Analisi del Testo di: "Il fu Mattia Pascal" di Luigi Pirandello
1) Scheda dell'Opera
2) Introduzione
3) Trama
4) Personaggi
5) Temi principali
6) Riassunto
7) Analisi e Commento
Scheda dell'Opera
Autore: Luigi Pirandello
Titolo dell'Opera: Il fu Mattia Pascal
Prima edizione dell'opera: 1904
Genere: Romanzo
Narratore: Mattia Pascal [narrazione in prima persona]
Punto di vista: Interno del narratore-personaggio
Tempo della storia: Circa 3 anni intorno al 1901
Introduzione
Il fu Mattia Pascal, romanzo scritto da Luigi Pirandello nel 1904, è una delle opere più celebri dell'autore siciliano. Il protagonista, Mattia Pascal, vive una vita di insoddisfazione e monotonia in un piccolo paese della Liguria, soffocato da un matrimonio infelice e da difficoltà economiche. In seguito a una serie di eventi casuali, tra cui la scoperta di essere stato dichiarato morto per errore, Mattia decide di cambiare identità e iniziare una nuova vita sotto falso nome. Tuttavia, questa apparente libertà si rivelerà ben presto una trappola. Attraverso la vicenda paradossale di Mattia Pascal, Pirandello esplora temi come l'identità, la libertà individuale e la relatività della verità, ponendo domande profonde sull'esistenza e sulla condizione umana. Il romanzo, con la sua ironia e il suo stile innovativo, anticipa molte delle riflessioni che Pirandello svilupperà nelle sue opere successive, tra cui il concetto di maschere sociali e la crisi dell'io.
Trama
Mattia Pascal si ritrova invischiato in una serie di relazioni coniugali ed extraconiugali che lo conducono sul lastrico, osteggiato dall'odiato amministratore dei beni di famiglia Batta Malagna. Quando scopre che per errore un cadavere è stato identificato con il suo nome, coglie l'occasione per fuggire e cambiare identità, prendendo il nome di Adriano Meis. Trasferitosi a Roma, entra a far parte della società della capitale e si innamora di una ragazza, che non può tuttavia sposare proprio a causa dell'impossibilità di avere documenti autentici. Decide così di far ritorno nel suo paese d'origine, ma non può farsi dichiarare di nuovo vivo perché rovinerebbe la vita ai suoi cari, andati avanti e felici dopo la sua presunta morte. Si ritira perciò in una biblioteca a scrivere le proprie memorie, andando di tanto in tanto a visitare la tomba che ne custodisce i resti ancor prima che per lui sopraggiunga davvero la morte.
Personaggi
Mattia Pascal/Adriano Meis: E' il protagonista della vicenda, che gioca, spinto dal caso, con la possibilità di cambiare identità. Tanto per Mattia Pascal che per Adriano Meis valgono tuttavia le convenzioni sociali ai quali ognuno dei due deve attenersi, che siano esse la famiglia, la ricchezza, la legge o il matrimonio. Paradossalmente il romanzo si conclude con una disfatta felice attraverso la rinuncia a entrambe le identità, che porta il protagonista a isolarsi dal mondo e svelare la propria vicenda attraverso le proprie memorie e l'omaggio alla sua falsa tomba, unica testimonianza della sua vita che fu e resta conosciuta al mondo che lo circonda.
Giambattista "Batta" Malagna: E' l'amministratore dei Pascal e l'autentico antagonista di Mattia durante la parte della vicenda che si svolge a Miragno. Se la vendetta del protagonista si consuma nell'essere il vero padre di suo figlio, la pressione di Malagna su Pascal si realizza con l'obbligo di sposare la nipote Romilda, la calunnia e la condanna, di fatto, a una vita povera, disonorata e disdicevole: proprio quella vita da cui, grazie alla finta morte, Mattia cerca invano di sfuggire.
Oliva: Ragazza innamorata di Mattia ma sposata con Malagna, che tradisce proprio per il suo primo amore. È costretta poi a far sì che l'amministratore riconosca il figlio di Mattia come suo per salvare il proprio onore e lasciare che Mattia si sposi con Romilda.
Romilda: Ragazza di Miragno di cui è innamorato Pomino, amico di Mattia. Innamoratasi e concessasi a Pascal, è poi costretta da Malagna a sposarlo. Dopo il matrimonio e la perdita di una delle gemelle date alla luce, si dispera perché Mattia le può garantire solo povertà e irrequietezza. Si sposa con Pomino, finalmente, dopo che il primo marito viene reputato suicida.
