Parafrasi, Analisi e Commento di: "Movesi il vecchierel canuto et biancho" di Francesco Petrarca
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Testo e Parafrasi puntuale
4) Parafrasi discorsiva
5) Figure Retoriche
6) Analisi e Commento
7) Confronti
8) Domande e Risposte
Scheda dell'Opera
Autore: Francesco Petrarca
Titolo dell'Opera: Rerum vulgarium fragmenta (Canzoniere)
Prima edizione dell'opera: Tra il 1336 e il 1374
Genere: Poesia lirica
Forma metrica: Sonetto con quartine a rima incrociata e terzine a rima ripetuta. Schema ABBA, ABBA, CDE, CDE.
Introduzione
L'introduzione di "Movesi il vecchierel canuto et biancho" di Francesco Petrarca presenta un'immagine di forte impatto emotivo e visivo. In questo sonetto, l'autore descrive un anziano pellegrino che, nonostante l'età avanzata e le difficoltà del cammino, intraprende un lungo viaggio per raggiungere Roma, spinto dalla fede. L'opera esplora temi profondi come la devozione religiosa, la fragilità umana e il legame tra il corpo ormai stanco e l'animo fervente. Petrarca riesce a catturare l'intensità del sacrificio fisico e spirituale, rivelando al contempo la sua riflessione personale sulla vita, sul tempo e sul desiderio di redenzione.
Testo e Parafrasi puntuale
1. Movesi il vecchierel canuto et biancho 2. del dolce loco ov'à sua età fornita 3. et da la famigliuola sbigottita 4. che vede il caro padre venir manco; 5. indi trahendo poi l'antiquo fianco 6. per l'extreme giornate di sua vita, 7. quanto piú pò, col buon voler s'aita, 8. rotto dagli anni, et dal camino stanco; 9. et viene a Roma, seguendo 'l desio, 10. per mirar la sembianza di colui 11. ch'ancor lassú nel ciel vedere spera: 12. cosí, lasso, talor vo cerchand'io, 13. donna, quanto è possibile, in altrui 14. la disïata vostra forma vera. |
1. Il vecchietto canuto e imbiancato dall'età si separa 2. dal suo tranquillo paese natale, che lo ha nutrito per l'intero numero dei suoi anni (dove ha trascorso tutta la vita), 3. e dalla sua famiglia, commossa 4. che vede il caro padre partire; 5. da lì, trascinando a fatica le vecchie membra ("l'antiquo fianco") 6. attraverso le ultime giornate della sua vita, 7. si fa coraggio quanto più può con la buona volontà, 8. sfiancato dagli acciacchi dell'età e affaticato dal cammino; 9. e viene a Roma, seguendo il suo desiderio 10. di vedere il cosiddetto velo della Veronica, l'immagine di Cristo 11. che spera di poter vedere di nuovo in cielo, dopo la morte ("ancor"): 12. allo stesso modo, a volte cerco io, sfinito, 13. Laura, per quanto possibile, in altre donne 14. il vostro desiderato volto in carne e ossa. |
Parafrasi discorsiva
Il vecchietto canuto e imbiancato dall'età si separa dal suo tranquillo paese natale, che lo ha nutrito per l'intero numero dei suoi anni (dove ha trascorso tutta la vita), e dalla sua famiglia, commossa che vede il caro padre partire; da lì, trascinando a fatica le vecchie membra ("l'antiquo fianco") attraverso le ultime giornate della sua vita, si fa coraggio quanto più può con la buona volontà, sfiancato dagli acciacchi dell'età e affaticato dal cammino; e viene a Roma, seguendo il suo desiderio di vedere il cosiddetto velo della Veronica, l'immagine di Cristo che spera di poter vedere di nuovo in cielo, dopo la morte ("ancor"): allo stesso modo, a volte cerco io, sfinito, Laura, per quanto possibile, in altre donne il vostro desiderato volto in carne e ossa.
Figure Retoriche
Allitterazioni: v. 1, vv. 2-3, v. 14: Della "c": "Movesi il vecchierel canuto et biancho". Della "l" e della "t": "del dolce loco ov'à sua età fornita / et da la famigliuola sbigottita". Della "v" e "f": "vostra forma vera": Il componimento alterna suoni duri e dolci per accentuare la consolazione agli affani data da Cristo o dall'immagine di Laura.
