Georg Wilhelm Friedrich Hegel - Come insegnare la filosofia ai giovani


Immagine Georg Wilhelm Friedrich Hegel
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Grazie all'intercessione del suo amico Friedrich Immanuel Niethammer (1766-1848), un importante funzionario dell'amministrazione scolastica del Regno di Baviera di quei tempi, tra il 1808 e il 1816 Hegel ricoprì il ruolo di preside e insegnante di «propedeutica filosofica» presso il Ginnasio di Norimberga. Il 23 ottobre del 1812 Hegel inviò una lettera a Niethammer, accompagnandola con un «parere» che mirava a chiarire i criteri didattici che avrebbe seguito nel corso di «propedeutica filosofica» durante i quattro anni di studio previsti. Nella prima parte di questo documento, Hegel illustrava il contenuto del programma. Nella seconda parte, dedicata al metodo, Hegel criticava l'idea, ispirata da Kant e adottata dalla recente riforma dei programmi scolastici avviata dallo stesso Niethammer, secondo cui bisognava insegnare a «filosofare senza contenuto». Per Hegel, infatti, imparare a filosofare senza contenuto è come viaggiare continuamente senza conoscere le città, i fiumi, i paesi e le persone incontrate lungo il cammino. Secondo il filosofo, «la filosofia deve essere insegnata e appresa come qualsiasi altra scienza». Inoltre, Hegel aggiungeva che «l'infelice prurito di educare a pensare autonomamente e alla produzione autonoma ha offuscato questa verità; come se, imparando cosa è sostanza, causa o altro, non pensassi io stesso, come se queste determinazioni non fossero prodotte dal mio pensiero ma vi fossero imposte dall'esterno come pietre». Ovviamente, nell'insegnare filosofia con contenuti, il docente deve tenere conto della progressiva maturazione delle capacità degli studenti, evitando di proporre loro contenuti inadatti. Nel passo riportato, Hegel sintetizza efficacemente le tre forme in cui un contenuto filosofico può essere presentato (astratto, dialettico, speculativo) e spiega quale attività teorica sia più adeguata per gli studenti del ginnasio, che devono essere preparati a pensare, ma solo successivamente, in modo speculativo.


Lettura


Il contenuto filosofico ha, nel suo metodo e nella sua anima, tre forme: 1. esso è astratto, 2. dialettico, 3. speculativo. Esso è astratto, in quanto è in genere negli elementi del pensiero; ma puramente astratto, in contrapposizione all'elemento dialettico e speculativo, esso è in quanto è la cosiddetta forma intellettiva, che fissa e impara a conoscere le determinazioni nelle loro salde distinzioni. La forma dialettica è il movimento e la confusione di quelle salde determinazioni: la ragione negativa. La forma speculativa è quella razionale‑positiva, spirituale, la prima propriamente filosofica.

Per ciò che si riferisce all'insegnamento della filosofia nei Ginnasi, l'essenziale è, in primo luogo e subito, la forma astratta. La gioventù deve per prima cosa dimenticare il vedere e l'udire, deve essere tolta dal concreto rappresentare e riportata nell'intima notte dell'anima, deve imparare a vedere su questo piano, a tener ferme e a distinguere le determinazioni.

Inoltre, si impara a pensare astrattamente, per mezzo del pensiero astratto. Si può, cioè, cominciare dal sensibile, concreto e trarre e sollevare questo all'astratto per mezzo dell'analisi, prendere così – come sembra – la via naturale, e così salire dal più facile al più difficile. Oppure, invece, si può cominciare ugualmente dall'astratto stesso, e prendere il medesimo in sé e per sé, insegnarlo e farlo comprensibile.

In primo luogo, per ciò che si riferisce al raffronto tra le due strade, la prima è certamente la più naturale, ma per questo la strada meno scientifica. Sebbene sia più naturale che un disco all'incirca rotondo sia stato arrotondato a poco a poco da un tronco d'albero togliendo i pezzettini disuguali e sporgenti, il geometra però non procede così, ma traccia col compasso o a mano libera subito un cerchio astratto e preciso. È conforme alla realtà, poiché il puro, il più alto, il vero, è natura prius, che anche con esso si incominci nella scienza; poiché essa è l'inverso della rappresentazione meramente naturale, ossia aspirituale; veramente, quello è il primo e la scienza deve agire, secondo la verità effettiva.