Pomino: Amico fraterno di Mattia Pascal e da lui tradito. Nonostante la scioperatezza del protagonista, si dimostra sempre generoso con lui e di fatto ne ottiene il riconoscimento quando, al ritorno da Roma, Mattia Pascal rinuncia a farsi dichiarare vivo e annullare così le seconde nozze di Romilda.
Adriana Paleari: Ragazza che Mattia Pascal incontra a Roma nei panni di Adriano Meis. È la rampolla di una famiglia benestante, intellettuale e originale, dedita allo spiritismo e alla filosofia eterodossa. Bella e brillante, conquista il cuore del protagonista e ricambia il suo amore, ma viene da lui abbandonata nel momento in cui diventa palese l'impossibilità di un matrimonio a causa dell'identità fittizia costruita da Mattia Pascal.
Temi principali
Il fu Mattia Pascal pone un paradosso sulla tematica pirandelliana per eccellenza, ossia la perdita dell'identità. Il colpo di scena del ritrovamento casuale del corpo di un suicida in cui la comunità di Miragno riconosce Mattia Pascal è l'escamotage, ironico e paradossale, attraverso il quale Pirandello crea l'occasione per cui il personaggio ha la facoltà di costruirsi una nuova vita completamente fittizia. Così facendo, tuttavia, Adriano Meis si ritrova invischiato in un paradosso ancora più grande: trova a Roma una società che lo accetta, dove vive serenamente e trova persino un amore sincero, ma cade nell'impossibilità di entrarvi a far parte proprio a causa dell'invenzione di cui è protagonista. La maturazione filosofica che vive lo porta infine a constatare come la straordinaria esperienza di vivere due vite si concluda per lui in un'esclusione da entrambe, che lo porta malinconicamente, e di nuovo paradossalmente, a trovarsi nella condizione di dover portare corone di fiori sulla propria tomba.
Riassunto
Mattia Pascal è un cittadino di Miragno ed ereditiero, con la madre, di una miniera di zolfo che però il padre ha lasciato a un cattivo amministratore, Batta Malagna, che con gli anni ha finito per erodere l'intero patrimonio familiare o quasi. Sfortuna vuole che lo stesso Malagna decida di prendere in sposa Oliva, la ragazza di cui Mattia era invaghito. Nel frattempo, Pomino, amico d'infanzia di Mattia, gli chiede di intercedere per lui presso Romilda, altra ragazza del paese e nipote di Malagna, di cui l'amico si è innamorata. La ragazza si innamora però dello stesso Mattia e rimane incinta di lui e la stessa Oliva ha una relazione con Pascal, dalla quale ha una gravidanza che però attribuisce, per salvare l'onore, a Malagna. Scoperte le tresche con le due donne, Pascal si ritrova a dover sposare Romilda per ordine di Malagna e lasciare che il figlio avuto da Oliva fosse cresciuto dall'odiato amministratore. Nel frattempo Pomino, che lo ha perdonato, pone fine alla sua vita di "scioperato" e lo fa assumere in una biblioteca.
Quello di Romilda è un parto gemellare, ma la prima delle due bambine date alla luce muore poco dopo il parto gettando la madre nella disperazione. Sperduto dalla serie di restrizioni e costrizioni in cui è costretto a vivere, Pascal si reca alla Stìa, la gora di un mulino in campagna, per riflettere sulla propria vita e prende la decisione di fuggire via. Dopo aver pensato di fuggire in America, parte per Nizza e in una serata di giochi al casinò ha una fortuna clamorosa e accumula una fortuna, decidendo così di utilizzare il denaro vinto per riparare ai danni da lui causati a Miragno. È a questo punto che avviene il colpo di scena: sul treno del ritorno legge un necrologio che dice che alla Stìa è stato ritrovato il cadavere di Mattia Pascal. Inizialmente sconvolto dalla notizia, il protagonista comprende di avere un'occasione unica per fuggire dai suoi guai e decide, con la borsa piena dei soldi vinti a Nizza, di cambiare vita e identità. Assume lo pseudonimo Adriano Meis e prende un look dandy con occhiali scuri (per coprire il parziale strabismo che lo avrebbe fatto riconoscere), capelli lunghi e barba tagliata, inventando di sana pianta un proprio passato vissuto tra l'Argentina e Torino.
