Georg Wilhelm Friedrich Hegel - L'individuo e lo Stato


Immagine Georg Wilhelm Friedrich Hegel
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Secondo Hegel, lo Stato rappresenta il culmine dell'etica, la massima espressione dello spirito oggettivo. Per lui, lo Stato moderno è concepito come un organismo complesso, una totalità etica in cui si fondono libertà individuale e senso di appartenenza collettiva. Da un lato, lo Stato protegge il diritto alla proprietà e alla libertà individuale; dall'altro, tramite le leggi, esprime la volontà universale a cui i cittadini devono conformarsi. Hegel sostiene che solo attraverso l'identificazione attiva con lo Stato e la comprensione che il bene comune è la premessa per il raggiungimento del bene individuale, gli individui realizzano la loro vera libertà e adempiono il loro dovere. Tuttavia, poiché rappresenta l'istanza etica suprema che supera gli interessi individuali, lo Stato non può derivare da un contratto tra individui che agiscono per il proprio interesse personale. Critica quindi i pensatori contrattualisti che assimilano lo Stato alla società civile, affermando che quest'ultima mira a garantire il perseguimento ordinato degli interessi privati mentre lo Stato si propone di realizzare l'unità etica superiore tra i cittadini. Per Hegel, la libertà autentica non consiste nell'indipendenza e nell'autonomia individuale ma nell'identificazione con un'entità superiore per la quale l'individuo è disposto a sacrificare la propria vita e i propri beni, se necessario. Questo concetto centrale del pensiero hegeliano è espresso sia negli appunti del corso del 1810 sia nei Lineamenti di filosofia del diritto del 1821.


Lettura


I doveri verso lo Stato (dalla Propedeutica filosofica)

53. L'intero naturale, che costituisce la famiglia, si allarga ad intero di un popolo e di uno Stato, in cui gli individui per sé hanno una volontà autonoma.
Spiegazione. Lo Stato, per un verso, mira a poter fare a meno del modo di sentire dei cittadini, in quanto appunto deve rendersi indipendente dalla volontà dei singoli. Ai singoli esso quindi prescrive minuziosamente i loro obblighi, cioè la parte di prestazione che devono compiere per l'intero. Non può fare affidamento sul mero modo di sentire, poiché questo può benissimo essere egoistico e contrapporsi all'interesse dello Stato. Lo Stato, su questa strada, diventa una macchina, un sistema di dipendenze esterne. Ma per un altro verso esso del modo di sentire dei cittadini non può fare a meno. La prescrizione del governo può contenere solo l'universale. L'azione effettiva, l'adempimento dei fini dello Stato, contiene invece i modi particolari dell'agire efficace. Quest'ultimo può scaturire solamente dall'intelletto individuale, dal modo di sentire dell'uomo.

54. Lo Stato non soltanto comprende la società sotto rapporti giuridici, ma, come un corpo comune morale veramente superiore, media l'unità nei costumi, nella cultura e nell'universale modo di pensare e di agire (in quanto ognuno spiritualmente intuisce e riconosce, nell'altro, la sua propria universalità).

55. Nello spirito di un popolo ogni singolo cittadino ha la propria sostanza spirituale. La conservazione dei singoli non è fondata soltanto sulla conservazione di questo vivente intero, ma è esso a costituire l'universale natura spirituale o l'essenza di ognuno, di fronte alla singolarità di costui. La conservazione dell'intero ha quindi la precedenza sulla conservazione del singolo, e tutti devono avere un tale modo di sentire.

56. Sotto il semplice profilo giuridico, in quanto lo Stato protegge i diritti privati dei singoli, e il singolo guarda in primo luogo a ciò che è suo, è ben possibile, nei confronti dello Stato, che si sacrifichi una parte della proprietà per conservare la parte che resta. Il patriottismo però non si fonda su questo calcolo, bensì sulla coscienza dell'assolutezza dello Stato. Questo modo di sentire, per cui per l'intero si sacrifica proprietà e vita, è tanto più grande, in un popolo, quanto più i singoli possono operare per l'intero con volontà propria e autonoma attività, e quanto maggiore è la fiducia che hanno in esso. [...]

57. Il sentimento dell'obbedienza verso i comandi del governo, dell'attaccamento alla persona del principe e all'ordinamento politico, e il senso dell'onore nazionale sono le virtù del cittadino di ogni Stato ordinato.

58. Lo Stato non si fonda su un esplicito contratto di uno con tutti e di tutti con uno, o del singolo e del governo tra loro, e la volontà generale dell'intero non è l'esprimentesi volontà dei singoli, bensì è la volontà assolutamente universale, in sé e per sé vincolante per i singoli.