Anastrofi: v. 1, v. 2, v. 7, v. 12: "Movesi il vecchierel", "ha sua età fornita", "quanto più po', col buon voler s'aita", "vo cercand'io".
La figura di inversione sintattica crea musicalità e ritmo piano nel componimento. L'andamento scorrevole accompagna poi la sequenza narrativa che descrive il viaggio dell'anziano pellegrino.
Apostrofi: v. 13: "donna". L'ultima terzina è rivolta dal poeta direttamente a Laura, che egli continua a ricercare nel suo viaggio interiore.
Chiasmi: v. 8: "rotto dagli anni e dal cammino stanco". La figura insiste sull'affanno del viaggio del vecchio e la difficoltà della sua scelta.
Endiadi: v. 1: "canuto et bianco". I due aggettivi rafforzano la caratterizzazione dell'anziano insistendo attraverso due termini, quasi sinonimi, sul colore dei suoi capelli.
Enjambements: vv. 2-3-5-10-11: La figura rompe il ritmo narrativo e piano e crea una cadenza che fa di contrasto al tema del viaggio, simboleggiandone le difficoltà date dalla vecchiaia.
Perifrasi: v. 10: "colui/ ch'ancor lassú nel ciel vedere spera" (sta per Cristo). Di Cristo viene invocato senza essere nominato direttamente.
Sineddoche: v. 5: "fianco". Il fianco, parte del corpo più martoriata probabilmente dall'età dell'uomo, è utilizzato per indicare il suo intero corpo.
Similitudini: vv. 1-14: "Movesi il vecchierel [...] così talor vo cercand'io / [...] la vostra forma vera".
L'intero componimento è composto da questa figura retoriche che compare esplicitamente solo nell'ultima terzina e assimila la ricerca dell'immagine di Cristo da parte del pellegrino a quella dell'immagine di Laura da parte di Petrarca.
Analisi e Commento
Storico-letterario
Il componimento Movesi il vecchierel canuto et biancho è il numero XVI (16) della celeberrima raccolta petrarchesca il Canzoniere (il cui titolo originale fu Rerum vulgarium fragmenta, letteralmente "frammenti di composizioni in volgare"). Esso fu compilato da Petrarca durante tutto il corso della sua carriera poetica (tra il 1336 e il 1374) e racchiude trecentosessantasei poesie, una per ogni giorno dell'anno più una di introduzione. Fu intento esplicito del poeta la divisione in due sezioni, "in vita" e "in morte" di Laura, la donna dalle origini incerte di cui egli si innamorò. L'amore per Laura è appunto il leitmotiv del Canzoniere, con la decisione, dopo la morte di lei, di abbandonare le illusioni mondane per cercare in Dio la fine degli affanni terreni e la salvezza. La ragazza è stata identificata dalla critica nella dama Laura de Noves, ma il personaggio creato dal poeta è continuamente associato, nello scorrere dei componimenti della raccolta, a concetti fittizi e decisamente più astratti. Il nome scelto richiama infatti il lauro (o alloro) con il quale venivano incoronati i poeti per il loro valore, riconoscimento al quale l'autore aspirerà per tutta la vita.
Il sonetto numero XVI Movesi il vecchierel canuto et biancho fu composto da Petrarca nel 1337 durante un viaggio verso Roma. Esso propone un paragone atipico per la poesia petrarchesca tra un anziano pellegrino che si mette in cammino per andare a vedere l'immagine di Cristo sul Velo della Veronica e il poeta stesso, che va cercando in ogni luogo il volto della donna amata. Il sentimento per la donna non vive perciò di alcun innalzamento religioso e, nel miscuglio di sacro e profano, Petrarca si distacca dal nesso tra donna-angelo e divino posto dalla poesia Stilnovista.
Tematico
Il contenuto di Movesi il vecchierel canuto et biancho poggia interamente su un rallentamento concettuale che si dipana man mano nello scorrere delle strofe per sciogliere il significato finale solo nell'ultima terzina. Le prime due quartine contengono una sequenza di immagini descrittive e narrative che rappresentano la dipartita del "romeo" (un pellegrino che si reca a Roma) dalla propria casa e dalla propria famiglia che lo saluta commossa per il suo ultimo viaggio. Il racconto prosegue poi nella seconda strofa, la quale si concentra sugli affanni dati dalla fatica e la vecchiaia nel corso del viaggio, con l'uomo che però non demorde e, seppur sfiancato, continua la propria marcia. Nella prima terzina ci viene infine indicata la destinazione del vecchio, Roma, e il suo intento, ossia la ricerca e la visione dell'immagine di Cristo sulla reliquia della Veronica: egli vorrebbe poterlo vedere incarnato prima di poterlo incontrare nel regno dei Cieli dopo quest'ultimo ed estremo viaggio nella capitale della Cristianità.