Si trasferisce a Roma ed è inizialmente entusiasta della propria nuova identità. Inizia a frequentare la mondanità della capitale, le conversazioni borghesi e intellettuali e la famiglia Paleari, appassionata di spiritismo e esoterismo. Adriano Meis si invaghisce della figlia dei Paleari, Adriana, che riesce persino a baciare durante una seduta spiritica, innamorandosene. La sua felice situazione è però paradossale: essendo privo di documenti e identità veritiera, si rende benissimo conto di non poter sposare Adriana e dunque inscena il suicidio del suo alter-ego lasciando capello e occhiali su un ponte sul Tevere e facendo ritorno a Miragno come Mattia Pascal.
Una volta a casa, tuttavia, scopre che Romilda è felicemente sposata con l'amico Pomino in seconde nozze e che se si fosse fatto dichiarare nuovamente vivo il matrimonio sarebbe stato annullato. Per solidarietà all'amico, tradito prima del suo grande inganno, decide di vivere appartato e non riconosciuto nella biblioteca dove aveva un tempo lavorato, scrivendo le sue memorie (che sono nella finzione narrativa proprio il romanzo) e di tanto in tanto andando a visitare la propria tomba esposta al cimitero.
Analisi e Commento
Il discorso del romanzo è portato avanti da Pirandello con un'esposizione graduale dei paradossi in cui gli esseri umani sono costretti a vivere. Per Mattia Pascal sono soffocanti gli obblighi familiari e economici a cui viene costretto da Batta Malagna, rappresentante delle istituzioni principali che secondo l'autore condizionano la vita del protagonista. L'eroe del romanzo si ritrova invischiato a Miragno in un'esclusione sociale causata tanto dalla sfortuna – la rovina familiare – quanto dalla propria sconsideratezza, che lo porta a intrattenere più relazioni extraconiugali e di conseguenza lo obbliga a un matrimonio e una vita infelice.
I suoi casi si ribaltano di nuovo grazie al caso – la vincita straordinaria al casinò di Nizza e l'errato riconoscimento del cadavere alla Stìa – e ha da qui inizio l'esperienza assurda della vita di Adriano Meis, doppio del protagonista con un atteggiamento e un'estrazione sociale completamente diversa – e completamente finta. Per Pirandello non esistono verità stabilite e identità autentiche: chiunque potrebbe, proprio come Mattia Pascal, cancellare il proprio nome e fuggire in un posto sconosciuto a cercare una nuova collocazione nel mondo, ma si troverebbe poi a fare i conti con il fatto di non poter essere riconosciuto dalle leggi e dallo stesso mondo che lo circonda. Per tale ragione il progetto di Adriano Meis è fallimentare tanto quanto il vissuto del vero Mattia Pascal e, una volta passato per lo scambio d'identità, il protagonista è costretto a rendersi conto dell'amara verità sottolineata da Pirandello: è vero che la realtà non è mai una sola, ma c'è bisogno di essere riconosciuti dal prossimo per poter vivere nel nostro mondo. La vicenda umana insegna perciò che ogni identità, ogni vissuto, è valido solo nel rapporto che l'individuo intesse con gli altri esseri umani, nella maschera che egli decide o è costretto a indossare.
La posizione ideologica pirandelliana è coeva alle teorie freudiane sulla scissione dell'Io e in un certo senso le prefigura, ma non si potrebbe inquadrare il pensiero dello scrittore senza far riferimento al concetto di Umorismo, dall'autore stesso esposto nell'omonimo saggio del 1911, uscito sette anni dopo Il fu Mattia Pascal. L'umorismo è per Pirandello il ribaltamento paradossale della realtà che consente di comprendere la natura della realtà stessa e trattarla in maniera filosofica e non necessariamente angosciosa. Il finale del romanzo è oltremodo esemplare in questo senso: Mattia Pascal che porta fiori sulla tomba di Mattia Pascal è appunto uno dei classici motivi narrativi pirandelliani per cui gli eroi si trovano in situazioni di ribaltamento della normalità – nessuno potrebbe infatti portare fiori sulla propria tomba – che consentono loro di comprendere quanto la stessa realtà sia contraddittoria e relativa. La consapevolezza della natura allo stesso tempo soggettiva e oggettiva del mondo è appunto ciò che Pirandello definiva Umorismo e su cui è costruito l'intero intreccio di Il fu Mattia Pascal.
Fonti: libri scolastici superiori