni testi del poeta senese Meo de' Tolomei a lungo attribuiti all'Angiolieri.

La poesia comico-realistica è una diretta emanazione della tradizione goliardica medievale e si pone in contrasto con la linea poetica dominante, impiegando uno stile basso per trattare argomenti quotidiani: l'intento di poeti come Cecco Angiolieri è dunque quello di rovesciare sistematicamente le convenzioni per creare comicità e parodiare abilmente i generi elevati.

Contemporaneo dei grandi poeti dello Stil Novo, come Dante, Cavalcanti e Guicciardini, Cecco Angiolieri sfrutta i topoi raffinatissimi della rivoluzionaria corrente letteraria dominante del suo tempo per creare atmosfera di strada, di bottega e di osteria, prendendo in giro le tendenze poetiche in voga e dando testimonianza dello spirito parodico del medioevo.

Tematico

In S'i fosse foco, poiché il sonetto vuole essere una presa in giro e un rovesciamento parodico dei generi "seri" ed "ufficiali", ovviamente Cecco Angiolieri presuppone che il lettore conosca questi ultimi per poterne apprezzare la parodia. La struttura stessa del componimento ricalca, antifrasticamente, quella del più nobile plazer di origine provenzale: si trattava in quel caso di un elenco di cose piacevoli; qui, invece, i desideri elencati sono irrealistici e volutamente catastrofici.

Il tono dissacratorio e volutamente provocatorio del componimento S'i' fosse foco non è quindi da interpretare letteralmente, come uno sfogo estemporaneo contro Dio, il mondo e la propria famiglia, bensì va inteso come un raffinatissimo gioco letterario, sorretto da una forma stilistica estremamente elaborata. Lo scorrimento della poesia è ritmato dalla ripetuta anafora di "S'i' fosse" (vv. 1-5, 7, 9, 10, 12): questa, oltre a facilitare la memorizzazione, crea una struttura poetica esattamente simmetrica, che determina un tono ossessivo di continua ripetizione dello stesso tema della distruzione, presentato in forme totalmente iperboliche. Proprio le continue iperboli, che occupano le quartine e la prima delle due terzine, lasciano intuire che nulla di quanto viene detto deve essere preso sul serio.

La discesa graduale dal tono apocalittico a quello comico è realizzata attraverso una forte anticlimax. Cecco si immagina inizialmente trasfigurato negli elementi fisici da cui, secondo la concezione medievale, aveva avuto origine il cosmo (fuoco, acqua, vento, Dio), per passare alle due potenze che reggono il mondo medievale (papa e imperatore), fino ad arrivare alla famiglia del poeta (padre e madre), per concludere, poi, con la menzione del poeta stesso al verso 12 (s'i' fosse Cecco, com'i' sono e fui..). Il tono parodico è inoltre palesato dall'evidente abbassamento del tono nell'ultima terzina, burlesca e divertita, che nell'insieme del componimento ha funzione di epifrasi: mentre prima prevalgono gli eccessi e le immagini iperboliche, ora il poeta si presenta qual è veramente ed espone bonariamente la sua filosofia di vita, basata sul conseguimento immediato di un godimento tutto terreno: se non può essere né fuoco, né vento, né papa, né morte e vita, allora vorrebbe almeno prendere per sé le donne più affascinanti e lasciare agli altri quelle brutte e poco desiderabili.

Stilistico

Dal punto di vista metrico, S'i' fosse foco è un sonetto a rime incrociate nelle quartine e alternate nelle terzine. Lo schema è quindi ABBA, ABBA; CDC, DCD. Le parole in rima sono: mondo, profondo, giocondo, tondo; tempestarei, annegherei (rima imperfetta), imbrigarei, farei; padre, madre, leggiadre; lui, fui, altrui.

Nel testo non sono presenti enjambement, e questa singolarità porta all'analisi dello sviluppo sintattico scelto da Cecco Angiolieri. L'intera poesia si fonda infatti sulla ripetizione, più o meno ricca di incisi, di una serie di periodi ipotetici dell'irrealtà che contribuiscono appunto alla creazione di iperboli, figura parodica che occupa l'intero componimento sino agli ultimi 3 versi. Essendo la poesia fondata su uno stesso ritmo sintattico, essa è ricca di parallelismi (vv. 1-4; 5-7; 10-11; 12), che permettono la variazione dei paragoni che il poeta pone tra sé stesso e cosa vorrebbe essere introdotti dal "S'i' fosse". Tale operazione, accoppiata all'insistenza sull'anafora, le rime e la variazione, influisce inoltre sulla musicalità e il ritmo, rendendoli incalzanti. Non è un caso, infatti, che S'i' fosse foco abbia avuto larga fortuna nel campo musicale e sia stata adattata in una canzone moderna da artisti tra i quali spicca Fabrizio De André.

