George Berkeley - I filosofi minuziosi


Immagine George Berkeley
1) Introduzione
2) Lettura
3) Guida alla lettura
4) Guida alla Comprensione

Introduzione


Nella visione di Berkeley, i "minute philosophers" o filosofi minuti sono coloro che si soffermano eccessivamente sui dettagli, perdendo così la capacità di apprezzare l'insieme e di attribuire il giusto valore agli aspetti fondamentali della realtà. Questa critica è rivolta principalmente ai liberi pensatori, che Berkeley descrive come insetti in una cattedrale: essi si concentrano su questioni minori e non riescono a percepire la grandiosità e la dignità umana che il cristianesimo offre. Queste riflessioni si trovano in un articolo scritto da Berkeley per la rivista "The Guardian", curata da Richard Steele, pubblicato nel giugno 1713. Lo stesso argomento è esplorato in modo più approfondito nella sua opera successiva del 1732, "Alciphron, or the Minute Philosopher", dove Berkeley estende la sua critica ai liberi pensatori del suo tempo, inclusi personaggi come Toland, Shaftesbury, Mandeville e Hutcheson.


Lettura


L'altro giorno, mentre passeggiavo da solo nella cattedrale di San Paolo, mi sono dilettato di sviluppare un'analogia tra la struttura di quella costruzione e la Chiesa cristiana nel senso più ampio. Mi sembrava che l'ordine e l'economia divini dell'una fossero simbolicamente rappresentati dall'architettura proporzionata, semplice e maestosa dell'altra. Inoltre, come l'una consiste in una grande varietà di parti unite nell'unico progetto originario, conformemente all'arte più autentica, e secondo proporzioni esattissime, così l'altra contiene un'adeguata gerarchia dei suoi membri, varie istituzioni sacre, dottrine sublimi e solidi precetti di moralità sussunti all'interno di un unico progetto, che tendono con mirabile armonia a un solo scopo: la felicità e l'elevazione della natura umana.

Nel bel mezzo della mia contemplazione, vidi una mosca su di una colonna, e subito mi venne da pensare che quella mosca era un libero pensatore. Infatti, abbracciare con un unico sguardo le diverse parti di un edificio, così da rilevarne la simmetria e la corrispondenza a un progetto, richiede, nello spettatore, un campo visivo di una certa ampiezza. Ma per una mosca, il cui sguardo abbraccia solo una piccola parte di una pietra di una singola colonna, la bellezza complessiva dell'insieme e la funzione specifica delle sue parti sono impercettibili: essa non vedrà altro che le piccole diseguaglianze sulla superficie di quel pezzo di pietra, diseguaglianze che alla vista di quell'insetto sembreranno altrettante rocce deformi e precipizi.

I pensieri dei liberi pensatori si concentrano su certe particolarità e minuzie della religione, sulle difficoltà di un singolo testo, sull'oscurità di un'azione della Provvidenza o di qualche punto dottrinale – che appaiono inspiegabili alle loro anguste facoltà senza comprendere lo scopo e il disegno del Cristianesimo, la perfezione alla quale esso innalza la natura umana, la luce che ha irradiato sul mondo, e la stretta connessione che ha sia con il bene pubblico delle società, sia con quello dei singoli individui. Questo ha fatto sorgere in me qualche riflessione su quella struttura o disposizione che si chiama ampiezza mentale, sulla sua necessità al fine di formulare giudizi veri, e, laddove l'anima non sia irrimediabilmente limitata per natura, sui metodi più adatti ad ampliarne la portata. [...]

È evidente che la Filosofia apre e allarga la mente, grazie alle considerazioni generali cui sono avvezzi gli uomini che la studiano, e alla contemplazione di oggetti più numerosi e distanti di quelli che rientrano nella sfera della vita comune degli uomini. Ecco perché i filosofi giudicano molte cose in modo completamente diverso dalla gente comune [...].

Tutte le parti e i rami della filosofia, o conoscenza speculativa, sono adatti a questo riguardo, ma l'astronomia è particolarmente adatta a ovviare a uno spirito piccolo e angusto. In questa scienza, vengono esposte buone ragioni per dimostrare che il Sole è centomila volte più grande della nostra Terra, e che la distanza delle stelle è così prodigiosa, che una palla di cannone che continuasse il suo moto alla velocità ordinaria, non arriverebbe da qui alla stella più vicina nello spazio di centocinquantamila anni. Queste idee dilatano ed espandono la mente in modo meraviglioso. [...]