Per i primi undici versi, dunque, la scena è integralmente occupata dall'immagine del vecchio viaggiatore, e il sonetto appare al lettore come un componimento a tutti gli effetti di argomento religioso. Solo al v. 12 l'avverbio così introduce inaspettatamente la similitudine ed il secondo termine di paragone, rivelando infine il significato profano e amoroso del testo. Come il vecchio cerca per l'ultima volta il volto di Cristo, anche Petrarca cerca il volto di Laura, alla quale egli si rivolge direttamente attraverso l'apostrofe del v.13, nelle altre figure femminili così da poterlo scorgere un'ultima volta.
Il brusco capovolgimento di situazione segna una presa di distanza dal topos ("luogo comune") del pellegrinaggio, tipico della letteratura medievale, che in questo testo si ribalta in pellegrinaggio amoroso. Il passaggio improvviso del v. 12 suggerisce una contrapposizione fra il vecchio virtuoso, che malgrado l'età avanzata, il tragitto, la stanchezza, la famiglia da abbandonare, è risoluto a mettersi in cammino, forte della sua caparbia volontà, e il poeta, che indugia nella ricerca dell'immagine dell'amata. Anche in Movesi il vecchierel canuto et biancho, dunque, come spesso nel Canzoniere, ci imbattiamo in un contrasto fra sacro e profano, e anche qui è implicito che l'azione del poeta sia impedita dal sentimento dell'accidia (come gli si rimprovera nel Secretum).
Stilistico
Movesi il vecchierel canuto et biancho è un sonetto con quartine a rima incrociata e terzine a rima ripetuta, lo schema delle rime è perciò ABBA, ABBA, CDE, CDE. Già sviluppata da Siciliani e Stilnovisti, sarà proprio con Petrarca che tale forma metrica, per la sua perfetta architettura e scorrevolezza, verrà riconosciuta come tradizionale e caratteristica della lirica italiana.
Il poeta aretino attua un profondo studio della simmetria del testo insistendo, in questo caso, su un equilibrio tra suoni dolci e duri nelle allitterazioni ("c" v. 1. "Movesi il vecchierel canuto et biancho"; di "l" e "t" vv. 2-3 "del dolce loco ov'à sua età fornita / et da la famigliuola sbigottita"; "v" e "f" v. 14 "vostra forma vera") e lo sciogliersi narrativo del testo inframezzato da interruzioni ritmiche forti dato dall'incastro studiato tra figure come l'anastrofe (v. 1 "Movesi il vecchierel"; v. 2: "ha sua età fornita"; v. 7 "quanto più po', col buon voler s'aita"; v. 12 "vo cercand'io") e l'enjambement (vv. 2-3-5-10-11). La struttura fonica è quindi al servizio di quella concettuale che impregna il testo. Incedere e interruzioni, dolcezza e durezza, esprimono di nuovo la gioia finale del viaggio del vecchio e la contemporanea estrema fatica così come la consolazione del volto di Laura e il dolore della ferita d'amore nell'animo del poeta.
La sintassi intricata delle prime due strofe sembra dunque voler rappresentare il cammino accidentato e faticoso del vecchio; la prima terzina fa poi da scioglimento, indicando dove questo tortuoso tragitto si risolve improvvisamente (e viene a Roma, v. 9) nel raggiungimento della meta e nella prefigurazione della beatitudine celeste.
L'intrico ritorna infine nell'ultima terzina, con l'inserimento in tre soli versi del termine di paragone soggettivo che associa la figura del vecchio a quello del poeta, proponendo però un'opposizione morale. L'elemento di distanza, sottolineato a livello lessicale, si situa fra la risolutezza del pellegrino che orienta con convinta certezza la propria ricerca verso un luogo preciso, Roma, e l'irresolutezza del poeta che si muove in maniera confusa, in un non meglio precisato altrui, e per giunta soltanto quanto è possibile.