Alla funzione comica sono poi destinate le scelte lessicali operate da Cecco Angiolieri. Sino alla prima terzina viene esasperato il tono catastrofico, violento e distruttivo da termine come "tempestarei", "annegherei", "imbrigarei" o "mozzerei lo capo a tondo"; il rovesciamento dell'ultima terzina è introdotto dal "S'i' fosse Cecco", cioè se stesso, e dal poliptoto "Qual i' sono e fui", fa ripiombare l'atmosfera della poesia nel quotidiano e nel comico, chiudendo con una battuta l'invettiva schiumante e iperbolico enunciate nelle strofe precedenti.


Confronti


Il grande merito di Cecco Angiolieri è quello di aver creato ed essere l'esponente maggiore nel Duecento della poesia comico-realistica, un filone che nel corso dei secoli sarebbe fiorito all'ombra della letteratura "seria", che secondo i canoni letterari classici era considerata di un livello superiore. In realtà, da Aristofane in Grecia, Plauto a Roma, a Lorenzo il Magnifico o più tardi Leopardi stesso, la poesia comica non gode di dignità inferiore rispetto a qualunque altro tipo di poesia ed ha spesso il merito di convivere con essa, mettendone in luce gli aspetti più divertenti.

Prima di Cecco Angiolieri, la poesia comica aveva caratteri popolari ed era perlopiù pubblicata in forma anonima, come accadde ad esempio per Rosa fresca aulentissima, uno dei primi testi italiani in volgare risalente alla prima metà del Duecento, il cui autore fu rintracciato solo nel Rinascimento nel siciliano Cielo D'Alcamo. Come S'i' fosse foco ricalca la struttura del plazer provenzale e ne fa la parodia, anche Rosa fresca aulentissima ricalca il genere provenzale della "Pastorella", in cui si descrive l'incontro amoroso tra un cavaliere e appunto una pastorella solitaria, ovviamente ironizzando sui tratti sensuali dell'amore piuttosto che sui lati spirituali, che invece appartenevano alla poesia amorosa di genere alto.

La presa in giro di Cecco Angiolieri nell'ultima terzina di S'i fosse foco è diretta alle qualità della donna-angelo degli Stilnovisti, che aveva origine celeste e caratteristiche metafisiche, mentre Cecco afferma ironicamente di apprezzare tra le donne solo quelle "giovani e leggiadre" per ben più terreni amori mondani. I riferimenti contenuti nelle prime strofe agli elementi cosmici possono essere invece visti come una parodia della poesia religiosa, quale quella del Cantico delle creature o di Frate Sole di San Francesco, in cui si esaltavano le creazioni di Dio e l'armonia del Creato, mentre in questo sonetto Cecco si immagina trasfigurato in quegli stessi elementi per tormentare l'esistenza dei suoi simili.

Anche la diatriba politica tra Papato e Impero, centrale nelle dinamiche storiche dell'Italia medievale e che segnò direttamente la vita dello stesso poeta e di molti suoi contemporanei – egli fu protagonista come Dante nelle battaglie tra i comuni toscani alleati con l'una o l'altra potenza nella seconda parte del Duecento -, in S'i' fosse foco è sminuita come un confronto tra due potenze ugualmente deleterie e concentrate unicamente sull'accumulo di potere. La presa di posizione del poeta, come si è visto, non è tuttavia rivoltosa o polemica, ma di nuovo volta alla satira e alla parodia.


Domande e Risposte


Qual è il tema principale di S'i' fosse fuoco?
Il tema principale di S'i fosse fuoco è la parodia dei generi letterari considerati alti nel secolo del poeta.

In quale raccolta è inserito il componimento?
Il componimento fa parte delle Rime di Cecco Angiolieri, risalenti alla seconda metà del Duecento.

Qual è la forma metrica del componimento?
S'i' fosse foco è un sonetto a rime incrociate nelle quartine e alternate nelle terzine. Lo schema è quindi ABBA, ABBA; CDC, DCD.

A quale filone letterario appartiene S'i' fosse foco?
S'i' fosse foco appartiene al genere della poesia comico-realistica o comico-parodica.

Di quali poeti fu contemporaneo Cecco Angiolieri?
Cecco Angiolieri fu contemporaneo di Dante Alighieri e gli Stilnovisti.

Quale figura è ripetuta quattro volte nella prima celebre quartina di S'i' fosse foco?
I primi 4 versi di S'i' fosse foco sono occupati da 4 iperboli.

Fonti: libri scolastici superiori

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