Ma la religione cristiana nobilita e amplia la mente più di ogni altra professione o scienza. Secondo questa dottrina, mentre la Terra e i piaceri transeunti di questa vita si riducono a dimensioni minime, venendo ritenuti «il pulviscolo di una bilancia, una goccia da un secchio, anzi, meno di nulla», il mondo intellettuale si apre, amplissimo, alla nostra mente: le perfezioni della Divinità, la natura e l'eccellenza della virtù, la dignità dell'anima umana si rivelano con la massima chiarezza. La mente dell'uomo sembra adattarsi alla diversa natura dei propri oggetti: si svaluta e si restringe quando si occupa di cose piccole e basse, e sperimenta un ampliamento proporzionale, quando si innalza alla contemplazione di idee grandi e sublimi. [...]

Non c'è nessun esempio di debolezza nei liberi pensatori che susciti la mia indignazione, più della loro pretesa di ridicolizzare i cristiani come uomini di limitata intelligenza, e di passare, dal canto loro, agli occhi del mondo per persone di intelligenza superiore, e di più ampie vedute.

Ma io lascio che ogni uomo imparziale giudichi chi possieda i sentimenti più nobili, chi le vedute più ampie: chi limita le proprie nozioni a pochi miserabili dati dei sensi, o chi invece innalza i suoi sentimenti al di sopra del modo di sentire comune, anticipando a sé stesso quelle delizie che sazieranno l'anima, quando tutte le sue potenzialità si accresceranno di facoltà nuove? Chi non guarda al di là di questo breve lasso di tempo, o chi invece ha aspettative che si estendono quanto la lunghezza infinita dell'eternità? Chi fa derivare il proprio spirito dagli elementi, o chi crede, invece, che esso gli sia stato infuso dall'Onnipotente?


Guida alla lettura


1) Descrivi l'analogia tra la cattedrale di San Paolo e la Chiesa cristiana.
Nel testo, Berkeley sviluppa un'analogia tra la struttura fisica della cattedrale di San Paolo e la Chiesa cristiana, intesa in un senso più ampio e spirituale. Secondo l'autore, l'ordine, l'economia divina e l'architettura proporzionata, semplice e maestosa della cattedrale simboleggiano le qualità della Chiesa cristiana. Così come la cattedrale è composta da una varietà di parti che si uniscono in un unico progetto originale, articolato con proporzioni esatte e secondo le regole dell'arte più raffinata, allo stesso modo la Chiesa cristiana incorpora una gerarchia adeguata dei suoi membri, varie istituzioni sacre, dottrine sublimi e solidi precetti di moralità. Questi elementi sono coordinati in un unico grande progetto che mira all'armonia e ha lo scopo di promuovere la felicità e l'elevazione della natura umana. L'analogia sottolinea quindi come la Chiesa sia un organismo complesso e articolato che, nonostante la diversità dei suoi componenti, opera unitariamente verso un obiettivo comune di elevazione e perfezionamento spirituale.

2) Illustra il criterio che sorregge l'analogia tra la mosca e il libero pensatore.
L'analogia tra la mosca e il libero pensatore, come illustrata nel testo di Berkeley, si basa sul criterio della percezione limitata e parziale della realtà. La mosca, posandosi su una colonna della cattedrale di San Paolo, è capace di vedere solo piccoli dettagli della pietra, come le diseguaglianze superficiali, che le appaiono come enormi rocce o precipizi. Analogamente, i liberi pensatori si focalizzano su dettagli specifici e isolati della religione — come difficoltà interpretative di un testo biblico o aspetti oscuri di una dottrina — senza riuscire a comprendere o apprezzare la visione d'insieme del Cristianesimo e il suo profondo impatto sulla natura umana e sulla società.

Berkeley utilizza questa analogia per criticare i liberi pensatori, accusandoli di avere una visione ristretta che impedisce loro di vedere la "grandezza" e la "bellezza complessiva" dell'insieme, così come la mosca non può percepire l'architettura maestosa e proporzionata dell'intera cattedrale. Il libero pensatore, secondo Berkeley, è così concentrato sui dettagli minori che perde di vista la struttura complessiva e il significato più ampio del cristianesimo, proprio come la mosca è inconsapevole dell'intera cattedrale in cui si trova.