Confronti
Gli ultimi versi di Movesi il vecchierel canuto et biancho ("12. cosí, lasso, talor vo cerchand'io, / 13. donna, quanto è possibile, in altrui / 14. la disïata vostra forma vera.") in cui Petrarca si rivolge direttamente a Laura confessandole di cercare, invano, di rivedere il suo viso dappertutto, porta a riflettere sulla natura della donna così com'è descritta nell'intero canzoniere. Prendiamo ad esempio alcuni luoghi dei celebri componimenti Chiare, fresche et dolci acque e Erano i capei d'oro a l'aura sparsi:
Chiare, fresche et dolci acque
56. Cosí carco d'oblio
57. il divin portamento
58. e 'l volto e le parole e 'l dolce riso
59. m'aveano, et sí diviso
60. da l'imagine vera,
61. ch'i' dicea sospirando:
62. Qui come venn'io, o quando?;
63. credendo esser in ciel, non là dov'era.
Erano i capei d'oro a l'aura sparsi
3. e 'l vago lume oltra misura ardea
4. di quei begli occhi, ch'or ne son sì scarsi;
5. e 'l viso di pietosi color' farsi,
6. non so se vero o falso, mi parea:[...]
12. uno spirto celeste, un vivo sole
13. fu quel ch'i' vidi: e se non fosse or tale,
14. piagha per allentar d'arco non sana.
I due componimenti trattano rispettivamente del primo momento in cui il poeta incontrò la donna, intenta a fare il bagno in un fiume, e di un ricordo che Petrarca ha di lei ad anni di distanza dal loro incontro. Come Movesi il vecchierel canuto et biancho anche le altre due liriche fanno parte della sezione delle rime "in vita" di Laura, ma già da questo momento della storia d'amore la donna è raffigurata come una visione, un ricordo o appunto come un'immagine sfuggente appartenente al passato. Essa è sempre qualcosa di astratto e inafferrabile, che non può essere mai consolatore come il poeta spera e come accade per l'immagine "vera" di Cristo sul Velo della Veronica dove il pellegrino del nostro componimento riuscirà ad arrivare grazie alla sua caparbietà.
La figura dell'anziano pellegrino avrà poi fortuna nella letteratura italiana successiva e sarà ripresa, in toni assolutamente svuotati dai motivi religiosi medievali di Petrarca, in Canto notturno di un pastore errante dall'Asia da Giacomo Leopardi:
21. Vecchierel bianco, infermo,
22. mezzo vestito e scalzo,
23. con gravissimo fascio in su le spalle,
24. per montagna e per valle,
25. per sassi acuti, ed alta rena, e fratte,
26. al vento, alla tempesta, e quando avvampa
27. l'ora, e quando poi gela,
28. corre via, corre, anela,
29. varca torrenti e stagni,
30. cade, risorge, e più e più s'affretta,
31. senza posa o ristoro,
32. lacero, sanguinoso; infin ch'arriva
33. colà dove la via
34. e dove il tanto affaticar fu vòlto:
35. abisso orrido, immenso,
36. ov'ei precipitando, il tutto obblia.
37. Vergine luna, tale
38. è la vita mortale.
Leopardi, nel suo materialismo ateo, pone sul cammino del vecchio una fitta serie ostacoli posti dalla Natura matrigna, nemica del genere umano secondo il poeta di Recanati, e dunque il pellegrinaggio del vecchio diviene una triste metafora del destino degli uomini, costretti a vagare tra mille insidie per tutta la loro esistenza senza possibilità di arrivare a una destinazione consolatoria, com'era il volto di Cristo secondo la logica invece propugnata da Petrarca.
Domande e Risposte
Qual è il tema principale della lirica?
Il tema principale della lirica è il paragone tra la ricerca del volto di Cristo da parte del vecchio e quella del volto di Laura da parte del poeta.
Di quale raccolta fa parte Movesi il vecchierel canuto et biancho?
Il componimento fa parte del Canzoniere (titolo originale Rerum vulgaria fragmenta)
In quale sezione compare la poesia nella raccolta?
Movesi il vecchierel canuto et biancho fa parte delle rime "in vita" di Laura.
Qual è la forma metrica del componimento?
Il componimento è un sonetto con quartine a rima incrociata e terzine a rima ripetuta.
A cosa è associata la figura di Laura nel Canzoniere oltre che a una persona fisica?
Il nome di Laura richiama il lauro (o alloro), simbolo della poesia.
A chi è rivolta attraverso un'apostrofe l'ultima terzina?
Nell'ultima terzina Petrarca si rivolge direttamente a Laura col termine "donna".
Fonti: libri scolastici superiori