In secondo luogo è un completo errore considerare quella via naturale, che incomincia col sensibile concreto e passa al pensiero, come la più facile. Al contrario, essa è la più difficile; come è più facile pronunciare e leggere gli elementi del linguaggio, le singole lettere che le parole complete. Poiché l'astratto è il più semplice, esso è più facile da intendere. La concreta realtà sensibile è senz'altro da allontanare; è quindi superfluo assumerla prima, poiché poi deve venire eliminata, ed agisce solo come fonte di distrazione. L'astratto, come tale, è abbastanza comprensibile, per quanto è necessario; il retto intelletto deve, oltre a ciò, entrare in primo luogo attraverso la filosofia. Bisogna fare in modo da ricevere i pensieri dall'universo nella testa, ma i pensieri sono in generale l'astratto. Il ragionamento formale privo di contenuto è certo anche abbastanza astratto. Ma si presuppone che si abbia il contenuto, e il contenuto giusto; quanto al vuoto formalismo, all'astrazione priva di contenuto, fosse anche dell'assoluto, viene cacciato nel modo migliore da quanto precede, e precisamente con la posizione di un determinato contenuto.

Se ci si ferma unicamente alla forma astratta del contenuto filosofico, si ha una (cosiddetta) filosofia intellettualistica; e, in quanto nel Ginnasio si ha da fare con l'introduzione e la materia, quel contenuto intelligibile, quell'insieme sistematico di concetti astratti privi di contenuto, è immediatamente l'elemento filosofico come materia, ed è introduzione, poiché la materia in genere è l'elemento primo per un pensiero effettivo, fenomenico. Questo primo grado sembra quindi dover essere il prevalente nella sfera ginnasiale.

Il secondo grado della forma è l'elemento dialettico. Questo è in parte più difficile dell'astratto, in parte meno interessante per la gioventù, avida di concretezza e di pienezza. Le antinomie kantiane sono prescritte nel regolamento, in relazione alla cosmologia; esse comprendono in sé un profondo fondamento intorno all'antinomicità della ragione, ma questo fondamento giace troppo nascosto, e – per dir così – privo di pensiero e troppo poco conosciuto in esse, nella sua verità; – d'altra parte esse sono effettivamente una dialetticità troppo cattiva, – niente altro che delle contorte antitesi: – io le ho illuminate utilmente, credo, nella mia logica. Infinitamente migliore è la dialettica degli antichi eleati, e gli esempi che ce ne sono stati conservati. Poiché propriamente in un tutto sistematico ogni nuovo concetto sorge per mezzo della dialettica dei precedenti, il maestro che conosce questa natura della realtà filosofica, ha la libertà di fare dovunque la ricerca con la dialettica quanto più spesso può, e, dove essa non può entrare, di passare senza di essa al prossimo concetto.

Il terzo è l'elemento propriamente speculativo, cioè la conoscenza del contrapposto nella sua unità; ossia, più chiaramente, che gli opposti sono, nella loro verità, uno. Tale elemento speculativo è quello propriamente filosofico. Naturalmente, è il più difficile; esso è la verità.

È dato in una doppia forma. 1. In una forma più comune, più vicina al rappresentare, all'immaginazione, anche al cuore, per es. quando si parla dell'universale vita della natura, che muove se stessa e si atteggia in infinite forme; – panteismo e simili – quando si parla dell'eterno amore di Dio, che per amare è creatore, per contemplare se stesso nel suo eterno figlio e quindi in un figlio dato nella temporalità, il mondo, ecc. Il diritto, l'autocoscienza, l'elemento pratico in genere, comprendono già in sé e per sé stessi i principi o gli inizi di ciò, e dello spirito e dello spirituale non si può dire anche una sola parola che non sia speculativa; poiché esso è l'unità con sé nell'essere altro; – altrimenti, anche se si adoperano le parole anima, spirito, Dio, si parla soltanto di pietre e di carboni. Quando si parla dello spirituale solo astrattamente o intellettualmente, il contenuto può tuttavia essere speculativo, – altrettanto quanto il contenuto della religione perfetta è altamente speculativo. Ma la lezione, sia essa gonfia di entusiasmo, o, se non lo è, sia, per dir così, narrativa, l'oggetto solo davanti alla rappresentazione, non porta al concetto.