Guida alla Comprensione


1) In che senso Berkeley accusa i liberi pensatori di essere incapaci di vedere la complessità della religione?
Berkeley accusa i liberi pensatori di essere incapaci di vedere la complessità della religione affermando che si concentrano troppo su dettagli minuti e specifici, come le difficoltà di interpretazione di un singolo testo biblico o le ambiguità di certi aspetti dottrinali, senza cogliere la visione d'insieme e il progetto globale del Cristianesimo. Nel testo, egli li paragona a mosche in una cattedrale: capaci solo di vedere piccole diseguaglianze sulla superficie di una colonna e non l'architettura maestosa e il significato più ampio dell'intero edificio. In questo modo, Berkeley suggerisce che i liberi pensatori, focalizzandosi sulle piccole incongruenze o difficoltà, perdono di vista la grandezza e la profondità del messaggio cristiano, che mira alla perfezione della natura umana, all'illuminazione spirituale e all'armonia universale.

2) L'ampliamento della mente è l'obiettivo generale da perseguire da parte dell'uomo, secondo Berkeley. In che modo la filosofia e le scienze contribuiscono a realizzarlo?
Secondo il testo di Berkeley, la filosofia e le scienze contribuiscono significativamente all'ampliamento della mente umana. Berkeley sottolinea che la filosofia apre e allarga la mente attraverso le considerazioni generali a cui sono avvezzi coloro che la studiano, promuovendo la contemplazione di oggetti più numerosi e distanti rispetto a quelli che rientrano nella sfera della vita comune. Questo ampliamento della prospettiva permette ai filosofi di giudicare le questioni in modo completamente diverso dalla gente comune.

Inoltre, Berkeley esalta il contributo dell'astronomia, una branca specifica della scienza, nel combattere uno spirito piccolo e angusto. L’astronomia, con le sue scoperte sulla vastità dell'universo e la relativa grandezza di oggetti come il Sole rispetto alla Terra, offre prospettive che espandono la mente in modo straordinario. La dimensione impensabile delle distanze stellari e la grandezza dei corpi celesti forniscono una chiara dimostrazione di quanto la mente umana possa estendere i suoi confini e ampliare la sua comprensione del mondo.

In sintesi, secondo Berkeley, sia la filosofia che le scienze svolgono un ruolo cruciale nell'ampliare la mente, permettendo all'uomo di superare le limitazioni dei sensi e delle percezioni quotidiane e di elevarsi verso una comprensione più profonda e vasta della realtà.

3) In che senso, secondo Berkeley, la religione amplia la mente più della scienza?
Secondo Berkeley, la religione amplia la mente più della scienza perché eleva la contemplazione umana oltre le immediate e tangibili realtà della vita terrena. Mentre la scienza, come l'astronomia, espande la mente umana mostrando le vaste dimensioni e distanze dell'universo fisico, la religione cristiana spinge l'individuo a considerare questioni di portata infinitamente più estesa e profonda.

Nel testo, Berkeley sottolinea che la religione ridimensiona l'importanza dei piaceri terreni e delle cose materiali, ritenute minime come "il pulviscolo di una bilancia, una goccia da un secchio, anzi, meno di nulla". Invece, apre la mente alle "perfezioni della Divinità, la natura e l'eccellenza della virtù, la dignità dell’anima umana", rivelando queste verità con la massima chiarezza. Questo processo eleva e nobilita la mente umana, innalzandola al di sopra del comune modo di sentire e orientandola verso la contemplazione di idee grandi e sublimi. In tal modo, la mente si espande in maniera proporzionale alla grandezza degli oggetti di contemplazione, quali le questioni dell'eternità e della natura divina, che sono di portata molto più ampia rispetto agli oggetti di studio della scienza.

Berkeley suggerisce, quindi, che la religione non solo amplia la mente ma offre anche una prospettiva più elevata e nobilitante, contrapposta alla visione più ristretta e limitata che può derivare dal concentrarsi esclusivamente su questioni scientifiche e materiali.

Fonti: Zanichetti, libri scolastici superiori

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