Lo Stato e la libertà sostanziale (dai Lineamenti di filosofia del diritto)

257. Lo Stato è la realtà dell'Idea etica. Esso è lo Spirito etico in quanto volontà sostanziale, manifesta, evidente a se stessa, volontà che si pensa e si sa, e che porta a compimento ciò che sa e nella misura in cui lo sa. Nell'ethos, lo Stato ha la propria esistenza immediata. Nell'autocoscienza del singolo, nel sapere e nell'attività del singolo, lo Stato ha invece la propria esistenza mediata. Da parte sua, mediante la predisposizione spirituale, l'autocoscienza ha la propria Libertà sostanziale nello Stato come nella propria Essenza, come nel fine e nel prodotto della propria attività. [...]

258. Lo Stato, in quanto è la realtà della volontà sostanziale, ha questa realtà nell'autocoscienza particolare che si è elevata fino alla propria universalità. In tal senso, lo Stato è il Razionale in sé e per sé. Ora, questa unità sostanziale è autofinalità assoluta e immobile nella quale la Libertà perviene al suo diritto supremo; analogamente, questo fine ultimo ha il supremo diritto nei confronti dei singoli. I singoli, a loro volta, hanno il dovere supremo di essere membri dello Stato.

Se lo Stato viene scambiato per la società civile, e se quindi la sua destinazione viene posta nella sicurezza e nella protezione della proprietà e della libertà personale, allora l'interesse dei singoli in quanto tali diviene il fine ultimo per cui essi sono uniti, e, a un tempo, il fatto di essere membro dello Stato finisce col dipendere dal capriccio individuale.

Lo Stato ha invece un rapporto completamente diverso con l'individuo. Lo Stato, infatti, è Spirito oggettivo, e l'individuo stesso ha oggettività, verità ed eticità solo in quanto è un membro dello Stato. L'unione in quanto tale [degli individui nello Stato] è essa stessa l'autentico contenuto e fine, e la destinazione degli individui consiste nel condurre una vita universale: ogni loro ulteriore appagamento, attività, modo di comportarsi, ha per suo punto di partenza e risultato questo elemento sostanziale e universalmente valido. [...]

260. Lo Stato è la realtà della Libertà concreta. Ora, la Libertà concreta consiste nel fatto che la singolarità personale e i suoi interessi particolari, per un verso, hanno il loro sviluppo completo e il riconoscimento del loro diritto per sé (nel sistema della famiglia e della società civile); per altro verso, invece, essi in parte passano da se stessi nell'interesse dell'universale, e in parte, con il loro sapere e volere, riconoscono l'universale stesso: precisamente, lo riconoscono come loro proprio Spirito sostanziale, e sono attivi in vista di esso come in vista del loro fine ultimo. In questo senso, l'universale non vale e non viene compiuto senza l'interesse, il sapere e il volere particolari, né gli individui vivono come mere persone private in vista di questo interesse particolare: essi, piuttosto, vogliono a un tempo nel e in vista dell'universale, e hanno un'attività consapevolmente rivolta a questo fine.

Il principio degli Stati moderni ha questa immane forza e profondità: esso fa sì che il principio della soggettività si compia fino all'estremo autonomo della particolarità personale, e, ad un tempo, lo riconduce nell'unità sostanziale, conservando così quest'ultima in quel principio stesso.


Guida alla lettura


1) Che cosa rappresenta il patriottismo, nelle parole di Hegel?
Secondo Hegel, il patriottismo non si basa su un calcolo egoistico o sull'interesse personale ma sulla coscienza dell'assolutezza dello Stato. Il patriottismo implica un senso di appartenenza e dedizione al bene dello Stato come entità superiore, al punto che gli individui sono disposti a sacrificare la propria proprietà e persino la propria vita per il bene dell'intero. Questo senso di appartenenza e dedizione riflette la fiducia dei singoli nell'importanza dello Stato e nella sua autorità morale e spirituale, piuttosto che su considerazioni individualistiche o materialistiche.

2) Quali sono le virtù del cittadino?
Le virtù del cittadino, secondo il testo, includono:

Il sentimento dell'obbedienza verso i comandi del governo.
L'attaccamento alla persona del principe e all'ordinamento politico.
Il senso dell'onore nazionale.

Queste virtù sono considerate essenziali per il cittadino di ogni Stato ordinato, come indicato nel 57 del testo fornito.

3) Che cosa intende Hegel con le espressioni, tra di loro equivalenti, «libertà sostanziale» e «libertà concreta»?
Hegel, con le espressioni "libertà sostanziale e "libertà concreta, si riferisce al concetto di libertà che va oltre la mera autonomia individuale o l'indipendenza personale. Nella sua concezione, la libertà sostanziale o concreta non riguarda solo la capacità di agire secondo la propria volontà individuale ma implica anche un senso di appartenenza e di realizzazione all'interno di una comunità più ampia, come lo Stato.