[2.] Il concepito, e questo significa lo speculativo che nasce dalla dialettica, è soltanto il filosofico, nella forma del concetto. Questo può solo limitatamente presentarsi nella lezione ginnasiale; esso viene in genere inteso da pochi; e in parte non si può nemmeno sapere bene se venga inteso da essi.

Imparare a pensare speculativamente, ciò che è prescritto nel regolamento come la determinazione fondamentale dell'insegnamento propedeutico filosofico, è da considerarsi certamente come il fine necessario; questa preparazione è il pensiero astratto e quindi quello dialettico, in seguito la conquista di rappresentazioni di contenuto speculativo. Poiché l'insegnamento ginnasiale è essenzialmente propedeutico, esso potrà consistere specialmente nel lavorare a questo lato del filosofare.


Guida alla lettura


1) Quali sono le forme in cui si presenta il «contenuto filosofico»?
Il «contenuto filosofico» si presenta in tre forme:

Astratto: È il contenuto filosofico nella sua forma più semplice e pura, caratterizzato dalla fissazione delle determinazioni nelle loro salde distinzioni. Questa forma è quella inizialmente più importante per l'insegnamento della filosofia nei Ginnasi, poiché introduce gli studenti al pensiero astratto.
Dialettico: È il movimento e la confusione delle salde determinazioni, la "ragione negativa". Questo elemento è considerato più difficile e meno interessante per i giovani, anche se rappresenta un passo successivo nel processo di apprendimento filosofico.
Speculativo: È la conoscenza dell'unità degli opposti nella loro verità. Questa forma è quella propriamente filosofica e la più difficile da comprendere, ma rappresenta la verità ultima del contenuto filosofico.

Queste forme si sviluppano in un percorso educativo che parte dall'astratto, passa per il dialettico, e culmina nello speculativo, come descritto nel testo.

2) Quali sono le due vie per imparare a pensare astrattamente?
Le due vie per imparare a pensare astrattamente descritte da Hegel nel testo sono:

Via naturale: Inizia dal sensibile, concreto, e lo solleva all'astratto per mezzo dell'analisi. Questo percorso sembra più naturale e parte dal più facile per arrivare al più difficile. Tuttavia, Hegel sottolinea che, nonostante sembri più naturale, è in realtà meno scientifica e più difficile perché la concreta realtà sensibile può agire come fonte di distrazione e deve essere alla fine eliminata.
Via astratta: Inizia direttamente dall'astratto stesso, prendendolo in sé e per sé, insegnandolo e rendendolo comprensibile. Hegel sostiene che questa via è più scientifica e conforme alla realtà, poiché l'astratto è il più semplice da intendere e il più adeguato per un pensiero effettivo e fenomenico.

In sintesi, Hegel preferisce la via astratta, considerando la via naturale non solo più difficile ma anche meno efficace per l'insegnamento scientifico della filosofia.

3) Che cosa è l'«elemento speculativo» del pensiero e in quante forme è possibile presentarlo a giovani allievi?
L'«elemento speculativo» del pensiero, secondo Hegel, è la conoscenza del contrapposto nella sua unità, ossia il riconoscere che gli opposti, nella loro verità, sono uno. Questo è l'aspetto più propriamente filosofico e la verità ultima del pensiero filosofico.

Hegel indica che l'elemento speculativo può essere presentato ai giovani allievi in due forme principali:

Forma più comune e accessibile: Questa forma è più vicina alla rappresentazione, all'immaginazione e al sentimento. Esempi di questa forma includono il panteismo, l'universale vita della natura che si manifesta in infinite forme, e l'eterno amore di Dio che si riflette nella creazione e nel mondo. Questa forma utilizza immagini e concetti più facilmente comprensibili e coinvolgenti per gli allievi.
Forma concettuale e filosofica: Questa è la forma speculativa vera e propria, che nasce dalla dialettica ed è espressa attraverso il concetto. È più difficile da comprendere e viene generalmente intesa da pochi. Questa forma richiede una preparazione più avanzata e profonda del pensiero astratto e dialettico.

Secondo Hegel, l'insegnamento ginnasiale, essendo propedeutico, dovrebbe lavorare principalmente sullo sviluppo del pensiero astratto e dialettico, preparando così gli studenti a comprendere eventuali rappresentazioni di contenuto speculativo.


Guida alla Comprensione


1) Perché, secondo Hegel, è un errore considerare la via «naturale», che comincia con il «sensibile concreto e passa al pensiero», come la più facile per imparare a pensare astrattamente? Rispondi tenendo a mente l'esempio del geometra.
Secondo Hegel, considerare la via "naturale", che comincia con il "sensibile concreto e passa al pensiero", come la più facile per imparare a pensare astrattamente, è un errore per due motivi principali.

Innanzitutto, Hegel sostiene che, sebbene questa via possa sembrare più naturale, essa è in realtà meno scientifica. Utilizzando l'esempio del geometra, egli spiega che, anche se è più naturale che un disco rotondo sia stato arrotondato a poco a poco da un tronco d'albero togliendo i pezzettini disuguali e sporgenti, il geometra invece traccia subito un cerchio astratto e preciso. Questo illustra come la scienza, che cerca il puro, il più alto e il vero, debba iniziare dal concetto astratto e non dal concreto rappresentare.

In secondo luogo, Hegel afferma che la via "naturale" non è affatto la più facile ma anzi la più difficile. Egli paragona questa via alla difficoltà di pronunciare e leggere le singole lettere rispetto alle parole complete, suggerendo che l'astratto è il più semplice e quindi più facile da intendere. La realtà concreta sensibile deve essere allontanata poiché essa agisce come fonte di distrazione e deve comunque essere eliminata successivamente.

Quindi, Hegel conclude che l'astratto è abbastanza comprensibile di per sé e che il corretto intelletto deve entrare nel pensiero filosofico attraverso l'astratto piuttosto che attraverso la concreta realtà sensibile.

2) Quali sono i limiti della «rappresentazione» che si affida all'immaginazione e al cuore?
I limiti della «rappresentazione» che si affida all'immaginazione e al cuore, secondo Hegel, sono i seguenti:

Mancanza di concettualizzazione: Quando si parla dell'universale vita della natura o dell'eterno amore di Dio in termini che coinvolgono l'immaginazione e il cuore, come nel panteismo o nella religione, il discorso rimane a un livello che non porta al concetto. Hegel afferma che, anche se il contenuto può essere speculativo, la lezione che si limita a essere entusiastica o narrativa non conduce alla comprensione concettuale.
Superficialità: La rappresentazione non riesce a cogliere l'unità con sé nell'essere altro, che è essenziale per lo spirito. Senza questo livello di comprensione, anche quando si usano termini come anima, spirito o Dio, si rimane a un livello superficiale, paragonabile al parlare di pietre e carboni.
Difficoltà di traduzione speculativa: Anche quando il contenuto è altamente speculativo, se la lezione non riesce a far emergere il concetto, non si raggiunge il livello filosofico necessario per un'autentica comprensione speculativa.

3) Sintetizza in un breve testo l'intero brano, sottolineando quali risultati Hegel si aspetta di ottenere dall'insegnamento della filosofia ai ginnasiali.
Il brano descrive l'approccio di Hegel all'insegnamento della filosofia nei ginnasi, delineando un programma strutturato in quattro anni. Hegel critica l'idea kantiana di "filosofare senza contenuto", sostenendo che la filosofia debba essere insegnata come una scienza, con un contenuto preciso. Egli distingue tra tre forme di contenuto filosofico: astratto, dialettico e speculativo.

Astratto: È il primo approccio, dove gli studenti devono imparare a pensare in termini astratti, separandosi dalla concretezza del mondo sensibile.
Dialettico: Questo livello introduce il movimento e la confusione delle determinazioni salde, un metodo più complesso e meno interessante per i giovani, ma fondamentale per la progressione filosofica.
Speculativo: È il livello più avanzato, dove gli opposti sono visti nella loro unità. Hegel riconosce che questa forma è la più difficile da comprendere e insegnare, ma la considera essenziale per una vera comprensione filosofica.

Hegel si aspetta che attraverso questo programma, gli studenti ginnasiali sviluppino una capacità di pensiero astratto e dialettico, preparandoli gradualmente a una comprensione speculativa. L'insegnamento mira a farli pensare filosoficamente, rendendoli capaci di concepire concetti complessi e di avvicinarsi alla verità filosofica.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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