Questa libertà non è solamente l'assenza di costrizioni esterne ma include anche la partecipazione attiva e consapevole alla vita dello Stato, il riconoscimento dei propri doveri nei confronti della comunità e la volontà di sacrificare gli interessi personali per il bene comune. In altre parole, la libertà sostanziale o concreta si manifesta nel sentirsi parte di un'entità superiore, come lo Stato, e nel contribuire al suo sviluppo e al suo scopo universale.

Nel testo, Hegel afferma che questa libertà sostanziale è legata all'essenza dell'individuo come membro dello Stato e che la realizzazione di questa libertà implica un'attività consapevole rivolta verso il fine ultimo dell'universale. Pertanto, la libertà sostanziale non è solo un principio astratto ma si realizza attraverso l'interazione attiva tra la singolarità personale e l'universale, all'interno di una struttura sociale organizzata come lo Stato.


Guida alla Comprensione


1) In che senso lo Stato rappresenta un «corpo morale», secondo Hegel? E che cosa significa che lo Stato, che impone doveri, ha bisogno del «modo di sentire dei cittadini»?
Secondo Hegel, lo Stato rappresenta un "corpo morale" nel senso che agisce come un'entità etica superiore che media l'unità nei costumi, nella cultura e nel modo universale di pensare e agire dei cittadini. Questo significa che lo Stato non è semplicemente un'istituzione politica ma un'organizzazione che promuove e incarna valori morali e etici che vanno oltre gli interessi individuali.

Quando Hegel afferma che lo Stato, pur imponendo doveri, ha bisogno del "modo di sentire dei cittadini", intende sottolineare che il funzionamento effettivo dello Stato non può prescindere dall'adesione e dall'attività consapevole dei cittadini. Sebbene lo Stato possa imporre leggi e regole dall'alto verso il basso, la sua efficacia dipende anche dall'adesione volontaria dei cittadini a tali norme. Il "modo di sentire" dei cittadini, il loro senso di appartenenza e identificazione con lo Stato e i suoi valori, è cruciale per il suo funzionamento e la sua stabilità.

2) Spiega il significato di questa frase: «nell'ethos lo Stato ha la propria esistenza immediata. Nell'autocoscienza del singolo, nel sapere e nell'attività del singolo, lo Stato ha invece la propria esistenza mediata».
Questa frase si riferisce alla dualità dell'esistenza dello Stato secondo la prospettiva hegeliana. Nell'ethos, cioè nell'insieme dei costumi, della cultura e del modo di pensare di una società, lo Stato ha un'esistenza immediata, in quanto è un elemento integrante e fondamentale della struttura sociale. Qui, lo Stato si manifesta come un'entità tangibile e concreta, che influisce direttamente sulle dinamiche sociali e sull'organizzazione della vita collettiva.

D'altra parte, nell'autocoscienza del singolo, nel suo sapere e nelle sue attività individuali, lo Stato ha un'esistenza mediata. Questo significa che la percezione e l'interazione dell'individuo con lo Stato avvengono attraverso una serie di mediazioni, come le istituzioni statali, le leggi, i simboli e i valori condivisi dalla società. Lo Stato si manifesta quindi nella coscienza individuale in maniera indiretta, tramite i molteplici elementi che costituiscono il tessuto sociale e politico.

In altre parole, mentre nell'ethos il cittadino percepisce lo Stato come una realtà immediata e concreta, nella sua vita quotidiana e nelle sue interazioni sociali, nella sua autocoscienza individuale lo Stato si presenta in modo mediato, attraverso l'elaborazione mentale e la percezione soggettiva dell'individuo.

3) Spiega in un breve testo il significato della critica di Hegel ai contrattualisti, tra i quali egli annovera filosofi come Rousseau, Kant e Fichte, anche alla luce della nota in cui critica Beccaria.
La critica di Hegel ai contrattualisti, tra cui Rousseau, Kant e Fichte, si basa sulla loro concezione dello Stato e della sua formazione attraverso un contratto tra individui. Contrariamente a questa prospettiva, Hegel sostiene che lo Stato non può essere il risultato di un accordo tra singoli, in quanto questo lo ridurrebbe a una mera associazione basata sugli interessi personali. Invece, per Hegel, lo Stato è una realtà spirituale e etica che trascende gli interessi individuali e si manifesta come un'entità superiore che richiede l'adesione e il sacrificio dei singoli per il bene comune. Hegel critica Beccaria per la sua visione limitata dello Stato come semplice garante della sicurezza e della libertà individuale, trascurando la sua funzione etica e morale. Questa critica riflette la visione hegeliana dello Stato come espressione dell'etica universale e come entità spirituale che richiede l'adesione e l'obbedienza dei cittadini per il raggiungimento del bene comune.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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